Dal Museo 'Guelfo'. Mirò, Chagall, Picasso, Dalì e gli altri
Dal 07 Luglio 2013 al 03 Settembre 2013
San Benedetto del Tronto | Ascoli Piceno
Luogo: Palazzina Azzurra
Indirizzo: viale Bruno Buozzi 14
Orari: tutti i giorni 18-24
Curatori: Silvia Cuppini
Enti promotori:
- Comune di San Benedetto del Tronto
- Regione Marche
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 333 8264292
E-Mail info: micheledeluca6@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.provincia.ap.it/archivio6_eventi-in-agenda_0_1337_17.html
Si inaugura venerdì 6 luglio 2013, alle ore 18,00, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, la mostra dal titolo “Dal Museo ‘Guelfo’. Mirò, Chagall, Picasso, Dalì e gli altri”. La mostra, promossa dal Comune di San Benedetto del Tronto e dalla Regione Marche e curata da Silvia Cuppini, presenta una selezione di opere provenienti dalle collezioni del Museo fabrianese intitolato all’artista Guelfo Bianchini (Fabriano 1937 - Roma 1997), che costituisce, per la Regione Marche, un raro, forse unico esempio di raccolta di opere originali di arte grafica, di grandi maestri internazionali, moderni e contemporanei, dall’impressionismo francese al Surrealismo, fino ai nostri giorni. Guelfo iniziò la sua Collezione da studente di Belle Arti ad Urbino; i successivi soggiorni, anche per motivi di studio, a Parigi, in Provenza, a Salisburgo negli anni ’50 e ’60 ed infine a Roma lo portarono ad incrementare la Collezione.
L’ artista fabrianese ha sentito sempre il fascino della secolare tradizione dell’arte della carta, propria della sua città natale, insieme ad una vocazione culturale ed artistica di respiro europeo. Dopo il Premio assegnatogli dall’Accademia di San Luca nel 1959 Guelfo continua la sua ricerca di artista collezionista, che lo porta ad incontri con artisti di fama internazionale, quali: Afro, Arp, Bartolini, Bellmer, Bodini, Chagall, Cocteau, Greco, Guidi, Kokoscka, Lam, Levi, Guttuso, Manzù, Masson, Matta, Mirò, Tanning, Tommasi-Ferroni, Turcato, Clerici, Man Ray. Di tali frequentazioni sono testimonianza, oltre alle opere in Collezione, anche i numerosi ritratti che molti dei citati maestri gli dedicarono, in segno di profondo sodalizio amicale e artistico. Con Giorgio De Chirico, che definiva quello di Guelfo “un talento eccezionale”, ci fu una lunga serie di incontri, percorsi culturali ed affinità elettive, sfociati poi nel volume d’arte “Tic - Guelfo e Giorgio De Chirico”, presente nelle più importanti biblioteche e musei e in un certo numero di opere di De Chirico confluite nella Collezione Guelfo.
Le opere, visionate dal Ministero dei Beni Culturali e dichiarate “di grande interesse artistico e documentario” vengono ora, in una significativa selezione, presentate per la prima volta al pubblico, unitamente ad alcuni “teleri”, che siglano il percorso creativo di Guelfo. E che Guelfo, nello spirito dell’artista-collezionista e mecenate, pensasse, da sempre, ad un Museo per la sua città, lo si può dedurre dal fatto che nel 1977 costituì legalmente a Fabriano e a Roma, l’Associazione Museo Internazionale d’arte moderna-Collezione Guelfo, intendendo come museo il luogo delle muse e dei veri artisti, contro la mercificazione e il degrado della vita e dell’arte. Lo spirito che anima la Collezione è altresì didattico, in quanto esemplificativo delle numerose poetiche che hanno attraversato il XX secolo, da Guelfo ampiamente investigato, sotto il profilo artistico, anche in qualità di Consulente Tecnico d’ufficio per l’arte moderna e contemporanea, presso il Tribunale di Roma.
