Il tratto solenne
Un'opera di Giorgio Scalco
14/09/2005
Un linguaggio figurativo di grande potere evocativo fatto di paesaggi, di interni con figure e nature morte prevalentemente autunnali, composizioni semplici dai colori caldi e avvolgenti prevalentemente eseguiti a olio su tela, con raffinata qualità tecnica.
Questa la cifra artistica di Giorgio Scalco, uno tra i più significativi pittori del Novecento in Italia.
Fino al 25 settembre 2005, al Complesso del Vittoriano, la mostra "Giorgio Scalco" analizza l'intero cammino creativo, dagli anni '60 sino ad oggi, del pittore di Schio, l’artista della memoria e della nostalgia, dal grande senso compositivo e cromatico.
"Sono nato -afferma il pittore- in una valle che fu zona di confine quando l'Austria occupava i territori oltre le Prealpi venete. La cultura dominante era agricola ma l'industria tessile già da tempo aveva posto fra i campi i primi opifici. Mio Padre veniva dalla pianura dove la sua famiglia da sempre coltivava i latifondi della nobiltà veneziana. L'infanzia è passata con le favole teutoni di mia Madre cimbra, e la scoperta dei luoghi dove aleggiavano i misteri degli Antenati, l'adolescenza con i normali studi e la frequentazione di un pittore colto, molto appassionato delle tecniche pittoriche, che mi condusse nelle stregate stanze alchemiche dei colori".
Una pittura solenne, quella di Scalco, come dichiara Giorgio Soavi: "Potrei tranquillamente aggiungere l'aggettivo solenne perché la sua pittura, anche se si occupa di una zucca spaccata in due, è solenne quanto basta. Non credo di aver mai usato l'aggettivo solenne per un pittore del nostro tempo. Ma Scalco lo è. Solenne e musicale, perché il tono delle sue composizioni ha questa andatura da concerto, con le ouverture, e la quiete che arriva quando abbiamo guardato dentro il quadro".
Retrospettiva
Giorgio Scalco
Fino al 25 settembre 2005
Roma - Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
Ingresso libero
Orario: tutti i giorni 10.00 - 19.00
Per informazioni: tel. 06/6780664
Questa la cifra artistica di Giorgio Scalco, uno tra i più significativi pittori del Novecento in Italia.
Fino al 25 settembre 2005, al Complesso del Vittoriano, la mostra "Giorgio Scalco" analizza l'intero cammino creativo, dagli anni '60 sino ad oggi, del pittore di Schio, l’artista della memoria e della nostalgia, dal grande senso compositivo e cromatico.
"Sono nato -afferma il pittore- in una valle che fu zona di confine quando l'Austria occupava i territori oltre le Prealpi venete. La cultura dominante era agricola ma l'industria tessile già da tempo aveva posto fra i campi i primi opifici. Mio Padre veniva dalla pianura dove la sua famiglia da sempre coltivava i latifondi della nobiltà veneziana. L'infanzia è passata con le favole teutoni di mia Madre cimbra, e la scoperta dei luoghi dove aleggiavano i misteri degli Antenati, l'adolescenza con i normali studi e la frequentazione di un pittore colto, molto appassionato delle tecniche pittoriche, che mi condusse nelle stregate stanze alchemiche dei colori".
Una pittura solenne, quella di Scalco, come dichiara Giorgio Soavi: "Potrei tranquillamente aggiungere l'aggettivo solenne perché la sua pittura, anche se si occupa di una zucca spaccata in due, è solenne quanto basta. Non credo di aver mai usato l'aggettivo solenne per un pittore del nostro tempo. Ma Scalco lo è. Solenne e musicale, perché il tono delle sue composizioni ha questa andatura da concerto, con le ouverture, e la quiete che arriva quando abbiamo guardato dentro il quadro".
Retrospettiva
Giorgio Scalco
Fino al 25 settembre 2005
Roma - Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
Ingresso libero
Orario: tutti i giorni 10.00 - 19.00
Per informazioni: tel. 06/6780664
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