Paolo Veronese a San Sebastiano: restauri in corso

11/09/2013

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La chiesa di San Sebastiano a Venezia è considerata “il tempio” di Paolo Caliari, il Veronese. Il primo incarico conferito al pittore fu relativo al soffitto della sagrestia, nel 1555. Di seguito avviò la realizzazione di quello dell'aula. Impresa di maggiore rilevanza e ampiezza dove dipinse Angioletti affacciati a balaustrate e quattro Virtù che inquadrano le Storie di Ester. Sin da principio il maestro concepì un progetto decorativo generale, rivolto al contesto nel suo insieme, che realizzerà nel corso degli anni, e interesserà tutte le superfici interne, l'organo, le tele del presbiterio e di alcuni altari. Lungo le pareti dell'aula eseguì Profeti, Santi, Sibille; sull'arco trionfale l'Annunciazione. Sul barco dei monaci episodi del Martirio di San Sebastiano. Sulle portelle dell'organo chiuse la Presentazione di Gesù al tempio, aperte la Probatica piscina. L'insieme ha carattere unitario, grandioso. Lo spazio viene concepito in forme nuove, acquisisce effetti spettacolari, viene dilatato verso profondità lontane. Il maestro raggiungerà risultati innovativi, unici sino ad allora, che saranno di stimolo e d'esempio.
Le opere del Veronese suscitarono grandissimo interesse, sin dal momento della loro esecuzione, e furono ammirate da stuoli di visitatori; copiate da numerosi pittori e dagli studenti dell'Accademia veneziana. Subirono nel corso dei secoli gravi problemi di conservazione molti dei quali legati alle copiose infiltrazioni d'acqua piovana dal tetto e dalle finestre.
Negli ultimi anni è stato intrapreso il restauro del soffitto e delle pitture murali con esiti di grande effetto e il recupero dell'equilibrio cromatico e dell'effetto scenografico del'insieme che, nel corso del tempo, era andato svanendo. 
La chiesa di San Sebastiano a Venezia è considerata “il tempio” di Paolo Caliari, il Veronese. Il primo incarico conferito al pittore fu relativo al soffitto della sagrestia, nel 1555. Di seguito avviò la realizzazione di quello dell'aula. Impresa di maggiore rilevanza e ampiezza dove dipinse Angioletti affacciati a balaustrate e quattro Virtù che inquadrano le Storie di Ester. Sin da principio il maestro concepì un progetto decorativo generale, rivolto al contesto nel suo insieme, che realizzerà nel corso degli anni, e interesserà tutte le superfici interne, l'organo, le tele del presbiterio e di alcuni altari. Lungo le pareti dell'aula eseguì Profeti, Santi, Sibille; sull'arco trionfale l'Annunciazione. Sul barco dei monaci episodi del Martirio di San Sebastiano. Sulle portelle dell'organo chiuse la Presentazione di Gesù al tempio, aperte la Probatica piscina. L'insieme ha carattere unitario, grandioso. Lo spazio viene concepito in forme nuove, acquisisce effetti spettacolari, viene dilatato verso profondità lontane. Il maestro raggiungerà risultati innovativi, unici sino ad allora, che saranno di stimolo e d'esempio.
Le opere del Veronese suscitarono grandissimo interesse, sin dal momento della loro esecuzione, e furono ammirate da stuoli di visitatori; copiate da numerosi pittori e dagli studenti dell'Accademia veneziana. Subirono nel corso dei secoli gravi problemi di conservazione molti dei quali legati alle copiose infiltrazioni d'acqua piovana dal tetto e dalle finestre.
Negli ultimi anni è stato intrapreso il restauro del soffitto e delle pitture murali con esiti di grande effetto e il recupero dell'equilibrio cromatico e dell'effetto scenografico del'insieme che, nel corso del tempo, era andato svanendo. 
A cura di Amalia Donatella Basso 

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