Territori, arte e cultura del vino a Palazzo Vecchio. L’Enoarte di Elisabetta Rogai
Dal 03 Settembre 2021 al 18 Settembre 2021
Firenze
Luogo: Sala d’arme di Palazzo Vecchio
Indirizzo: Piazza della Signoria
Orari: tutti i giorni 9-19 (giovedì 9-14)
Enti promotori:
- Comune di Firenze
- Associazione “Le Donne del vino”
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.elisabettarogai.it
L’appuntamento è fissato per venerdì 3 settembre 2021, alle ore 17.30 nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. La Vicesindaca di Firenze, Alessia Bettini - insieme a Cecilia del Re (Assessore all’agricoltura urbana, ambiente e turismo), a Eugenio Giani (Presidente della Toscana) e a Cristina Acidini (Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze) - inaugurerà la mostra “Territori, arte e cultura del vino a Palazzo Vecchio. L’Enoarte di Elisabetta Rogai”.
Promossa dal Comune di Firenze e dall’associazione “Le Donne del vino”, l’esposizione personale dell’Artista fiorentina rientra nel programma di appuntamenti collaterali del G20 dell’Agricoltura che si terrà a Firenze il 17 e il 18 settembre prossimi.
Strettamente connessa ai temi della riunione internazionale, la mostra di Elisabetta Rogai aggiunge un tocco di creatività e femminilità al programma di incontri organizzati dalle “Donne del vino” e testimonia fino a che punto arte e vino possono incontrarsi, toccarsi e fondersi fino a diventare complici di un successo che, grazie alla poliedrica attività dell’Artista, ha portato il nome di Firenze in tutto il mondo.
Inoltre per Rogai si tratta di un debutto nella monumentale e suggestiva Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, il cuore della “casa civile” dei fiorentini, luogo di grande prestigio dove fino al 18 settembre, sempre con ingresso libero sarà visibile una trentina di dipinti di Elisabetta Rogai realizzati con la tecnica della “Enoarte”.
Di dimensione variabile, le opere sono state compiute tra il 2011 - anno in cui l’Artista concepì questa nuova tecnica di espressione artistica - e il 2021; i soggetti prediletti sono femminili, donne dai lunghi capelli, in momenti di riflessione e sogno, ma anche cavalli dalle criniere al vento, aquile, falchi.
Tutte le opere in mostra sono presenti sul catalogo realizzato per l’occasione da Chianti Banca, dove trovano spazio anche i testi di Alessia Bettini, Cecilia Del Re, Eugenio Giani, Donatella Cinelli Colombini (Presidente dell’associazione “Donne del vino”), Cristiano Jacopozzi (Presidente di Chianti Banca) e il testo critico di Cristina Acidini (Presidente dell’Accademia delle arti del disegno e già Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino), la quale scrive che la mostra in Sala d’Arme «segna un vertice nella piena maturità personale e professionale di Elisabetta Rogai, alla confluenza dell’esercizio inventivo e dell’affinamento tecnico, che ne fanno un’artista costantemente impegnata in un’entusiasmante sfida con se stessa».
Infine, da segnalare che, tra le opere presenti in mostra, vi sarà anche il Dante infernale, la tela dipinta con vino e colore rosso a olio realizzato da Elisabetta Rogai nell’anno che celebra il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri.
“Enoarte”, strumento emozionale del nettare di Bacco per fini artistici Nasce nel 2011 la cosiddetta “Enoarte” di Elisabetta Rogai, risultato di un’intuizione rivoluzionaria: sulla tavolozza, infatti, il vino diventa arte grazie alla tecnica di fissaggio naturale adottata dall’artista, cioè i colori non sbiadiscono oltre una certa soglia. Dunque il vino invecchia sulla tela passando dalle cromie tipicamente giovanili a quelle caratteristiche della maturità. Di norma, in cantina questo processo richiede diversi anni, mentre sulla tela la trasformazione della nouance si avvia già dopo un mese e si completa nei mesi successivi.
Dopo alcuni anni di sperimentazione della tecnica pura - Elisabetta Rogai non ha disdegnato di usare perfino l’aceto balsamico, ottenendo egualmente risultati esaltanti - l’Artista ha dato il via a un nuovo capitolo dell’“Enoarte”, unendo alla pittura con il vino, anche quella di colori a olio, spesso per creare dei contrasti cromatici inattesi, per rendere più luminoso un dipinto o per ottenere maggiore pathos nella raffigurazione.
E siccome Elisabetta Rogai, come ogni artista, non smette mai di sperimentare e ricercare, unitamente al vino e ai colori a olio nelle sue opere pittoriche più recenti compare spesso un tratto deciso - color “rosso Pozzuoli” spiega l’Artista - che mette in evidenza il soggetto e dà ancora più risalto alla tela dipinta.
Elisabetta Rogai è una degli artisti contemporanei toscani di maggior successo a livello nazionale e internazionale.
