Danilo Correale. Vacant

Danilo Correale, A Spectacular Miscalculation of Global Asymmetry, installation view “Digital Antibodies” 2022. Foto © Musacchio, Ianniello, Pasqualini & Fucilla. Courtesy Fondazione MAXXI
Dal 19 June 2024 al 6 July 2024
Napoli
Luogo: Chiesa di San Severo al Pendino
Indirizzo: Via Duomo 286
Orari: dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 19:00
Curatori: Vasco Forconi
Mercoledì 19 giugno 2024, dalle ore 18:30 l’associazione culturale Faro presenta Vacant una nuova commissione dell’artista Danilo Correale (Napoli, 1982) realizzata per gli spazi della Chiesa di San Severo al Pendino a Napoli. Il progetto, a cura di Vasco Forconi, è promosso e finanziato dal Comune di Napoli in esito all'Avviso pubblico per la realizzazione di progetti espositivi di Arte Contemporanea 2024 e sarà visitabile fino al 6 luglio 2024.
Con Vacant, che in dialetto napoletano significa “vuoto” o “fine” e in inglese “vuoto” o “assente”, Correale intende suggerire una riflessione sul concetto di responsabilità individuale e di fine, facendo leva sulla potenza intrinseca dell’applauso, un archetipo dell’interazione umana non verbale tradizionalmente associato alla conclusione di un evento o di un rituale di particolare rilevanza collettiva ed emotiva.
Cosa succede quando un evento si conclude, i riflettori si spengono e torniamo repentinamente alla normalità? La speranza sottesa è che l’arte possa attivamente cambiare l’individuo, ma quale arte e quale evento collettivo riuscirà davvero a cambiarci? Saremo in grado di fare tesoro dell’insegnamento insito in un evento simbolico e di farlo confluire in un’assunzione di responsabilità individuale? Queste sono alcune delle riflessioni che l’artista cerca di suscitare nel pubblico attraverso Vacant, un’apparizione sonora che si insinua nel flusso distratto che caratterizza l’attraversamento del Centro Storico di Napoli.
Vacant consiste in un'installazione progettata in dialogo con le architetture della Chiesa di San Severo al Pendino di Napoli. Camminando in strada il pubblico è attratto da un applauso che proviene dalla chiesa: entrando è accolto da questo suono che riverbera nello spazio, come se qui si fosse appena concluso un evento memorabile, seguito da un momento di celebrazione ed euforia. Superato l’ingresso della chiesa, il pubblico si trova ad attraversare la grande navata centrale abitata unicamente dalla sorgente sonora. La composizione rende l’esperienza dello spazio intima, sensoriale e al tempo stesso enigmatica: l’applauso si protrae troppo a lungo, in un loop infinito, risultando assurdo e a tratti ipnotico, instillando presto nello spettatore un senso di dubbio. La traccia sonora è il risultato di un lavoro di ricerca attraverso cui Correale preleva e campiona gli applausi con cui si concludono le registrazioni di centinaia di ore di conferenze e dibattiti – provenienti dall’archivio della Skowhegan School of Painting & Sculpture, Maine, Stati Uniti d’America – tenuti da oltre 350 artisti, curatori, filosofi, architetti, storici, coreografi e attivisti che dal 1954 al 2013 hanno condiviso il loro percorso di ricerca.
Il progetto è stato realizzato in dialogo con il sound designer Giovanni Roma.
Danilo Correale (Napoli, 1982) è un artista e ricercatore italiano che vive e lavora a New York. Il suo lavoro si concentra sull'analisi di aspetti fondamentali della vita umana come il lavoro, il tempo libero e il sonno attraverso opere e installazioni tese ad instaurare un profondo confronto con il pubblico. Il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre collettive, tra cui Broken Nature, Triennale di Milano, e Manifesta 10; alle biennali di Mosca, Riga, Istanbul e degli Urali; in fondazioni private tra cui la Rubin Foundation, New York, Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Magazzino Italian Art, New York; in musei italiani e internazionali, tra cui: MAXXI, Madre, Museion, Z33 Hassel Museum, Wien Kunsthalle. Nel 2017 è stato vincitore del Premio New York e della prima edizione di Italian Council. Attualmente è docente di Video e Performance alla New York University e allo IUAV di Venezia.
Con Vacant, che in dialetto napoletano significa “vuoto” o “fine” e in inglese “vuoto” o “assente”, Correale intende suggerire una riflessione sul concetto di responsabilità individuale e di fine, facendo leva sulla potenza intrinseca dell’applauso, un archetipo dell’interazione umana non verbale tradizionalmente associato alla conclusione di un evento o di un rituale di particolare rilevanza collettiva ed emotiva.
Cosa succede quando un evento si conclude, i riflettori si spengono e torniamo repentinamente alla normalità? La speranza sottesa è che l’arte possa attivamente cambiare l’individuo, ma quale arte e quale evento collettivo riuscirà davvero a cambiarci? Saremo in grado di fare tesoro dell’insegnamento insito in un evento simbolico e di farlo confluire in un’assunzione di responsabilità individuale? Queste sono alcune delle riflessioni che l’artista cerca di suscitare nel pubblico attraverso Vacant, un’apparizione sonora che si insinua nel flusso distratto che caratterizza l’attraversamento del Centro Storico di Napoli.
Vacant consiste in un'installazione progettata in dialogo con le architetture della Chiesa di San Severo al Pendino di Napoli. Camminando in strada il pubblico è attratto da un applauso che proviene dalla chiesa: entrando è accolto da questo suono che riverbera nello spazio, come se qui si fosse appena concluso un evento memorabile, seguito da un momento di celebrazione ed euforia. Superato l’ingresso della chiesa, il pubblico si trova ad attraversare la grande navata centrale abitata unicamente dalla sorgente sonora. La composizione rende l’esperienza dello spazio intima, sensoriale e al tempo stesso enigmatica: l’applauso si protrae troppo a lungo, in un loop infinito, risultando assurdo e a tratti ipnotico, instillando presto nello spettatore un senso di dubbio. La traccia sonora è il risultato di un lavoro di ricerca attraverso cui Correale preleva e campiona gli applausi con cui si concludono le registrazioni di centinaia di ore di conferenze e dibattiti – provenienti dall’archivio della Skowhegan School of Painting & Sculpture, Maine, Stati Uniti d’America – tenuti da oltre 350 artisti, curatori, filosofi, architetti, storici, coreografi e attivisti che dal 1954 al 2013 hanno condiviso il loro percorso di ricerca.
Il progetto è stato realizzato in dialogo con il sound designer Giovanni Roma.
Danilo Correale (Napoli, 1982) è un artista e ricercatore italiano che vive e lavora a New York. Il suo lavoro si concentra sull'analisi di aspetti fondamentali della vita umana come il lavoro, il tempo libero e il sonno attraverso opere e installazioni tese ad instaurare un profondo confronto con il pubblico. Il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre collettive, tra cui Broken Nature, Triennale di Milano, e Manifesta 10; alle biennali di Mosca, Riga, Istanbul e degli Urali; in fondazioni private tra cui la Rubin Foundation, New York, Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Magazzino Italian Art, New York; in musei italiani e internazionali, tra cui: MAXXI, Madre, Museion, Z33 Hassel Museum, Wien Kunsthalle. Nel 2017 è stato vincitore del Premio New York e della prima edizione di Italian Council. Attualmente è docente di Video e Performance alla New York University e allo IUAV di Venezia.
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