Al Palazzo della Gran Guardia fino al 5 aprile
Marco Goldin a Verona con il tempo di Giacometti, da Chagall a Kandinsky
Alberto Giacometti, Busto di Diego, 1954 circa, bronzo, Saint-Paul-de-Vence, Fondation Marguerite et Aimé Maeght © Claude Germain - Archives Fondation Maeght (Francia) © Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy 2019
Samantha De Martin
18/11/2019
Verona - Un racconto corale, con al centro la figura di Alberto Giacometti, si dipana verso gli artisti che gravitavano nella Parigi degli anni tra le due guerre e nei due decenni successivi, da Kandinsky a Braque, da Chagall a Miró, presentandosi come una superba incursione nel terreno del più alto Novecento internazionale.
Circa cento opere tra sculture, dipinti e disegni, delle quali una settantina solo di Giacometti, portano al Palazzo della Gran Guardia di Verona uno spaccato dell’ambiente che ha accolto la vita e l’opera di uno dei più importanti scultori del XX secolo.
A curare il percorso, visitabile fino al 5 aprile 2020 e realizzato con l’apporto fondamentale del Gruppo Baccini in qualità di main sponsor, Marco Goldin, che torna in città a cinque anni di distanza dagli ultimi successi scaligeri.
La donna in piedi, con al suo fianco, L’uomo che cammina, introducono alla ricostruzione fedele e poetica dell’intera vita di Giacometti, tra disegni, pitture, sculture, dai busti alle teste del fratello Diego, dai cani alle foreste abitate da figure quasi liquefatte. Fino alla notissima Donna di Venezia del 1956, che tanto successo riscosse alla Biennale veneziana di quell’anno e della quale saranno esposte tutte le nove variazioni giunte a Verona per un confronto effettuato rare volte.
Tra gli altri capolavori in mostra, Femme et oiseau di Mirò, Isolément di Wassily Kandinsky, Devant le tableau di Marc Chagall.
«Giacometti è stato una delle mie primissime passioni nel campo dell’arte, poco dopo i vent’anni - spiega Goldin -. Lo cercavo nei libri, nelle mostre e nei musei d’Europa. Ho immensamente amato dapprincipio i suoi disegni, diversi dei quali ho infatti scelto di portare in Gran Guardia. Poi i suoi quadri così sincopati, soprattutto le figure e le nature morte, anch’essi presenti a Verona, e naturalmente le celeberrime sculture. Sono felice di poter rendere omaggio a Giacometti in Italia con questa mostra così vasta, con opere che ne attraversano tutta la carriera, dal suo tempo giovanile in Svizzera alle sculture inaugurali attorno ai quindici anni fino alle prove surrealiste e a quelle, ormai facenti parte dell’immaginario collettivo, della maturità».
Ma questo percorso, dedicato principalmente allo scultore svizzero noto per le sue donne dalle gambe filiformi, è finalizzato anche a rievocare una delle più straordinarie avventure culturali in Europa dalla metà del secolo in poi. I lavori provengono infatti dalla collezione di Aimé e Marguerite Maeght, che prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale fondarono a Cannes una loro galleria. Nell’ottobre 1945 i coniugi decisero di aprire la sede parigina, dove due anni dopo verrà presentata, con un successo senza precedenti, l’Esposizione internazionale del Surrealismo, in collaborazione con Duchamp e Breton. Seguì, nel 1964, a Saint-Paul-de-Vence, l’inaugurazione della Fondazione Maeght, un insieme architettonico concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme. La Fondazione possiede oggi una delle più importanti collezioni in Europa di dipinti, disegni, sculture e opere grafiche del XX secolo, con nomi di grande pregio, legati alla famiglia Maeght per decenni, a partire da Giacometti.
La mostra è visitabile da martedì a giovedì dalle 10 alle 18 e da venerdì a domenica dalle 10 alle 19.
Leggi anche:
• Il tempo di Giacometti. Da Chagall a Kandinsky. Capolavori dalla Fondazione Maeght
Circa cento opere tra sculture, dipinti e disegni, delle quali una settantina solo di Giacometti, portano al Palazzo della Gran Guardia di Verona uno spaccato dell’ambiente che ha accolto la vita e l’opera di uno dei più importanti scultori del XX secolo.
