Leonardo mai visto

© Ranzani 2015 / Comune di Milano - tutti i diritti riservati - Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco di Milano | Leonardo da Vinci, Decorazione pittorica della Sala delle Asse: Monocromo, 1498 circa, Dipinto murale (Particolare), Milano, Castello Sforzesco

 

Dal 16 Maggio 2019 al 19 Aprile 2020

Milano

Luogo: Castello Sforzesco - Museo d’Arte Antica - Sala delle Asse

Indirizzo: Piazza Castello

Orari: Castello: Lun - Dom 7 - 19.30 | Musei: Mar - Dom 9 - 17.30 / Ultimo ingresso h 17 (solo visitatori già in possesso di biglietto. La biglietteria chiude alle ore 16.30) / Chiuso Lun, 25 Dic, 1° Gen, 1° Mag

Costo del biglietto: Intero 10 € | Ridotto 8 € | Ogni prima domenica del mese 5 €

Telefono per informazioni: +39 02 8846 3700

Sito ufficiale: http://https://www.milanocastello.it



Dal 16 maggio 2019 e fino al 12 gennaio 2020 (prorogata al 19 aprile), in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, la Sala delle Asse, il più importante ambiente del Castello Sforzesco di Milano, è eccezionalmente riaperta al pubblico dopo 6 anni di studi e restauri, svelando le nuove tracce leonardesche apparse sulle sue pareti. Una ulteriore scoperta, dopo quella della Sala stessa alla fine dell’Ottocento, che rivela una nuova geografia del progetto di decorazione ideato da Leonardo e che sarà la base di nuovi studi sul genio vinciano.

Attraverso la scenografica installazione multimediale Sotto l’ombra del Moro, i visitatori saranno guidati nella lettura dello spazio integrale della Sala, spostando l’attenzione dalla volta alle pareti laterali, e scopriranno come Leonardo da Vinci abbia qui sviluppato il suo concetto di imitazione della natura tanto da immaginare un sottobosco e, al di là degli alberi, case e colline all’orizzonte: dalla stanza del duca Sforza al territorio da lui governato; potranno comprendere il significato della Sala delle Asse nel Rinascimento e le sue complesse vicende storiche e conservative.

La Sala ha infatti necessariamente seguito, negli ultimi cinque secoli di storia, la stessa tormentata sorte del Castello, ricostruito su ordine degli Sforza a metà del Quattrocento come ampliamento del visconteo Castello di Porta Giovia. Per trasformarlo in luogo di delizie, invece che roccaforte militare, gli Sforza assoldarono i migliori architetti e le migliori intelligenze del Rinascimento: Donato Bramante, il Filarete, Bartolomeo Gadio, il Bramantino e, appunto, Leonardo da Vinci. Passato ai Francesi (nel 1500), agli Spagnoli (nel 1535), agli Austriaci (nel 1714) e poi ancora ai Francesi di Napoleone (nel 1796) per tornare agli Austriaci (nel 1815) e finalmente al Regno d’Italia (nel 1861), il Castello fu utilizzato come caserma e come stalla, e la Sala delle Asse fu adattata ai diversi usi che la guerra impone, così che la decorazione progettata da Leonardo venne coperta da strati su strati di calce.

Ma la certezza documentale che Leonardo avesse lavorato in quella Sala nel 1498 su incarico di Ludovico il Moro, poco dopo aver terminato il Cenacolo, fece sì che durante la ricostruzione del Castello, terminata nei primissimi anni del Novecento, si scoprisse una straordinaria radice (detta Il Monocromo perché disegnata a carboncino) alla base di un grande, illusionistico, pergolato di diciotto alberi di gelso, legati con corde annodate, che si intrecciano sulla volta della Sala sorreggendo uno stemma e le targhe sforzesche. L’attribuzione a Leonardo del Monocromo avvenne solo negli anni Cinquanta, durante un restauro “integrativo” della decorazione della volta, perché inizialmente era stato ritenuto un intervento seicentesco, slegato dal progetto pittorico originario che occupava tutto il soffitto della Sala. Il cantiere di studio e restauro - aperto nel 2013 per iniziativa del Castello e sospeso per sei mesi solo in occasione di Expo Milano 2015 - ha portato alla luce nuovi segni del disegno preparatorio di Leonardo, nel quale anche il Monocromo si inserisce perfettamente: tronchi, rami, paesaggi all’orizzonte, che definiscono un progetto colossale che occupa ogni centimetro della vasta Sala (15x15 metri per oltre 10 di altezza), trasformandola in un gigantesco trompe l’oeil.
Nessuno, a parte gli addetti ai lavori, ha ancora potuto osservare da vicino le nuove tracce di disegno preparatorio affiorate dai restauri, ma l’allestimento della Sala durante questi otto mesi di apertura eccezionale permetterà di vedere a distanza molto ravvicinata il Monocromo, che è stato anch’esso oggetto di un accurato restauro, grazie a una tribuna montata a ridosso della parete che lo ospita; mentre l’installazione multimediale Sotto l’ombra del Moro aiuterà a comprendere la regia complessiva dell’ambiente immaginato da Leonardo da Vinci.