Ha rappresentato tante volte l’arte toscana negli USA, in Cina, Giappone e Grecia, in tutto il mondo, in occasione di celebrazioni che esaltano l’Italia come il suo Astrid dipinto nel 2006 con il Chianti Classico e diventata l’etichetta della bottiglia del vino ufficiale del semestre della Presidenza dell’Unione Europea.
In 50 anni di attività pittorica Elisabetta Rogai ha all’attivo una serie infinita di mostre: a Washington, Los Angeles, Hong Kong, Cannes, Roma, Milano, Venezia, Siena, Pietrasanta, Forte dei Marmi, nella sua Firenze a Palazzo Medici Riccardi, così come è stata nominata “Artista dell’anno” della sudamericana Friends of Arts Foundation.
Autrice il ritratto di Oriana Fallaci per il Consiglio Regionale della Toscana, Elisabetta Rogai è l’unica artista donna che ha eseguito l’affresco celebrativo per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze e una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per gli 85 anni della Forza Armata.
Inoltre il Corriere della Sera ha scelto un suo dipinto per la prima pagina del giorno inaugurale di Vinitaly 2015. Nello stesso anno - anche dell’Expo milanese - l’Artista dipinse il Drappellone del Palio di Siena (Palio dell’Assunta del 16 agosto) con quattro diversi vini rossi del territorio senese, vivendo un’emozione «mai così forte in tutta la mia vita» ha rivelato in seguito, rappresentando la Madonna Assunta in cielo (dipinta con il Brunello di Montalcino) con un'aureola di spighe di grano, esplicito riferimento alla tematica dell’Expo “Nutrire il pianeta”.
Sempre con il vino ha realizzato l’immagine di Cio Cio San, la protagonista dell’opera lirica Madama Butterfly, donata nell’estate 2020 alla Fondazione Festival Pucciniano alla presenza dell’ambasciatore giapponese in Italia, Hiroshi Oe.
Suo anche l'affresco raffigurante Il battesimo di Cristo nella pieve romanica di San Pietro in Bossolo a Tavarnelle Barberino, in provincia di Firenze, presentato nel febbraio 2020.
Dal 2011 la pittrice fiorentina “comunica anche il vino”, cioè diffonde l’amore per l’arte e per il vino nel mondo in maniera singolare, anche perché con la sua Enoarte è riuscita ad incentivare l’incontro tra pittura ed enologia offrendo l’opportunità di un valido strumento di marketing per le cantine.
Infatti Rogai dipinge usando esclusivamente vino rosso al posto del colore, una tecnica unica che apre un nuovo rapporto con la materia e la natura. Il vino si fissa sulla tela e poi invecchia esattamente come farebbe nelle bottiglie passando da tonalità rosso porpora a rosso ambrato, infine il processo si arresta mantenendo la luminosità delle tinte. I suoi dipinti hanno insomma qualcosa di vivo che conferisce nuovo fascino alle immagini che hanno riferimenti artistici contemporanei, con una grande attenzione all’equilibrio compositivo e a un’espressività sussurrata, a volte triste ma sempre coerente, quasi una riflessione sul destino femminile, il parallelismo fra vino e donne.
Promossa dal Comune di Firenze e dall’associazione “Le Donne del vino”, l’esposizione personale dell’Artista fiorentina rientra nel programma di appuntamenti collaterali del G20 dell’Agricoltura che si terrà a Firenze il 17 e il 18 settembre prossimi.
Strettamente connessa ai temi della riunione internazionale, la mostra di Elisabetta Rogai aggiunge un tocco di creatività e femminilità al programma di incontri organizzati dalle “Donne del vino” e testimonia fino a che punto arte e vino possono incontrarsi, toccarsi e fondersi fino a diventare complici di un successo che, grazie alla poliedrica attività dell’Artista, ha portato il nome di Firenze in tutto il mondo.
Inoltre per Rogai si tratta di un debutto nella monumentale e suggestiva Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, il cuore della “casa civile” dei fiorentini, luogo di grande prestigio dove fino al 18 settembre, sempre con ingresso libero sarà visibile una trentina di dipinti di Elisabetta Rogai realizzati con la tecnica della “Enoarte”.
Di dimensione variabile, le opere sono state compiute tra il 2011 - anno in cui l’Artista concepì questa nuova tecnica di espressione artistica - e il 2021; i soggetti prediletti sono femminili, donne dai lunghi capelli, in momenti di riflessione e sogno, ma anche cavalli dalle criniere al vento, aquile, falchi.
Tutte le opere in mostra sono presenti sul catalogo realizzato per l’occasione da Chianti Banca, dove trovano spazio anche i testi di Alessia Bettini, Cecilia Del Re, Eugenio Giani, Donatella Cinelli Colombini (Presidente dell’associazione “Donne del vino”), Cristiano Jacopozzi (Presidente di Chianti Banca) e il testo critico di Cristina Acidini (Presidente dell’Accademia delle arti del disegno e già Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino), la quale scrive che la mostra in Sala d’Arme «segna un vertice nella piena maturità personale e professionale di Elisabetta Rogai, alla confluenza dell’esercizio inventivo e dell’affinamento tecnico, che ne fanno un’artista costantemente impegnata in un’entusiasmante sfida con se stessa».
