Dal 17 settembre al 14 novembre

Nel segno della libertà. Elisabetta Sirani in mostra a Modena

Elisabetta Sirani, San Giovannino nel deserto I Courtesy BPER Banca
 

Francesca Grego

15/09/2021

Modena - “Guido Reni al femminile”: tanto alta era la reputazione di Elisabetta Sirani che i contemporanei la associavano a una vera star dell’arte della sua epoca - e della sua città, Bologna. Tornata alla ribalta negli ultimi anni con la riscoperta delle grandi pittrici del Cinquecento e del Seicento, da venerdì 17 settembre la “signora dell’arte” emiliana sarà protagonista esclusiva di una mostra che inaugura il Festival della Filosofia di Modena. Tema dell’edizione 2021 della kermesse culturale è la libertà, ed Elisabetta di libertà se ne intendeva. In un’epoca in cui gli ambienti della pittura erano tutt’altro che generosi con le donne, seppe farsi strada grazie al proprio talento, superando i limiti che le consuetudini e il suo stesso maestro, il padre Giovanni Andrea, sembravano imporle. Lodi e successo non le bastarono: così, oltre che per una morte precoce e misteriosa, è passata alla storia per aver fondato a Bologna la prima accademia d’arte per giovani donne. 

A Modena la vedremo in scena negli spazi della Galleria di BPER Banca in un allestimento che accosta ai dipinti di proprietà dell’Istituto tele provenienti da collezioni private raramente esposte. Il percorso prende avvio dalle origini del talento di Elisabetta con il quadro l’Amore Dormiente di Guido Reni, maestro del padre dell’artista, per andare avanti con i soggetti sacri, mitologici e allegorici della Sirani, dalla tenerissima Madonna che allatta il Bambino a Circe, dal San Giovannino nel deserto a Venere e Cupido, e concludersi con un’espressiva Sibilla di Ginevra Cantofoli, allieva della pittrice bolognese. 


Elisabetta Sirani, Venere e Amore, 1664. Olio su tela. Collezione privata

In evidenza la qualità della pittura di Elisabetta, ma anche la sua tecnica, decisamente insolita per quei tempi: l’artista era solita infatti tratteggiare i soggetti in schizzi veloci, per poi perfezionarli con l’acquerello, che padroneggiava con grande disinvoltura - “sprezzatura”, avrebbero detto i critici seicenteschi. Oltre gli schemi e gli stereotipi, la Sirani “fa volare l’immaginazione e inventa un modo tutto suo di usare i pennelli, imparando a muoversi tra le squisitezze formali dei deliziosi ’quadretti da letto’ e la pittura più robusta riservata alle sue donne forti, da Giuditta a Dalila, da Timoclea a Porzia, nelle quali sembra proiettare la propria rivalsa di pittrice emancipata”, spiega la curatrice Lucia Peruzzi

“La sua vicenda di artista donna”, prosegue Peruzzi, “è del tutto particolare e parte dalle lunghe pagine di elogi del biografo e mentore Carlo Cesare Malvasia, per poi snodarsi tra realtà e leggenda nel mito della ’vergine pittrice’ nel brevissimo arco di tempo che le fu concesso di vivere. Elogi per il suo pennello virtuoso, per la sua maestria e per la sua rapidità (in soli dieci anni licenzia circa duecento dipinti); elogi per la sua cultura e per il via vai di clienti persi in sua adorazione nel vederla all’opera; ed elogi anche per le doti di donna devota e di onesti costumi che svolge i ’femminei’ servizi nella casa di via Urbana a Bologna. La morte precoce, misteriosa e improvvisa, la porta via a soli ventisette anni. Secondo la diceria popolare sarebbe stata responsabile una serva di casa gelosa di un innamorato di Elisabetta, in una suggestiva ambiguità che avrebbe portato la vicenda su una strada diversa da quella della storia dell’arte per farla diventare leggenda”.

Elisabetta Sirani. Donna virtuosa, pittrice eroina sarà visitabile negli spazi della Galleria BPER Banca di via Scudari a Modena dal 17 settembre al 14 novembre. 


Elisabetta Sirani, Circe. Olio su tela I Courtesy BPER Banca

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