La riapertura della Sala delle Asse, cuore del palinsesto “Milano e Leonardo 500”, è stata anticipata la sera del 15 maggio (dalle ore 20.30) da un evento inaugurale aperto al pubblico, dal titolo “Leonardo 500”: un gioco di immagini e suoni proiettati sulla Torre del Filarete, visibile dal Cortile delle Armi, e un concerto di musiche antiche eseguito dagli allievi della Scuola Civica di Musica “Claudio Abbado” sotto la Pergola di Leonardo, l’architettura botanica realizzata in occasione delle celebrazioni leonardesche che affonda le sue radici nel Cortile stesso.

La Pergola di Leonardo è la riproduzione dal vero in scala 1:2 della gigantesca decorazione della Sala: una vera e propria architettura vegetale costituita da giovani alberi di gelso che cresceranno con il tempo fino a raggiungere, nell'arco di tre stagioni circa, l'intera copertura della struttura in legno che ora sostiene gli alberi. La Pergola sarà un richiamo permanente all’opera di Leonardo per i milioni di visitatori che attraversano ogni anno le corti del Castello, oltre che un invito a entrare in Museo per ammirarla direttamente.

Il gelso è stato scelto da Leonardo, con ogni probabilità, sia perché riproduceva il paesaggio tipico di buona parte del territorio dominato dagli Sforza, dove l’industria serica era la più importante del Ducato e gli alberi di gelso erano necessari all’alimentazione del baco da seta; sia perché il nome scientifico del gelso è morus (dal latino) e la decorazione della Sala era stata commissionata da Ludovico il Moro, appunto, per trasformare l’ambiente alla base della Torre Falconiera in un salone di rappresentanza che celebrasse la sua figura come sostegno dello stato sforzesco. Camera dei Moroni, infatti, è il nome attribuito alla Sala dopo l’intervento di Leonardo, come si è scoperto recentemente nei documenti. Mentre, prima dell’intervento di Leonardo, e sempre in base ai documenti d’archivio, la Sala era ricoperta da “asse”, da cui il nome attribuito dopo la sua riscoperta a fine Ottocento.

Il paesaggio milanese, le sue strade, i suoi edifici e i suoi scorci sono protagonisti anche di un affascinante percorso multimediale Leonardo a Milano allestito nella Sala delle Armi - a pochi passi dalla Sala delle Asse lungo il percorso del Museo d’Arte Antica - che conduce il visitatore in un viaggio nel passato alla scoperta della città di Milano così come doveva apparire agli occhi di Leonardo (in diversi momenti tra il 1482 e il 1512).

Un’architettura appositamente creata nella Sala è la scenografia in cui Leonardo da Vinci dialoga con il suo allievo Cesare da Sesto e, grazie a luci, suoni e ologrammi, gli illustra la Milano in cui vive - ricchissima e popolosa, seconda in Europa solo a Parigi -, ma anche quella che potrebbe essere con il suo progetto di sistemazione urbanistica e di sviluppo dei canali. Un itinerario virtuale accompagna il visitatore tra spazi urbani, residenze aristocratiche ed edifici sacri come San Francesco Grande, il Borgo delle Grazie, il Castello di Porta Giovia, il quartiere dell’antica Porta Vercellina con il corso Nirone e l’asse viario Corso Magenta-Contrada dei Meravigli-Cordusio, fino a giungere al luogo in cui Leonardo abitava, non lontano dalla corte dell’Arengo (l’attuale Palazzo Reale), e dove progettava il grandioso monumento equestre in onore del padre di Ludovico il Moro, Francesco Sforza. Il tour nella città fa riemergere a distanza di cinque secoli anche la particolare composizione sociale di questi quartieri, che affiora tra le facciate affrescate dei palazzi e i vasti giardini interni agli isolati usati per ospitare feste e tornei.
Al percorso virtuale in città si aggiunge, nella Sala degli Scarlioni, la sezione Leonardo in Lombardia che propone 8 itinerari nel territorio lombardo promossi dalla Regione Lombardia in collaborazione con Explora (la sua Destination Management Organisation) che permettono di ritrovare ancora oggi nell’arte, nel paesaggio e nella stessa cultura enogastronomica gli elementi naturali tipici della terra lombarda più volte rappresentati da Leonardo nelle sue opere.