Infine, da segnalare che, tra le opere presenti in mostra, vi sarà anche il Dante infernale, la tela dipinta con vino e colore rosso a olio realizzato da Elisabetta Rogai nell’anno che celebra il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri.
“Enoarte”, strumento emozionale del nettare di Bacco per fini artistici Nasce nel 2011 la cosiddetta “Enoarte” di Elisabetta Rogai, risultato di un’intuizione rivoluzionaria: sulla tavolozza, infatti, il vino diventa arte grazie alla tecnica di fissaggio naturale adottata dall’artista, cioè i colori non sbiadiscono oltre una certa soglia. Dunque il vino invecchia sulla tela passando dalle cromie tipicamente giovanili a quelle caratteristiche della maturità. Di norma, in cantina questo processo richiede diversi anni, mentre sulla tela la trasformazione della nouance si avvia già dopo un mese e si completa nei mesi successivi.
Dopo alcuni anni di sperimentazione della tecnica pura - Elisabetta Rogai non ha disdegnato di usare perfino l’aceto balsamico, ottenendo egualmente risultati esaltanti - l’Artista ha dato il via a un nuovo capitolo dell’“Enoarte”, unendo alla pittura con il vino, anche quella di colori a olio, spesso per creare dei contrasti cromatici inattesi, per rendere più luminoso un dipinto o per ottenere maggiore pathos nella raffigurazione.
E siccome Elisabetta Rogai, come ogni artista, non smette mai di sperimentare e ricercare, unitamente al vino e ai colori a olio nelle sue opere pittoriche più recenti compare spesso un tratto deciso - color “rosso Pozzuoli” spiega l’Artista - che mette in evidenza il soggetto e dà ancora più risalto alla tela dipinta.
Elisabetta Rogai è una degli artisti contemporanei toscani di maggior successo a livello nazionale e internazionale.
Ha rappresentato tante volte l’arte toscana negli USA, in Cina, Giappone e Grecia, in tutto il mondo, in occasione di celebrazioni che esaltano l’Italia come il suo Astrid dipinto nel 2006 con il Chianti Classico e diventata l’etichetta della bottiglia del vino ufficiale del semestre della Presidenza dell’Unione Europea.
In 50 anni di attività pittorica Elisabetta Rogai ha all’attivo una serie infinita di mostre: a Washington, Los Angeles, Hong Kong, Cannes, Roma, Milano, Venezia, Siena, Pietrasanta, Forte dei Marmi, nella sua Firenze a Palazzo Medici Riccardi, così come è stata nominata “Artista dell’anno” della sudamericana Friends of Arts Foundation.
Autrice il ritratto di Oriana Fallaci per il Consiglio Regionale della Toscana, Elisabetta Rogai è l’unica artista donna che ha eseguito l’affresco celebrativo per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze e una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per gli 85 anni della Forza Armata.
Inoltre il Corriere della Sera ha scelto un suo dipinto per la prima pagina del giorno inaugurale di Vinitaly 2015. Nello stesso anno - anche dell’Expo milanese - l’Artista dipinse il Drappellone del Palio di Siena (Palio dell’Assunta del 16 agosto) con quattro diversi vini rossi del territorio senese, vivendo un’emozione «mai così forte in tutta la mia vita» ha rivelato in seguito, rappresentando la Madonna Assunta in cielo (dipinta con il Brunello di Montalcino) con un'aureola di spighe di grano, esplicito riferimento alla tematica dell’Expo “Nutrire il pianeta”.
Sempre con il vino ha realizzato l’immagine di Cio Cio San, la protagonista dell’opera lirica Madama Butterfly, donata nell’estate 2020 alla Fondazione Festival Pucciniano alla presenza dell’ambasciatore giapponese in Italia, Hiroshi Oe.
Suo anche l'affresco raffigurante Il battesimo di Cristo nella pieve romanica di San Pietro in Bossolo a Tavarnelle Barberino, in provincia di Firenze, presentato nel febbraio 2020.
Dal 2011 la pittrice fiorentina “comunica anche il vino”, cioè diffonde l’amore per l’arte e per il vino nel mondo in maniera singolare, anche perché con la sua Enoarte è riuscita ad incentivare l’incontro tra pittura ed enologia offrendo l’opportunità di un valido strumento di marketing per le cantine.
Infatti Rogai dipinge usando esclusivamente vino rosso al posto del colore, una tecnica unica che apre un nuovo rapporto con la materia e la natura. Il vino si fissa sulla tela e poi invecchia esattamente come farebbe nelle bottiglie passando da tonalità rosso porpora a rosso ambrato, infine il processo si arresta mantenendo la luminosità delle tinte. I suoi dipinti hanno insomma qualcosa di vivo che conferisce nuovo fascino alle immagini che hanno riferimenti artistici contemporanei, con una grande attenzione all’equilibrio compositivo e a un’espressività sussurrata, a volte triste ma sempre coerente, quasi una riflessione sul destino femminile, il parallelismo fra vino e donne.
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