Mostra Stigma - Padiglione del Guatemala a Venezia. Le informazioni sulla mostra Stigma - Padiglione del Guatemala, i curatori, gli orari di ingresso, il costo dei biglietti, i numeri per prenotare, il comunicato stampa sulla mostra Stigma - Padiglione del Guatemala del museo Palazzo Albrizzi-Capello di Venezia.

Aleman, Pemueller, Cohen, Paredes (collettivo UR Project), Torre di Babele, 2018, partic., tecnica mista, 50x50x50 cm.

Aleman, Pemueller, Cohen, Paredes (collettivo UR Project), Torre di Babele, 2018, partic., tecnica mista, 50x50x50 cm.

Mappa

  • Città: Venezia
  • Provincia: Venezia
  • Indirizzo: Cannaregio 4118
  • Sito ufficiale

Scheda Mostra

Stigma - Padiglione del Guatemala

Regina Dávila, Adriana P.Meyer, Marco Manzo, Studio Doumus, Elsie Wunderlich e Ur Project, collettivo quest'ultimo formato da Ana Aleman, Aldo Basili, Carlo Caldara & Federica Kluzer, Victor J.Cohen, Tina Marzo, Axel Paredes, Guillermo Pemueller, Lucia Tomasi


  • Luogo: Palazzo Albrizzi-Capello
  • Curatori: Stefania Pieralice, Daniele Radini Tedeschi
  • Città: Venezia
  • Provincia: Venezia
  • Data inizio: 26 Maggio 2018
  • Data fine: 25 Novembre 2018
  • Costo del biglietto: ingresso gratuito
  • Sito ufficiale

Comunicato Stampa:


E' unpadiglione 'ideologico'quello del Guatemalaalla 16. Biennale di Venezia Architettura, a cura di Stefania Pieralice e Daniele Radini Tedeschi, diretto dal Ministro della Cultura José Luis Chea Urruela, intitolato 'Stigma' ed ospitato nel piano nobile dello storico Palazzo Albrizzi Capello situato nel sestiere Cannaregio di Venezia.

L’approccio dell’esposizione è finalizzato, secondo i suoi realizzatori, all’affermazione di un'edilizia di stampo sociale, non sottomessa ad un interesse economico globale e lontana da una logica capitalista e funzionalista. 

I curatori hanno selezionato plastici e modellini celebrativi di un’edilizia popolare, ispirata alla fratellanza e ad una ideologia sociale diffusa. 

L’esposizione si costruisce sui due filoni principali fondanti l’ideologia socialista: edilizia come condensatore sociale; architettura utopica.

Il condensatore sociale, rappresentato in mostra dalle nove torri di Ur Project (Aleman-Cohen-Paredes-Pemueller) è un concetto spaziale in cui la comunità inserita in un preciso oggetto architettonico condiziona il proprio comportamento collettivo: il popolo può nuovamente tornare a “condividere” evitando l’individualismo tipico della vita capitalista occidentale.  

Le nove torri infatti sono metaforicamente tutte uguali, stessa altezza e stessa forma; hanno solo una finestra per ogni lato esterno, mentre la torre centrale, simboleggiante l’ideologia, si presenta austera con i suoi muri ciechi, senza compromessi, aperture o contaminazioni. 

L’altro filone è quello delle costruzioni utopiche: si tratta di monumenti celebrativi di questa ideologia comune, nella pratica irrealizzabili ma dalle forme estetiche progressiste e d’avanguardia.

'Stigma' è anche il segno umano di tale visione, impresso oltre che sulle costruzioni anche sull’uomo e sulle ossature/pilastri del corpo che divengono"edifici esistenzialisti". Un padiglione quindi che sottolinea il rapporto tra società e spazio in cui gran parte dei modellini architettonici esposti ricordano, se pensati su larga scala, precedenti storici internazionali quali il Karl Marx Hof di Vienna, la residenza Narkomfin di Mosca e Corviale di Roma, sino agli Spomenik dell’ex-Jugoslavia. 

Gli espositori invitati sono Regina Dávila, Adriana P.Meyer, Marco Manzo, Studio Doumus, Elsie Wunderlich e Ur Project, collettivo quest'ultimo formato da Ana Aleman, Aldo Basili, Carlo Caldara & Federica Kluzer, Victor J.Cohen, Tina Marzo, Axel Paredes, Guillermo Pemueller, Lucia Tomasi.