Parteno ‘e Bastiménte

Parteno ‘e Bastiménte | Courtesy Stefania Raimondi

 

Dal 13 Dicembre 2019 al 26 Gennaio 2020

Napoli

Luogo: Castel dell'Ovo - Sala delle Carceri

Indirizzo: Via Eldorado 3

Curatori: Chiara Reale

Enti promotori:

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli

Sito ufficiale: http://www.comune.napoli.it



Parteno ‘e Bastiménte – mostra visiva e sonora di Stefania Raimondi e Angela Colonna

Parteno ‘e Bastiménte è il titolo della bipersonale di Stefania Raimondi e Angela Colonna inaugurata venerdì 13 dicembre dalle ore 17 nella Sala delle Carceri di Castel dell’Ovo a Napoli. A cura di Chiara Reale, la mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, e che si colloca nell’ambito dell’iniziativa Natale a Napoli, sarà visitabile fino al 26 gennaio 2020.

Una zattera in mezzo al mare, Megaride, su cui sorge uno dei castelli più antichi di Napoli, Castel dell'Ovo. Sotto di esso un ventre in tufo, la Sala delle Carceri, luogo pieno di fascino e mistero. Fra queste pareti riecheggiano la Storia, quella dei libri che racconta di quando Tommaso Campanella venne qui rinchiuso, i miti, quello della Sirena Partenope che narra di come in questo luogo venne sepolta, ma anche le storie di gente comune, di napoletani, stranieri e migranti. Persone che hanno vissuto a Napoli una vita intera e persone che ci sono rimaste solo un giorno portandosene però un pezzetto nel cuore. Storie che nessuno conoscerà mai, che non hanno volti e non hanno nomi. L'istallazione site-specific Parteno 'e bastiménte di Stefania Raimondi e Angela Colonna unisce tutte queste storie: quelle vere, quelle inventate, quelle dei grandi personaggi, quelle delle piccole persone. Fra immagini che affiorano, incise su gessi, legni e cartoni e suoni lontani di musiche antiche, lingue che si intrecciano, rumori del quotidiano, la mostra è un percorso attraverso cui perdersi nel più profondo e insondato senso dell'essere napoletani.

Trentasei tavole di medio formato (incisioni su gesso, carboncino e olio su tavola) divise in tre gruppi collocati in punti diversi della sala, ogni opera racconta un'emozione, un gesto, una pausa, un momento vissuto. Complementare è il paesaggio sonoro, polifonia di suoni, racconti, voci, raccordati da un antico canto, che fa da filo conduttore al percorso espositivo e crea un dialogo ideale con il luogo, le carceri rendendolo parte integrante dell'opera stessa.

Angela Colonna è pugliese di nascita e veneziana di adozione, si laurea in architettura allo Iuav di Venezia, e poi consegue un diploma di Master in Rappresentazione fotografica dell'architettura e dell'ambiente, alla Sapienza di Roma. Fotografa e video maker professionista nel campo dell'architettura, paesaggi, eventi, all'attività professionale affianca ricerche artistiche, esponendo in mostre personali e collettive, partecipando a residenze site specific, indagando attraverso la fotografia e le installazioni audio e video, luoghi e paesaggi, siano essi reali o legati alla memoria e al ricordo. Le sue opere sono narrazioni in cui il tema del tempo che si fa memoria è una variabile insita in ogni progetto.

Stefania Raimondi nasce a Napoli, studia al liceo artistico, consegue la laurea in architettura e frequenta, presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, il “Corso libero del nudo” ed il “Corso d’incisione”. Dopo un lungo periodo di studio dell’anatomia, delle tecniche pittoriche e del disegno ha inizio la sua personale esperienza artistica. Qui il segno segue un percorso che la materia del supporto condiziona e con esso collabora. La preparazione della carta, del legno, del cartone risulta, quindi, l’origine, il riferimento e la guida. Da qui i lavori traslano dal disegno verso la pittura e la traccia su cui insiste il carboncino appare casuale, generata dalla sovrapposizione di strati sottili per la preparazione dei fogli o si dispiega a partire da venature trovate. Non vi è un progetto precostituito, un significato iniziale, ma il prendere forma del soggetto attraverso una sovrapposizione di linee, di prove incise, di pause. Il risultato è un fluire ininterrotto e dinamico di tratti che evocano e materializzano un paesaggio interiore complesso e multidimensionale.

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