Albrecht Dürer. Tredici opere incise su rame

Albrecht Dürer, Il Piccolo Cavallo

 

Dal 02 Ottobre 2018 al 25 Ottobre 2018

Milano

Luogo: Salamon Fine Art

Indirizzo: via San Damiano 2

Orari: da lunedì a venerdì dalle 10 alle 19

Telefono per informazioni: +39 02 76 01 31 42

E-Mail info: gallery@salamonfineart.com

Sito ufficiale: http://www.salamonfineart.com



Il 2 ottobre di trent’anni fa la galleria Salamon inaugurava a Milano la sua sede, in palazzo Cicogna in Via San Damiano, 2, con una memorabile esposizione di incisioni di Grandi Maestri europei. 
 
Il 2 ottobre 2018celebriamo la ricorrenza con una mostra di incisioni di uno dei principali Maestri della storia europea occidentale:Albrecht Dürer
 
Quindici buliniselezionati per qualità artistica e iconografica, con la presenza dei tre grandi capolavori del maestro tedesco: la Melencolia I, il San Gerolamo nello Studioe il Cavaliere, la Mote e il Diavolotutti in edizione coeva e straordinariamente pregevoli
 
La selezione dei fogli in rassegna è stata curata con la tradizionale professionalità e attenzione introdotta in Italia da Ferdinando e Teresa Salamon, nonni di Lorenza, curatrice della mostra nella galleria di Milano. 
L’immagine della galleria è completamente rinnovata: nuova è infatti la veste grafica del catalogo, così come il sito web, ora abilitato alla lettura sui tablet, e rivisto anche il logo della galleria, più moderno. 
 
Un restylingche riflette anche la volontà di comunicare con il proprio pubblico con strumenti più freschi e immediati e per poter trasferire le conoscenze maturate in trent’anni di attività con gli attuali strumenti digitali e adeguandosi alle modificate abitudini del proprio pubblico. 
 
Da tempo la galleria è presente e propositiva sui socialse con un suo canale you tubesul quale verranno pubblicate brevi video-clip che raccontano le singole opere in mostra. 
 
La mostra si pone l’obiettivo di avvicinare all’affascinante arte della stampa anche un pubblico neofita, così da metterlo nella condizione di capire l’importanza della divulgazione della stampa non solo nella storia dell’arte ma anche nella nostra storia occidentale moderna. 
 
Albrecht Dürer inizia l’attività artistica in concomitanza della scoperta dell’America, evento fondativo della rivoluzione scientifica. La scoperta insegnò agli europei a mettere in maggiore rilievo le attuali osservazioni rispetto alle tradizioni del passato. Agli albori del ‘500 il desiderio di conquista spinse a cercare nuove conoscenze. Quando gli europei volevano esplorare e controllare  nuovi vasti territori, dovevano raccogliere enormi quantità di dati circa la geografia, il clima, la flora, la fauna, le lingue, le culture e la storia del nuovo continente. In questo contesto la curiosità atavica del Maestro tedesco, la fruttuosa rete di relazioni con i più eruditi intellettuali del momento, la sua proverbiale capacità di sintesi di quanto apprendeva e un virtuosismo tecnico unico ed inedito lo misero in condizioni di dare corpo, proprio attraverso le immagini delle sue incisioni, agli epocali cambiamenti del suo tempo. E, primo fra tanti, intuì l’importanza dell’opera seriale come mezzo di divulgazione artistica, culturale e scientifica. 
 
Non secondaria per Albrecht Dürer è stata l’opportunità di operare a Norimberga, culla della Riforma protestante fra le cui conseguenze vi è stata quella di dare vita e voce a una nascente borghesia che aspirava a migliorarsi socialmente e culturalmente. Le nuove ambizioni comprendevano anche l’acquisto di opere d’arte e il desiderio d’essere rappresentati: le incisioni, seriali, risposero alle nuove esigenze come nessun altro strumento.      
 
In esposizione ci saranno alcune delle opere più significative del percorso del Maestro volte a dare risalto alla cultura, ai personaggi, alle idee del suo tempo, viste con la mente di un uomo e di un artista geniale. 
 
 
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Figlio di un orafo, Albrecht Dürer (1471 -1528) somma qualità artistiche e intellettuali che lo portano a rivoluzionare l’incisione, lasciando un segno indelebile nella storia dell’arte. 
Sperimentatore instancabile e curioso, mostra interesse verso il pensiero degli umanisti dell’epoca, studia la riforma protestante e stringe amicizia con alcuni fra i più eruditi pensatori suoi contemporanei dei quali è in grado di cogliere le opinioni per trasferirle in immagini veicolandone la diffusione. Il suo talento tecnico gli permette di trasformare in immagine ogni idea realizzandola magistralmente. 
Sin dalle prime incisioni, siano esse silografie o bulini, Dürer mostra tutte le potenzialità del mezzo. Inoltre esibisce una gran fantasia nelle scelte iconografiche: scene sacre e di genere, mitologiche, militari e soprattutto naturalistiche.
Dürer mostra, apparentemente, la stessa attenzione verso opere minori come a quelle più rappresentative e di alto contenuto concettuale.  
Il suo è uno sguardo innovativo e molto personale che si esplica soprattutto nell’incisione -più che nella sua pittura- e trova riscontro in un pubblico a sua volta nuovo e in grado, per censo e cultura, di apprezzarlo. 
Albrecht Dürer intuisce, primo di ogni altro, la potenza comunicativa della replicabilità della sua opera, e la porge all’umanità intera, con generosa sagacia: non nasconde la forza commerciale del mezzo che sa sfruttare per i propri interessi, ma nel contempo assorbe, sintetizza, rielabora pensieri complessi e imprescindibili per la crescita sociale e religiosa della società della sua epoca, restituendoli attraverso opere che con virtuosismo estremo e linguaggio senza tempo avvicinano un pubblico vasto, dagli eruditi agli analfabeti.  
Contribuisce così, con la vendita e la diffusione delle sue stampe, all’evoluzione della Riforma, e quindi alla diffusione del protestantesimo, ma anche a divulgare i suoi numerosi ed ecclettici interessi scientifici: la natura, la medicina, la matematica, la geometria, le tecniche di guerra e i temi umanistici che sono alla radice della nostra cultura, quali la filosofia, la religione e la storia.
Non di meno s’interessa alla vita quotidiana di coloro che fino a quel momento non hanno avuto voce nell’iconografia del tempo: contadini, viandanti, dame e cavalieri di lignaggio minore. Uno spaccato di vita popolare inedito nella raffigurazione dell’epoca.
Il Maestro è promotore di un nuovo modo di percepire il ruolo dell’artista, che da artigiano assume una posizione più autonoma, libero di esprimere il proprio pensiero e i propri valori, anche quando sono solo estetici. Facilitato da un mezzo seriale ed economico che può ambire a una nuova clientela, anche nella nascente piccola borghesia, è messo nella condizione di proporre temi nuovi avulsi da qualsiasi committenza, correndo il rischio di non incontrare il gusto del tempo assegnando all’artista una funzione rivoluzionaria che troverà sempre maggior attenzione nel collezionismo di tutti i tempi.
 
Lorenza Salamon, (estratto daSaper vedere le Stampe d’Arte) Mondadori Arte ed. 2010

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