Il Museo Internazionale d’arte moderna “Guelfo”, riunisce dunque nella casa-museo di Fabriano opere dell’artista Guelfo Bianchini e la maggior parte di quei disegni, incisioni, dipinti, sculture oggetto di dono da parte degli amici artisti o frutto di una scelta all’insegna dell’empatia. La continua osmosi artistico-culturale e la profonda amicizia con Cocteau, Chagall, Dalì, Man Ray, Masson, De Chirico, Manzù (solo per citarne alcuni), producono una galleria di ritratti che hanno lui come protagonista e che sviscerano ogni singolo lato della sua sfaccettata personalità. L’artista fabrianese, appassionato di un’arte che conduce nei misteri dell’anima, ha creato una collezione coerente con i suoi interessi. La lunga permanenza dell’artista a Roma e a Parigi, i suoi numerosi viaggi attraverso l’Europa sono stati occasione di incontri, segni dell’esigenza di scambiare idee e completare le proprie intuizioni con altri artisti. Attraverso l’esposizione di opere inedite di alcuni protagonisti dell’arte moderna presenti nella collezione da una parte si persegue lo scopo di mettere a fuoco la dimensione internazionale dell’artista fabrianese e dall’altra si offre al pubblico la possibilità di ripercorrere le principali correnti artistiche accompagnati dallo sguardo sensibile di Guelfo.
La mostra è articolata in tre sezioni. Una prima sezione riunisce i ritratti di Guelfo eseguiti dagli artisti e alcune opere inedite a lui dedicate che testimoniano il momento dell’incontro fra l’artista fabrianese e i protagonisti delle avanguardie internazionali tra cui Jean Arp, Luigi Bartolini, Victor Brauner, Remo Bodini, Hans Bellmer, Corrado Cagli, Marc Chagall, Fabrizio Clerici, Jean Cocteau, Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Pericle Fazzini, Tonino Guerra, Virgilio Guidi, Oskar Kokoschka, Man Ray, Giacomo Manzù, André Masson, Fausto Pirandello, Riccardo Tommasi Ferroni, Giulio Turcato.
Segue una seconda sezione, costituita da artisti scelti da Guelfo perché in sintonia con la sua poetica: Francis Bacon, Balthus, Georges Braque, Paul Cézanne, Raoul Dufy, Max Ernst, Francisco Goya, Vasilij Kandinsky, Wilfredo Lam, Henry de Toulouse-Lautrec, Fernand Léger, René Magritte, Edouard Manet, Henry Matisse, Joan Mirò, Sante Monachesi, Pablo Picasso, Pierre Auguste Renoir, Georges Rouault, Mimmo Rotella, Alberto Savinio.
L’ultima sezione è dedicata alla proiezione video al fine di ricostruire in mostra gli interni abitati da Guelfo sia a Roma che a Fabriano, per restituire l’effetto di insieme della collezione e principalmente il senso di calda ospitalità espresso dall’artista nell’ordinarla intorno alla sua quotidiana ricerca delle ragioni dell’arte. La suggestiva collocazione della Palazzina Azzurra, quasi sospesa fra il mare e un viale di palme, ha guidato il progetto di allestimento verso la trasparenza e la fluidità. Le opere appariranno leggere per restituire la fragilità del dono dell’amicizia e dell’incontro. Tutto l’allestimento suggerisce la possibilità di rendere concreta un’arte in bilico tra sogno e visione. Per la parte grafica viene predisposto un ricco materiale illustrativo per accompagnare il pubblico in visita alla mostra e un agile catalogo/album fotografico per ritrovare nel tempo il piacere di “sfogliare” la mostra.
Roberto Bua, progetto allestimento; Joan Martos, progetto grafico, Studio Mjras, Urbino.
Cenni biografici
Nasce a Fabriano nel 1937. Compie gli studi alla Scuola del Libro di Urbino.
Fra il 1957 e il 1963 ha l’occasione di frequentare il mondo romano e stringe rapporti con gli artisti Francalancia, Bartolini, De Chirico e Cocteau. Nel 1961 è invitato da Oskar Kokoschka nel castello di Salisburgo, dove conosce Manzù. Esegue la serie di disegni Viaggio in Austria e ritrae Kokoschka ricevendo in cambio dall’artista austriaco il Ritratto di Guelfo – Velfen. Conosce Marc Chagall che gli dona il disegno Profilo di Guelfo e in occasione del compleanno dell’artista russo Guelfo gli regalerà Chagall ironico (coll. Vence, Francia).
