Beppe Domenici. Terra, fuoco e la passione

Beppe Domenici. Terra, fuoco e la passione
Dal 09 Ottobre 2015 al 10 Gennaio 2015
Montelupo Fiorentino | Firenze
Luogo: Museo della ceramica
Indirizzo: piazza Vittorio Veneto 11
Curatori: Claudio Giorgetti
Enti promotori:
- Fondazione Museo Montelupo Onlus
- Comune di Montelupo Fiorentino
- Con il patrocinio di Comune di Viareggio e Fondazione Carnevale di Viareggio
Inizia una nuova stagione di iniziative promosse dalla Fondazione Museo Montelupo.
Il primo appuntamento importante da segnare in calendario è venerdì 9 ottobre, quando si terrà l’inaugurazione dell’esposizione “Terra, fuoco e la passione”, dedicata a Beppe Domenici, uno dei più eclettici artisti toscani del secondo dopo guerra.
Giuseppe Domenici, Beppe per gli amici, nasce a Viareggio nel 1924, frequenta l'Accademia delle belle Arti a Firenze e successivamente la facoltà di Architettura.
Inizia così una lunga carriera artistica che si cimenta con diversi linguaggi e diverse forme espressive: dal design alla pittura, dalla realizzazione di scenografie alla produzione di opere in ceramica.
Come scenografo sono da ricordare le collaborazioni con il Circo Orfei e il Circo Togni, ma anche la realizzazione di un gigantesco mostro animato per la Filmar, usato in "Goliath contro i giganti" e "Maciste contro i mostri".
L'esposizione allestita a Montelupo Fiorentino focalizza l'attenzione sulla produzione ceramica dell'artista; in mostra 35 opere che ripercorrono l'evoluzione stilistica di Domenici e il rapporto con questa materia.
Una attenta selezione permette di cogliere l'innovativa cifra stilistica con la quale l’artista ha dato vita a originali pezzi di design che bene esplicitano la sua capacità creativa che nell’utilizzo di un materiale nobile ma difficile, come la ceramica, trovò una felice sintesi tra originalità ed oggetto d’uso, tra fantasia e rigore progettuale.
Un approccio, quello dell'artista viareggino, iniziato ponendo attenzione alle funzioni d'uso dell'oggetto per poi arrivare a realizzare elementi di arredo o oggetti in ceramica che si andavo a integrare in un contesto già esistente.
La sua avventura nel mondo della ceramica inizia nel 1952, prima a Vallarius e poi ad Albissola,dove lavora da Bartolomeo Tortarolo detto Bianco d’Albisola, che nella sua fornace detta “Pozzo Garitta” ospita i maggiori artisti dell’epoca. Beppe li conosce tutti nei mesi che passa lì a lavorare e con alcuni stringe un rapporto di amicizia. Tra questi Aligi Sassu, Agenore Fabbri, Lele Luzzati, Lucio Fontana.
Alla fine degli anni’ 50 Domenici alterna periodi di lavoro ad Albisola con frequenti viaggi a Montelupo Fiorentino, un altro centro celebre della produzione ceramica italiana sin dal medioevo. Anche a Montelupo sviluppa una rete di contatti e relazioni con artisti e maestri ceramisti come Aldo Londi e Eugenio Taccini che dureranno nel tempo.
All'inizio degli anni Sessanta torna nel suo paese d'origine dove fonda le “Ceramiche Viareggio”, manifattura attiva fino al 1970.
In questo periodo inizia anche a realizzare una delle sue opere più note la fontana “Delle quattro stagioni”, collocata nel lungo mare di Viareggio, davanti all'hotel Raoyal e divenuta monumento di importanza nazionale nel 2012.
I fornitori di colori di Domenici erano molti, ma il più importante fu Colorobbia; qui l'artista si approvvigionava anche per le mescole d'argilla. Dai documenti d'archivio risultano ordini per tutti i tipi di colori, con particolare insistenza per tutta la gamma dei blu e degli azzurri. Il frequente utilizzo delle tonalità del mare e del cielo è un tratto distintivo della sua produzione ceramica; aspetto che emerge chiaramente dall'allestimento proposto a Montelupo.
Numerose commissioni sono arrivate a Domenici anche dall'estero.