A curare il percorso, visitabile fino al 5 aprile 2020 e realizzato con l’apporto fondamentale del Gruppo Baccini in qualità di main sponsor, Marco Goldin, che torna in città a cinque anni di distanza dagli ultimi successi scaligeri.
La donna in piedi, con al suo fianco, L’uomo che cammina, introducono alla ricostruzione fedele e poetica dell’intera vita di Giacometti, tra disegni, pitture, sculture, dai busti alle teste del fratello Diego, dai cani alle foreste abitate da figure quasi liquefatte. Fino alla notissima Donna di Venezia del 1956, che tanto successo riscosse alla Biennale veneziana di quell’anno e della quale saranno esposte tutte le nove variazioni giunte a Verona per un confronto effettuato rare volte.
Tra gli altri capolavori in mostra, Femme et oiseau di Mirò, Isolément di Wassily Kandinsky, Devant le tableau di Marc Chagall.
«Giacometti è stato una delle mie primissime passioni nel campo dell’arte, poco dopo i vent’anni - spiega Goldin -. Lo cercavo nei libri, nelle mostre e nei musei d’Europa. Ho immensamente amato dapprincipio i suoi disegni, diversi dei quali ho infatti scelto di portare in Gran Guardia. Poi i suoi quadri così sincopati, soprattutto le figure e le nature morte, anch’essi presenti a Verona, e naturalmente le celeberrime sculture. Sono felice di poter rendere omaggio a Giacometti in Italia con questa mostra così vasta, con opere che ne attraversano tutta la carriera, dal suo tempo giovanile in Svizzera alle sculture inaugurali attorno ai quindici anni fino alle prove surrealiste e a quelle, ormai facenti parte dell’immaginario collettivo, della maturità».
Ma questo percorso, dedicato principalmente allo scultore svizzero noto per le sue donne dalle gambe filiformi, è finalizzato anche a rievocare una delle più straordinarie avventure culturali in Europa dalla metà del secolo in poi. I lavori provengono infatti dalla collezione di Aimé e Marguerite Maeght, che prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale fondarono a Cannes una loro galleria. Nell’ottobre 1945 i coniugi decisero di aprire la sede parigina, dove due anni dopo verrà presentata, con un successo senza precedenti, l’Esposizione internazionale del Surrealismo, in collaborazione con Duchamp e Breton. Seguì, nel 1964, a Saint-Paul-de-Vence, l’inaugurazione della Fondazione Maeght, un insieme architettonico concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme. La Fondazione possiede oggi una delle più importanti collezioni in Europa di dipinti, disegni, sculture e opere grafiche del XX secolo, con nomi di grande pregio, legati alla famiglia Maeght per decenni, a partire da Giacometti.
La mostra è visitabile da martedì a giovedì dalle 10 alle 18 e da venerdì a domenica dalle 10 alle 19.
Leggi anche:
• Il tempo di Giacometti. Da Chagall a Kandinsky. Capolavori dalla Fondazione Maeght
COMMENTI
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Udine | Appuntamento per il 14 giugno
Ad Aquileia con Riccardo Muti. Un concerto per la pace nella Basilica dei Patriarchi
-
Roma | Fino al 13 ottobre a Roma presso il casale di Santa Maria Nova
"L'Appia è moderna". Una mostra offre un nuovo sguardo sulla regina viarum
-
Dopo 40 anni a Milano una grande mostra dedicata al genio norvegese
Il ritorno di Edvard Munch a Palazzo Reale
-
Roma | Alla Strati d’Arte Gallery fino al 31 maggio
Miti ed eroi. L'universo a colori di Natino Chirico in mostra a Roma
-
Roma | A Roma dal 25 maggio al 25 agosto
Le identità del mondo in una mostra. A Palazzo Bonaparte trionfa il colore con un inedito Mario Testino
-
Sul piccolo schermo dal 20 al 26 maggio
La settimana in tv, dalle "opere avventurose" a Brunelleschi