Pino Bertelli - Francesco Mazza. Questo è il Sud

© Francesco Mazza

 

Dal 04 Luglio 2019 al 30 Settembre 2019

Matera

Luogo: La 19° Buca

Indirizzo: piazza V. Veneto



Coscienza dell’Uomo, al via il terzo trimestre. Dopo sei mesi di intensa attività, prosegue il progetto fotografico, realizzato nell’ambito di Matera 2019, dedicato al mondo della fotografia d’autore.   Si parte il 4 luglio alle 18.30 con l’inaugurazione della prima delle dieci mostre in programma, “Questo è il Sud” di Francesco Mazza e Pino Bertelli.   La 19° Buca, in piazza Veneto, ospiterà fino al 30 settembre il lavoro dei due autori che, attraverso 40 scatti circa, hanno un desiderio: presentare all’Italia e al mondo una Calabria nuova.
La mostra nasce dall’idea di portare a Matera le foto realizzate da Pino Bertelli, in collaborazione con Francesco Mazza, per “Genti di Calabria. Atlante fotografico di geografia umana”, un lavoro del 2015 e pubblicato nel 2017, che ha avuto notevole risonanza nel panorama fotografico e culturale italiano non solo per la qualità delle immagini, di indiscutibile bellezza, ma soprattutto per l’originalità dell’idea. Non luoghi, ma persone. Non le linee dei paesaggi, ma quelle dei volti. Non tanto tecnica e stile, ma sentimento. Perché, come scrivono gli autori, a loro “non interessa nulla della fotografia corrente, civile, impegnata, democratica, mercantile, amatoriale, ecc.. ciò che importa è lavorare sull'immaginario dal vero, raccontare l'uomo o la donna non per quello che si vedono ma per quello che sono e come stanno al mondo”.
Considerato fotografo di strada, molto vicino a Pasolini, e convinto sostenitore della fotografia intesa come strumento per dare voce alle persone che incontra, Bertelli si avvicina alla Calabria con l’obiettivo di mettere da parte i pregiudizi sul Sud e realizzare un proprio personale racconto. Come? Girando a fondo, da nord a sud, da est a ovest le terre tra i due mari, incontrando la gente che le abita per scattare una fotografia che nascesse non da una posa ma da un movimento, da un incontro di anime, da uno scambio di idee. A lui non interessava fotografare le bellezze paesaggistiche. Premeva, piuttosto, raccontare il pensiero della Calabria. Cercare storie e persone da amare. Voleva capire cosa ci fosse di fondato in ciò che si diceva, quanto fossero verità quelle accuse di ignoranza e arretratezza, non solo economica, ma anche mentale di cui il popolo calabrese veniva, da sempre, tacciato. La scoperta è stata sensazionale. Nulla, o quasi, era vero.
Un’idea vincente, nata quasi per gioco insieme a Francesco Mazza, regista e fotografo, che da calabrese aveva da sempre una necessità: “dimostrare di essere diverso da quello che si è, da quello che il mondo pensa di te”. Dalle idee ai fatti, il passo è stato breve. L’occasione era irrinunciabile.
Telecamera e macchina fotografica in mano, gli autori attraversano la Calabria in cerca della sua verità. La verità fatta di gente che ha qualcosa da dire, se non da insegnare. Ma cosa dovrebbe mai insegnare all’Italia una regione che nell’immaginario collettivo è sinonimo di povertà, miseria, fatiscenza e, talvolta, ignoranza? La risposta viene dalle persone ed è una: l’autenticità. Quel qualcosa che oggi è raro incontrare in uomini e donne sempre più affannate alla ricerca della ricchezza materiale e del successo. La gente del Sud è quella che delinque, secondo i tanti, che vive a pane e ‘ndrangheta, che beve acqua e mangia ignoranza. Eppure c’è qualcosa di affascinante in quei visi ora rugosi di saggezza, ora freschi di gioventù. C’è la magia della sincerità.
Ad accompagnare l’allestimento della mostra la proiezione del docufilm “I colori del cielo”, girato durante la realizzazione di Genti di Calabria, con la collaborazione di Paola Grillo e Anna Maria Corea, che aggiunge un elemento in più per comprendere a fondo il senso del progetto proposto. Ripercorrendo i passi di Pasolini nel suo “Comizi d’amore”, Bertelli gira cento interviste per scavare a fondo nell’animo e nel cuore dei calabresi che, davanti all’obiettivo, mettono a nudo i loro sogni, le loro idee, le opinioni, le speranze e le delusioni. Dalla famiglia, al lavoro, dalla politica all'attualità, in 60 minuti circa i calabresi si scoprono aperti, socievoli, generosi, nostalgici, anche bacchettoni o pessimisti, spesso moderni. Sì, moderni.   Perché la gente del Sud è capace di cogliere i cambiamenti sociali, nonostante il suo modo di vivere appartato, è pronta ad osservare il mondo che cambia e cerca, suo malgrado, di cambiare anche lei. Così non è vero che in Calabria l’omosessualità è sempre un tabù, che la fatica è cosa rara e l’ozio una virtù. La gente del Sud è anche quella che si spacca la schiena perché crede nel valore del lavoro onesto, dei soldi sudati. E crede, nonostante tutto, in quel riscatto che tarda ad arrivare.
I calabresi si scoprono finalmente uguali agli altri, belli come gli altri, forse più affascinanti per quella corteccia dura e rugosa, quell'aspetto antico, elegante e magari fuori moda, che racchiude una mentalità aperta e desiderosa di conoscere il mondo, abbracciarlo se possibile, incontrare i suoi popoli e condividere con essi un raccolto, una tavola, una casa. Sono abituati ad accogliere e rispettare, non a discriminare, chi viene da lontano, chi vive un amore "diverso", chi parla una lingua diversa, chi è del sesso diverso.
Questo è il Sud per Mazza e Bertelli, e questo vorrebbe essere il Sud anche per chi avrà la possibilità di confrontarsi con gli scatti proposti.
Pino Bertelli
 è nato in una città-fabbrica della Toscana, tra Il mio corpo ti scalderà e Roma città aperta. Dottore in niente, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema e fotografia. I suoi lavori sono affabulati su tematiche della diversità, dell’emarginazione, dell’accoglienza, della migrazione, della libertà, dell’amore dell’uomo per l’uomo come utopia possibile. È uno dei punti centrali della critica radicale neo-situazionista italiana.

Francesco Mazza nasce e vive in Calabria, regista, produttore, film-Maker, curatore di mostre, concorsi e workshop fotografici. Non ancora ventenne con una cinepresa è una moviola super/8 riprende e racconta storie, erano matrimoni. La sua passione per il cinema nasce insieme alla sua attività imprenditoriale, tra le prime in Italia, di noleggio film super8. Fonda così la Cine Sud. Come regista ha sempre cercato di riportare sulla pellicola le cose che più gli stanno a cuore: il vero e la bellezza.

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