Fra il 1965 e il 1973 è titolare della cattedra di Discipline pittoriche al Liceo Artistico di Roma. Compie numerosi viaggi in Francia dove incontra Magnelli, Picasso e Mirò. Grazie all’amicizia di George Visat, editore parigino, conosce molti artisti e inizia una collezione di opere su carta. Dal 1957 il suo Studio dell’Orologio, situato all’ombra della torre dell’orologio del Borromini, è punto d’incontro e poi sede “patafisica”. Viaggia a Berlino, in Grecia e Parigi, dove incontra Ernst, Tanning, Matta, Ray, Bellmer. Questi due ultimi eseguiranno foto e disegni per Guelfo. Nel ’71 fonda il “Giornale invisibile TIC biografici” e il Museo Internazionale l’Orologio. Conosce Buñuel, Hans Richter, Masson che lo ritrae in un disegno. Conosce Hartung, invitato dalla sua scuola, e Lam a Parigi.
Nel 1974 viaggia attraverso Olanda, Danimarca, Francia. Guidi e Cagli disegnano un suo ritratto. A Parigi conosce Dalì che schizza un suo profilo e le Gallerie di Visat e Berggruen espongono le sue opere. Nel 1977 è Pericle Fazzini a eseguire un suo ritratto. Nel 1978 viene fondata l’Associazione Museo Internazionale d’Arte Moderna – l’Orologio a Fabriano e Guelfo è presidente. Madame Arp dona l’opera Idol di Jean Arp come simbolo del Museo di Guelfo. Nel 1979 entra come protagonista nel romanzo La torre dell’Orologio di Franco Simongini. Esce il filmato nella rassegna televisiva “Artisti d’oggi” Guelfo e la torre dell’orologio con un testo di Giuliano Briganti e intervista di Sergio Pautasso, musiche Alvin Curran. Il Giornale Invisibile TIC (Diario di bordo biografico) diventa visibile ed esce in edizione d’arte: TIC di Guelfo, ovvero capricci a volo, Giorgio De Chirico, Guelfo e gli amici volanti, stampato a Roma da M. De Rossi, con la collaborazione di De Chirico, Arp, Dalì, Fazzini, Guidi, Kokoschka, Manzù, Mirò, Ray, Strazza, Turcato, poesie di Borges e altri. Al 1980 risalgono gli studi per un suo ritratto da parte di Riccardo Tommasi Ferroni. Angela Redini gli dedica un servizio televisivo: “Guelfo in bicicletta nei cortili barocchi di Roma”.
Nel 1983, Roberto Soldati realizza il film Guelfo, Tempo allo specchio che viene presentato al Festival del cinema di Salsomaggiore e dell’Aquila.
Dal 1983 alla morte nel 1997 a Roma, la sua biografia registra un’intensa attività pittorica come la messa in opera delle vetrate per la chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Fabriano e molteplici mostre. Guelfo, in questi ultimi tempi, continua a dare tregua alle sue inquietudini nei viaggi attraverso l’Europa.
L’ artista fabrianese ha sentito sempre il fascino della secolare tradizione dell’arte della carta, propria della sua città natale, insieme ad una vocazione culturale ed artistica di respiro europeo. Dopo il Premio assegnatogli dall’Accademia di San Luca nel 1959 Guelfo continua la sua ricerca di artista collezionista, che lo porta ad incontri con artisti di fama internazionale, quali: Afro, Arp, Bartolini, Bellmer, Bodini, Chagall, Cocteau, Greco, Guidi, Kokoscka, Lam, Levi, Guttuso, Manzù, Masson, Matta, Mirò, Tanning, Tommasi-Ferroni, Turcato, Clerici, Man Ray. Di tali frequentazioni sono testimonianza, oltre alle opere in Collezione, anche i numerosi ritratti che molti dei citati maestri gli dedicarono, in segno di profondo sodalizio amicale e artistico. Con Giorgio De Chirico, che definiva quello di Guelfo “un talento eccezionale”, ci fu una lunga serie di incontri, percorsi culturali ed affinità elettive, sfociati poi nel volume d’arte “Tic - Guelfo e Giorgio De Chirico”, presente nelle più importanti biblioteche e musei e in un certo numero di opere di De Chirico confluite nella Collezione Guelfo.