Gli itinerari accompagneranno il pubblico a riscoprire non solo i legami storici della Lombardia con Leonardo e la corte degli Sforza, ma soprattutto a ritrovare con gli occhi del genio di Vinci le stesse suggestioni naturalistiche che caratterizzano la sua grande opera artistica e scientifica. Un legame profondo, quello di Leonardo con la Lombardia, testimoniato dalle innumerevoli tracce del suo passaggio diffuse su tutto il territorio della regione. Preziose testimonianze che egli stesso ci ha lasciato, affidando ai suoi codici il compito di tramandare gli appunti e i disegni collegati alle note che ancora oggi ci restituiscono un vivido ritratto della Lombardia di quel tempo e l’inestimabile valore dell’opera e degli studi che costituiscono la massima espressione dell’eclettico talento di Leonardo da Vinci.

Uscendo dal Castello Sforzesco dopo la visita delle mostre, il visitatore potrà passeggiare per Milano e viaggiare in Lombardia alla ricerca dei luoghi in cui Leonardo è vissuto, dove ha lasciato un segno del suo genio.
L’osservazione della natura è il filo che conduce ad altri progetti dedicati a Leonardo, sviluppati in diversi ambienti e sale del Castello Sforzesco.

Nella Sala dei Ducali - appena usciti dalla Sala delle Asse seguendo il percorso del Museo d’Arte Antica - una preziosa selezione di disegni originali di Leonardo da Vinci e di altri maestri del Rinascimento mostra le connessioni iconografiche e stilistiche tra la cultura figurativa del tempo e i particolari della decorazione naturalistica e paesaggistica della Sala delle Asse. La mostra, dal titolo Leonardo tra Natura, Arte e Scienza, espone opere provenienti da Her Majesty The Queen from the Royal Collection, dal Musée du Louvre di Parigi, dal Kupferstichkabinett di Berlino e dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Vista la delicatezza delle opere, tutte su carta, l’esposizione resterà aperta al pubblico per tre mesi, fino al 18 agosto 2019.

Un’altra iniziativa ancora è allestita sotto il segno di Leonardo e della corte degli Sforza nella Sala del Tesoro, un ambiente prezioso del Castello perché ospita l’affresco di Argo, una tra le più importanti testimonianze artistiche della Milano sforzesca, realizzato dal Bramantino.
Nella Sala - con ingresso libero dal Cortile della Rocchetta - il visitatore potrà ammirare una selezione di preziosi manoscritti medievali e rinascimentali, conservati oggi presso la Biblioteca Trivulziana, e sfogliare virtualmente tutto il cosiddetto “Codice Trivulziano”, il “Libretto d’appunti” di Leonardo che, da dicembre 2019, sarà esposto anche in originale e costituirà il focus dell’esposizione “Una scrittura allo specchio. I segreti della ‘sinistra mano’ di Leonardo”, una mostra che ripercorrerà alcune fasi della formazione del Maestro attraverso un’analisi della sua scrittura.

Legata al tema della natura, e in dialogo con la Pergola di Leonardo, la mostra Alberi monumentali allestita presso la Sala della Raccolta Bertarelli propone al pubblico una selezione di incisioni di Federica Galli. L’archivio Bertarelli conserva numerosissime opere di Federica Galli, donate dall’artista stessa in più riprese all’Istituto a partire dal 1989. Le 23 opere fanno parte dalla nota serie degli “Alberi monumentali” e sono la testimonianza del legame profondo instaurato dalla Galli con il paesaggio italiano e il suo patrimonio di alberi.

Anche il cinema entra al Castello e nel programma “Leonardo mai visto” con una produzione di Sky e Progetto Immagine dal titolo Io, Leonardo, realizzata con la consulenza scientifica di Pietro Marani e la regia di Jesus Garces Lambert. Nel percorso espositivo del Museo d’Arte Antica, in Sala degli Scarlioni, sarà proiettato in loop un contenuto tratto dal film, che dedica un intero capitolo alle opere d’arte di Leonardo a Milano e alle testimonianze del suo soggiorno milanese. Grazie alle immagini in altissima risoluzione messe a disposizione dalla Sovrintendenza del Castello Sforzesco è stato ricreato in computer grafica un modello 360° dello spazio della Sala delle Asse: un’operazione complessa e preziosa che regala al pubblico una totale immersione nello spazio.

Il programma Leonardo mai visto, che racchiude tutte le iniziative realizzate presso il Castello Sforzesco, è realizzato con il sostegno di Fondazione Cariplo, Huawei e Regione Lombardia e fa parte del palinsesto “Milano Leonardo 500”, promosso e realizzato da Comune di Milano|Cultura e Castello Sforzesco, con il sostegno di Intesa Sanpaolo in stretta connessione con il Comitato territoriale “Milano e l’eredità di Leonardo 1519 – 2019” e in collegamento con il Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, ed è prodotto da Civita Mostre e Musei. L’evento inaugurale “Leonardo500” è realizzato con il sostegno di Scalo Milano Outlet & More ed Intesa Sanpaolo.

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