Julio Larraz

Julio Larraz, Complesso del Vittoriano, Roma

 

Dal 11 Luglio 2012 al 30 Settembre 2012

Roma

Luogo: Complesso del Vittoriano

Indirizzo: via San Pietro in Carcere 6

Orari: tutti i giorni 9.30-19.30

Curatori: Luca Beatrice

Enti promotori:

  • Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Regione Lazio – Assessorato alla Cultura
  • Arte e Sport -
  • di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico della Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 06 6780663

E-Mail info: museo.vittoriano@tiscali.it


La mostra “Julio Larraz”, ospitata al Complesso del Vittoriano dal 12 luglio al 30 settembre 2012, vuole far conoscere l’universo pittorico dell’artista cubano attraverso circa cento opere tra olii su tela, disegni, acquarelli e alcune sculture che richiamano principalmente il suo amore sempre vivo per la terra natia malgrado la sua carriera di artista si sia sviluppata totalmente fuori Cuba. In questa antologica, la più completa mai realizzata in Italia, non viene celebrata solo la sua arte parodistica e grottesca, figlia di quell’esperienza da caricaturista che contraddistingue la prima parte della sua carriera, ma l’intera sua pittura nella quale si mescolano aspetti differenti.

“Julio Larraz è uno dei pittori più interessanti nel panorama internazionale odierno. Entrare nel suo mondo significa accettare una sfida complessa e affascinante, ricca di esperienze ed emozioni. Nonostante il suo tratto e il suo stile siano immediatamente riconoscibili, Larraz non è tra quegli artisti seriali che impongono un marchio di fabbrica, anzi nella sua pittura rincorre la varietà di soggetti, situazioni e storie, intendendola come una palestra di sperimentazioni e soluzioni formali sorprendenti. Davvero si può affermare che ogni quadro di Larraz sia diverso da tutti gli altri perché lui non ama affatto ripetersi.” (Luca Beatrice).

La mostra si avvale del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Arte e Sport -, di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico -, della Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali – con la partecipazione della Camera di Commercio di Roma. L’esposizione, che è a cura di Luca Beatrice, è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando in collaborazione con la Galleria d’Arte Contini, Cortina – Venezia, e sarà inaugurata mercoledì 11 luglio alle ore 18.30 presso il Complesso del Vittoriano.

Julio Larraz nasce ad Havana, Cuba, il 12 marzo del 1944, figlio di Julio Fernandez, un editore e Emma Larraz Sorondo che assieme gestiscono la stampa di un importante giornale quotidiano. Inizia a dipingere molto presto, soprattutto caricature. Nel 1961 i genitori lasciano Cuba con tutta la famiglia per gli Stati Uniti e si stabiliscono a Miami, Florida. Nel 1962 la famiglia si trasferisce a Washington, D.C. e infine nella città di New York dove Julio rimane per i seguenti cinque anni. E’ proprio lì che continua a disegnare le caricature politiche che verranno pubblicate dal New York Times, The Washington Post, The Chigago Tribune, Vogue ed altre riviste importanti.

Dal 1967 si dedica interamente alla pittura e a distanza di dieci anni si trasferisce a San Patricio in New Mexico, affascinato dalla luce e dall’atmosfera delle aride colline della Hondo Valley. Nel 1978 compra una casa a Grandview, New York. Nel 1983 si trasferisce a Parigi, dove rimane per due anni, per tornare poi a Miami nel 1986. Sue opere fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private internazionali. Molteplici i premi ricevuti nel corso della carriera. Tra il 1999 e 2003, vivrà a Firenze per poi tornare a Miami, dove attualmente lavora e vive con la sua famiglia.

La mostra
“Io dipingo ciò che mi interessa, né per la critica né per il pubblico. Un artista deve essere autentico, svelare e denunciare al mondo la verità e le ingiustizie. Il dovere di ogni pittore è informare”.

Queste le parole di Larraz che, utilizzando lo strumento linguistico più vicino a lui, l’ironia, porta al Vittoriano le sue invettive espressioniste e quei ritratti burleschi fortemente ostili a ogni genere di sopruso, a ogni prevaricazione, a ogni ingiustizia deterministica, in cui la morale “popolare” sublima in una contestazione velata e giocosa.