Nel 1964 i grandi magazzini Macy's di New York gli ordinarono la realizzazione di un bassorilievo in ceramica; oppure cura l'arredo del night club “Hipocampo” di Caracas e ancora la Regione Toscana incarica Beppe di rappresentare l'Italia all'Art Italian Festival di Melbourne.
Il primo appuntamento importante da segnare in calendario è venerdì 9 ottobre, quando si terrà l’inaugurazione dell’esposizione “Terra, fuoco e la passione”, dedicata a Beppe Domenici, uno dei più eclettici artisti toscani del secondo dopo guerra.
Giuseppe Domenici, Beppe per gli amici, nasce a Viareggio nel 1924, frequenta l'Accademia delle belle Arti a Firenze e successivamente la facoltà di Architettura.
Inizia così una lunga carriera artistica che si cimenta con diversi linguaggi e diverse forme espressive: dal design alla pittura, dalla realizzazione di scenografie alla produzione di opere in ceramica.
Come scenografo sono da ricordare le collaborazioni con il Circo Orfei e il Circo Togni, ma anche la realizzazione di un gigantesco mostro animato per la Filmar, usato in "Goliath contro i giganti" e "Maciste contro i mostri".
L'esposizione allestita a Montelupo Fiorentino focalizza l'attenzione sulla produzione ceramica dell'artista; in mostra 35 opere che ripercorrono l'evoluzione stilistica di Domenici e il rapporto con questa materia.
Una attenta selezione permette di cogliere l'innovativa cifra stilistica con la quale l’artista ha dato vita a originali pezzi di design che bene esplicitano la sua capacità creativa che nell’utilizzo di un materiale nobile ma difficile, come la ceramica, trovò una felice sintesi tra originalità ed oggetto d’uso, tra fantasia e rigore progettuale.
Un approccio, quello dell'artista viareggino, iniziato ponendo attenzione alle funzioni d'uso dell'oggetto per poi arrivare a realizzare elementi di arredo o oggetti in ceramica che si andavo a integrare in un contesto già esistente.
La sua avventura nel mondo della ceramica inizia nel 1952, prima a Vallarius e poi ad Albissola,dove lavora da Bartolomeo Tortarolo detto Bianco d’Albisola, che nella sua fornace detta “Pozzo Garitta” ospita i maggiori artisti dell’epoca. Beppe li conosce tutti nei mesi che passa lì a lavorare e con alcuni stringe un rapporto di amicizia. Tra questi Aligi Sassu, Agenore Fabbri, Lele Luzzati, Lucio Fontana.
Alla fine degli anni’ 50 Domenici alterna periodi di lavoro ad Albisola con frequenti viaggi a Montelupo Fiorentino, un altro centro celebre della produzione ceramica italiana sin dal medioevo. Anche a Montelupo sviluppa una rete di contatti e relazioni con artisti e maestri ceramisti come Aldo Londi e Eugenio Taccini che dureranno nel tempo.
All'inizio degli anni Sessanta torna nel suo paese d'origine dove fonda le “Ceramiche Viareggio”, manifattura attiva fino al 1970.
In questo periodo inizia anche a realizzare una delle sue opere più note la fontana “Delle quattro stagioni”, collocata nel lungo mare di Viareggio, davanti all'hotel Raoyal e divenuta monumento di importanza nazionale nel 2012.
I fornitori di colori di Domenici erano molti, ma il più importante fu Colorobbia; qui l'artista si approvvigionava anche per le mescole d'argilla. Dai documenti d'archivio risultano ordini per tutti i tipi di colori, con particolare insistenza per tutta la gamma dei blu e degli azzurri. Il frequente utilizzo delle tonalità del mare e del cielo è un tratto distintivo della sua produzione ceramica; aspetto che emerge chiaramente dall'allestimento proposto a Montelupo.
Numerose commissioni sono arrivate a Domenici anche dall'estero.
Nel 1964 i grandi magazzini Macy's di New York gli ordinarono la realizzazione di un bassorilievo in ceramica; oppure cura l'arredo del night club “Hipocampo” di Caracas e ancora la Regione Toscana incarica Beppe di rappresentare l'Italia all'Art Italian Festival di Melbourne.
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