Gregorio Botta. È materia delicata
Dal 22 Settembre 2020 al 16 Gennaio 2021
Torino
Luogo: Peola Simondi
Indirizzo: via della Rocca 29
Orari: martedì - sabato 15:00 - 19:00; mattino su appuntamento
Enti promotori:
- Con la collaborazione della Galleria Studio G7 Bologna
Prolungata: fino al 16 gennaio 2021
Telefono per informazioni: +39 011 8124460
Sito ufficiale: http://www.peolasimondi.com
È materia delicata: un bellissimo modo di dire, per indicare un argomento o un problema da trattare con attenzione, cautela, consapevolezza. E forse nessuna definizione aderisce meglio all’arte: materia delicata per eccellenza che va avvicinata senza fretta e senza superficialità, con amore e con cura, e persino con circospezione perché può, e qualche volta deve, essere pericolosa.
Ma nel caso di Gregorio Botta la definizione è forse ancora più precisa: perché è un artista che, in un’epoca di cultura sempre più smaterializzata e digitale, ci richiama alla fisicità, all’importanza del corpo (nostro e di ogni cosa).
Per questo lavora con elementi che abbiano un legame antico con l’uomo, che siano in qualche modo inscritti nel nostro Dna culturale, come la cera, il piombo, il vetro, l’acqua, il ferro, il fuoco, il marmo, ultimamente anche foglie e erbe e fiori: materie trasformate in qualcosa di più leggero, di aereo, di sospeso, ci parlano della nostra fragilità e impermanenza.
La mostra a Torino si inaugura poco dopo la personale alla Galleria Nazionale di Roma (4 febbraio-18 maggio) intitolata con un verso dell’amata Emily Dickinson, “Just measuring unconsciousness” che, malgrado la forzata interruzione causata dal virus, è stata visitatissima. La mostra di Torino evoca le stesse atmosfere.
Ecco l’acqua, che scorre su una lastra di piombo segnata da quattro ferite-sorgenti. Ecco l’alabastro, il più luminoso e diafano dei marmi, che sembra racchiudere un mistero al suo interno: come se un respiro lo avesse scavato per depositarvi qualcosa, una foglia d’oro ad esempio. Ci sono poi le carte giapponesi e la cera dei Noli me tangere, dove foglie e fiori vengono composti insieme a tracce di sangue, come accade nella cella affrescata dall’Angelico nel convento di San Marco a Firenze: un’opera che sembra accogliere il dolore nella bellezza della natura. Ma quel che conta di più, al di là dei singoli lavori, è il luogo che l’artista cerca di creare: uno spazio estetico che invita al silenzio e alla contemplazione.
Come dice la scultura che accoglie il visitatore all’ingresso: una campana tibetana sospesa nel vuoto. Non può suonare, ma il suo silenzio è più forte di qualsiasi rintocco.
Inaugurazione 22, 23, 24 settembre h 14-21
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 25 gennaio 2025 al 15 giugno 2025
Brescia | Palazzo Martinengo
LA BELLE ÉPOQUE. L'arte nella Parigi di Boldini e De Nittis
-
Dal 25 gennaio 2025 al 06 aprile 2025
Castelfranco Veneto | Museo Casa Giorgione - Teatro Accademico - Palazzo Soranzo Novello
Studiosi e libertini. Il Settecento nella città di Giorgione. Francesco Maria Preti
-
Dal 21 gennaio 2025 al 18 maggio 2025
Milano | Palazzo Reale
George Hoyningen-Huene. Glamour e avanguardia
-
Dal 25 gennaio 2025 al 27 luglio 2025
Roma | Museo Storico della Fanteria
Salvador Dalì. Tra arte e mito
-
Dal 31 gennaio 2024 al 04 maggio 2025
Fermo | Palazzo dei Priori
Rinascimento a Fermo
-
Dal 20 dicembre 2024 al 04 maggio 2025
Fermo | Palazzo dei Priori
Steve McCurry. Children