Le opere, visionate dal Ministero dei Beni Culturali e dichiarate “di grande interesse artistico e documentario” vengono ora, in una significativa selezione, presentate per la prima volta al pubblico, unitamente ad alcuni “teleri”, che siglano il percorso creativo di Guelfo. E che Guelfo, nello spirito dell’artista-collezionista e mecenate, pensasse, da sempre, ad un Museo per la sua città, lo si può dedurre dal fatto che nel 1977 costituì legalmente a Fabriano e a Roma, l’Associazione Museo Internazionale d’arte moderna-Collezione Guelfo, intendendo come museo il luogo delle muse e dei veri artisti, contro la mercificazione e il degrado della vita e dell’arte. Lo spirito che anima la Collezione è altresì didattico, in quanto esemplificativo delle numerose poetiche che hanno attraversato il XX secolo, da Guelfo ampiamente investigato, sotto il profilo artistico, anche in qualità di Consulente Tecnico d’ufficio per l’arte moderna e contemporanea, presso il Tribunale di Roma.
Il Museo Internazionale d’arte moderna “Guelfo”, riunisce dunque nella casa-museo di Fabriano opere dell’artista Guelfo Bianchini e la maggior parte di quei disegni, incisioni, dipinti, sculture oggetto di dono da parte degli amici artisti o frutto di una scelta all’insegna dell’empatia. La continua osmosi artistico-culturale e la profonda amicizia con Cocteau, Chagall, Dalì, Man Ray, Masson, De Chirico, Manzù (solo per citarne alcuni), producono una galleria di ritratti che hanno lui come protagonista e che sviscerano ogni singolo lato della sua sfaccettata personalità. L’artista fabrianese, appassionato di un’arte che conduce nei misteri dell’anima, ha creato una collezione coerente con i suoi interessi. La lunga permanenza dell’artista a Roma e a Parigi, i suoi numerosi viaggi attraverso l’Europa sono stati occasione di incontri, segni dell’esigenza di scambiare idee e completare le proprie intuizioni con altri artisti. Attraverso l’esposizione di opere inedite di alcuni protagonisti dell’arte moderna presenti nella collezione da una parte si persegue lo scopo di mettere a fuoco la dimensione internazionale dell’artista fabrianese e dall’altra si offre al pubblico la possibilità di ripercorrere le principali correnti artistiche accompagnati dallo sguardo sensibile di Guelfo.
La mostra è articolata in tre sezioni. Una prima sezione riunisce i ritratti di Guelfo eseguiti dagli artisti e alcune opere inedite a lui dedicate che testimoniano il momento dell’incontro fra l’artista fabrianese e i protagonisti delle avanguardie internazionali tra cui Jean Arp, Luigi Bartolini, Victor Brauner, Remo Bodini, Hans Bellmer, Corrado Cagli, Marc Chagall, Fabrizio Clerici, Jean Cocteau, Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Pericle Fazzini, Tonino Guerra, Virgilio Guidi, Oskar Kokoschka, Man Ray, Giacomo Manzù, André Masson, Fausto Pirandello, Riccardo Tommasi Ferroni, Giulio Turcato.
Segue una seconda sezione, costituita da artisti scelti da Guelfo perché in sintonia con la sua poetica: Francis Bacon, Balthus, Georges Braque, Paul Cézanne, Raoul Dufy, Max Ernst, Francisco Goya, Vasilij Kandinsky, Wilfredo Lam, Henry de Toulouse-Lautrec, Fernand Léger, René Magritte, Edouard Manet, Henry Matisse, Joan Mirò, Sante Monachesi, Pablo Picasso, Pierre Auguste Renoir, Georges Rouault, Mimmo Rotella, Alberto Savinio.
L’ultima sezione è dedicata alla proiezione video al fine di ricostruire in mostra gli interni abitati da Guelfo sia a Roma che a Fabriano, per restituire l’effetto di insieme della collezione e principalmente il senso di calda ospitalità espresso dall’artista nell’ordinarla intorno alla sua quotidiana ricerca delle ragioni dell’arte. La suggestiva collocazione della Palazzina Azzurra, quasi sospesa fra il mare e un viale di palme, ha guidato il progetto di allestimento verso la trasparenza e la fluidità. Le opere appariranno leggere per restituire la fragilità del dono dell’amicizia e dell’incontro. Tutto l’allestimento suggerisce la possibilità di rendere concreta un’arte in bilico tra sogno e visione. Per la parte grafica viene predisposto un ricco materiale illustrativo per accompagnare il pubblico in visita alla mostra e un agile catalogo/album fotografico per ritrovare nel tempo il piacere di “sfogliare” la mostra.