La pittura di Larraz presenta molteplici sfaccettature: molti i temi, dall’aspetto politico alla passione per i ritratti, dall’amore per i paesaggi, alle raffigurazioni del femminile; molti i riferimenti culturali, dai murales della sua terra d’origine all’amore per il Quattrocento italiano, dai continui rimandi al Surrealismo, alla passione per le nature morte di Caravaggio, fino ad arrivare al gusto del grottesco e della caricatura che prorompe nelle prime opere realizzate da giovanissimo. Come sottolinea Luca Beatrice “Larraz è pittore fortemente allegorico. Più allegorico che simbolico perché affida l’espressione di un concetto alle immagini non sempre attraverso la consequenzialità diretta e immediata. […] Se l’universo teorico-artistico di riferimento per Larraz è il Surrealismo, il circo è il teatro popolare in cui acrobati, clown, equilibristi, mangiatori di fuoco, ballerine e animali recitano ogni giorno la propria metafora esistenziale, tra sorriso e pianto, divertimento e angoscia.”
“Ho lavorato per il New York Times , il Washington Post, il Times Magazine e altre importanti testate statunitensi – spiega l’artista – ma ho sempre sentito di essere pittore, fin da quando, da piccolo, vidi tra i libri di mio padre i dipinti di Caravaggio”.
Larraz, considerato uno dei maggiori artisti latino-americani, ci introduce nel suo universo creativo in cui la raffigurazione del potere e dei suoi effetti polimorfi occupa una posizione saliente, certo, ma la sua pittura è al contempo intrisa di “classicismo” e modernità.
Da una parte l’artista cubano con ironia bersaglia incessantemente i miti e le ossessioni legate alla volontà di dominio, svelandone con le proprie immagini l’irrazionalità e la profonda inconsistenza, dall’altra il suo occhio quasi fotografico si sofferma ora su interni di case senza tempo, ora su ritratti di persone fissate quali esseri umani “universali”, ora su nature morte colte nel loro essere “assolute”, classiche e moderne al medesimo tempo. “Larraz ama il blu delle profondità marine su cui salpano barche e navi, che aprono finestre verso orizzonti infiniti, si prestano a scenari per conversazioni d’affari o incontri galanti. Non è artista metropolitano, non rincorre il caos globale della città, ma spazi dove perdersi e mai più ritrovarsi.” (L. Beatrice).

Se con penetranti allegorie Larraz mostra il potere riducendolo a forma e colore, rivelandone le “debolezze” di contenuto e mostrandoci l’unica via per arginarlo - il gioco -, se ingigantisce le proporzioni, inverte gli equilibri, rimarca l’irrealtà, mettendo così a nudo il potere anche quando si presenta con un aspetto apparentemente innocente, è pur vero che le tematiche della sua opera sono varie e, allo stesso tempo, coerenti. Non è un pittore “metropolitano”: il colore nella sua opera è dato attraverso ampie campiture che costruiscono ora profondità marine azzurrate, ora corpi nudi di donne sensualissime, ora figure che si tuffano nelle profondità marine, ora vasi di frutta di caravaggesca memoria. “Donne e uomini nella pittura di Larraz si bagnano spesso e volentieri, nuotano, galleggiano, emergono dalle profondità del mare oppure si godono il fresco dell’acqua in piscine di lussuose ville che ricordano le atmosfere di celebri dipinti di David Hockney. […] Tra i quattro elementi, l’acqua è quello nettamente prediletto dal nostro pittore.” (L. Beatrice). E ancora: “Larraz è uno straordinario interprete del nudo femminile secondo il punto di vista maschile. Donne che amano esibirsi, farsi guardare, provocare il desiderio, essere complici del gioco della seduzione.”
Tutte le sue opere rivelano una percezione allegorica ed onirica, di quiete sospesa in attesa di qualcosa di inespresso. La varietà dei suoi quadri si concreta così in un linguaggio singolare, visionario e fantastico, che prende ispirazione dal surrealismo e dalla metafisica, dal muralismo messicano e dal Quattrocento italiano. Larraz traspone nelle sue opere i suoi ampi riferimenti culturali, sociali e politici ricorrendo ai miti greci e alla storia contemporanea dell’America Latina.

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