Francesco Coccolo. MIMOIDI

Mimoidi | © Francesco Coccolo

 

Dal 21 Febbraio 2025 al 21 Febbraio 2025

Venezia

Luogo: 212 D

Indirizzo: Isola della Giudecca

Orari: Dalle 17.30

Curatori: Alberto Villa

Costo del biglietto: Ingresso libero


Francesco Coccolo
MIMOIDI

A cura di Alberto Villa
Musiche di Ettore Rigadello
Dj set di Alessandro Lodi

In collaborazione con il Corso di Pittura di Nemanja Cvijanović, artista e docente dell'Accademia di Belle Arti di Venezia.

Mimoidi si propone come la restituzione dell’omonima ricerca videografica di Francesco Coccolo. Negli anni trascorsi a Venezia, l’acqua non poteva che costituire un elemento chiave del suo sviluppo artistico: nasce così una serie di video dedicati alla superficie delle acque veneziane, ciascuno registrato dall’artista in prima persona con il suo cellulare. Mediante lo zoom e lenti spostamenti, i filmati superano la dimensione contingente dell’acqua e del luogo, per trasformarsi in visioni astratte, luci, forme. Se il soggetto reale (le onde e i loro riflessi, variabili in base all’orario di ripresa e alla luce) è riconoscibile al primo impatto, una visione relativamente prolungata dei video permette l’ingresso in una dimensione altra, psichedelica, senza riferimenti se non quelli che lo spettatore stesso si crea: nascono così immagini suggestive e fantasmi, inesistenti ma prodotti esclusivamente dalla necessità del nostro cervello di trovare appigli interpretativi all’interno di un mondo informe e fluido. Tante le interpretazioni visive che scaturiscono da questi video: dalla grana brulicante del segnale disturbato delle vecchie TV alle ecografie di gravidanza, da microscopiche e bioluminescenti forme di vita a galassie lontane in continuo movimento.

Proprio la mutevolezza di questi video e delle acque è la chiave per l’interpretazione del titolo: i “mimoidi” sono infatti particolari configurazioni pseudo-architettoniche della superficie dell’oceano “intelligente” che costituisce la totalità del pianeta alieno Solaris, protagonista del capolavoro prima letterario di Stanisław Lem e poi cinematografico di Andrej Tarkovskij. L’oceano in questione riesce, tra le altre cose, a creare proiezioni fantasmatiche, estrapolandole dai ricordi e dai pensieri delle forme di vita con cui entra in contatto. Attraverso la sovrapposizione tra la proiezione delle opere di Francesco Coccolo, le musiche di Ettore Rigadello e il dj set di Alessandro Lodi, la mostra propone una dimensione di sinestesie, non riducibili al medium, né al contenuto indefinibile. Dall’incontro fra musica e immagine, si crea esperienza e decomprensione.

L’artista
Francesco Coccolo (Udine, 2001) vive e lavora a Venezia, dove frequenta il corso di Arti Multimediali presso l’Università IUAV. Il suo percorso artistico si sviluppa attraverso la fotografia e il video, medium che gli consentono di esplorare l’essenza dei soggetti e il paesaggio urbano. Nei suoi ritratti, dedica particolare attenzione alla fusione tra il soggetto e l’ambiente circostante, trasformando il luogo di posa in un elemento dinamico e intrinseco alla fotografia stessa. La sua ricerca artistica si propone di narrare in modo poetico le realtà di cui fa parte, concentrandosi sulla dinamica tra il fotografo e il soggetto. Si autodefinisce “observer”, un viaggiatore che esplora nuovi spazi alla ricerca dell’essenza di ciò che incontra nel suo percorso.

Il suo interesse si focalizza su come uno spazio comunichi il passaggio degli abitanti e su come questi vivano, percepiscano e si esprimano attraverso di esso. Questo approccio si riflette nella sua serie fotografica House of the others, un tour fotografico nelle case e negli atelier di artisti emergenti del Veneto. Tra i suoi progetti principali figurano: Follow me, una ricerca performativa sul sogno delle performer Raffaella Menchetti e Francesca Marcelli; Giardinetto aperto, una documentazione di come uno spazio ricreativo possa prendere vita; New tecno fairy / New Punk, una ricerca fotografica sulle figure delle tecno-fate e dei punk. Le sue fotografie sono state pubblicate in diverse riviste cartacee indipendenti, tra cui Studded Movement (2022), Funny Leather (2023) entrambe in collaborazione con Greta Cervi, Lolita (2022) e Sibillae (2023) con Sofia Ragni, Dutch hardcore (2022) con Sofia Diez.

Il curatore
Alberto Villa (Sesto San Giovanni, 2000) è critico e curatore indipendente. Vive e lavora a Venezia, dove frequenta il corso magistrale di Arti Visive presso l’Università IUAV. Dal 2019 scrive d’arte contemporanea per diversi magazine di settore. Dal 2022 lavora nella redazione di Artribune, occupandosi di editing e scrittura di recensioni, interviste e approfondimenti, nonché coordinando la produzione del magazine cartaceo bimestrale. Nel 2023 ha curato la mostra Corpus Mater alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa, mentre nel 2024 ha preso parte al progetto di ricerca “Mappa Geopolitica degli artisti che hanno partecipato alle Biennali negli ultimi 20 anni, dal 1999 al 2020” presso l’ASAC – Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia.

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