Roberto Bua, progetto allestimento; Joan Martos, progetto grafico, Studio Mjras, Urbino.
Cenni biografici
Nasce a Fabriano nel 1937. Compie gli studi alla Scuola del Libro di Urbino.
Fra il 1957 e il 1963 ha l’occasione di frequentare il mondo romano e stringe rapporti con gli artisti Francalancia, Bartolini, De Chirico e Cocteau. Nel 1961 è invitato da Oskar Kokoschka nel castello di Salisburgo, dove conosce Manzù. Esegue la serie di disegni Viaggio in Austria e ritrae Kokoschka ricevendo in cambio dall’artista austriaco il Ritratto di Guelfo – Velfen. Conosce Marc Chagall che gli dona il disegno Profilo di Guelfo e in occasione del compleanno dell’artista russo Guelfo gli regalerà Chagall ironico (coll. Vence, Francia).
Fra il 1965 e il 1973 è titolare della cattedra di Discipline pittoriche al Liceo Artistico di Roma. Compie numerosi viaggi in Francia dove incontra Magnelli, Picasso e Mirò. Grazie all’amicizia di George Visat, editore parigino, conosce molti artisti e inizia una collezione di opere su carta. Dal 1957 il suo Studio dell’Orologio, situato all’ombra della torre dell’orologio del Borromini, è punto d’incontro e poi sede “patafisica”. Viaggia a Berlino, in Grecia e Parigi, dove incontra Ernst, Tanning, Matta, Ray, Bellmer. Questi due ultimi eseguiranno foto e disegni per Guelfo. Nel ’71 fonda il “Giornale invisibile TIC biografici” e il Museo Internazionale l’Orologio. Conosce Buñuel, Hans Richter, Masson che lo ritrae in un disegno. Conosce Hartung, invitato dalla sua scuola, e Lam a Parigi.
Nel 1974 viaggia attraverso Olanda, Danimarca, Francia. Guidi e Cagli disegnano un suo ritratto. A Parigi conosce Dalì che schizza un suo profilo e le Gallerie di Visat e Berggruen espongono le sue opere. Nel 1977 è Pericle Fazzini a eseguire un suo ritratto. Nel 1978 viene fondata l’Associazione Museo Internazionale d’Arte Moderna – l’Orologio a Fabriano e Guelfo è presidente. Madame Arp dona l’opera Idol di Jean Arp come simbolo del Museo di Guelfo. Nel 1979 entra come protagonista nel romanzo La torre dell’Orologio di Franco Simongini. Esce il filmato nella rassegna televisiva “Artisti d’oggi” Guelfo e la torre dell’orologio con un testo di Giuliano Briganti e intervista di Sergio Pautasso, musiche Alvin Curran. Il Giornale Invisibile TIC (Diario di bordo biografico) diventa visibile ed esce in edizione d’arte: TIC di Guelfo, ovvero capricci a volo, Giorgio De Chirico, Guelfo e gli amici volanti, stampato a Roma da M. De Rossi, con la collaborazione di De Chirico, Arp, Dalì, Fazzini, Guidi, Kokoschka, Manzù, Mirò, Ray, Strazza, Turcato, poesie di Borges e altri. Al 1980 risalgono gli studi per un suo ritratto da parte di Riccardo Tommasi Ferroni. Angela Redini gli dedica un servizio televisivo: “Guelfo in bicicletta nei cortili barocchi di Roma”.
Nel 1983, Roberto Soldati realizza il film Guelfo, Tempo allo specchio che viene presentato al Festival del cinema di Salsomaggiore e dell’Aquila.
Dal 1983 alla morte nel 1997 a Roma, la sua biografia registra un’intensa attività pittorica come la messa in opera delle vetrate per la chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Fabriano e molteplici mostre. Guelfo, in questi ultimi tempi, continua a dare tregua alle sue inquietudini nei viaggi attraverso l’Europa.
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