In onda su Rai 5 venerdì 20 marzo

Raffaello in tv per una notte di grande arte

Raffaello Sanzio, Dama col Liocorno, 1505-1506, Roma, Galleria Borghese
 

Francesca Grego

16/03/2020

Raffaello è ovunque, dalle tazze agli ombrelli. Assuefatti al suo fascino pop, quasi dimentichiamo i capolavori – tanti, specie se paragonati a una vita di soli 37 anni – che ha lasciato nei musei e in città. Nel cinquecentenario della sua scomparsa, la personalità di un genio a 360 gradi torna a imporsi agli occhi del mondo. In attesa che riapra la grande mostra inaugurata il 5 marzo alle Scuderie del Quirinale, prepariamoci a riscoprire l’artista urbinate in tv.

In onda su Rai 5 venerdì 20 marzo in prima serata, Art Night. Raffaello: Mito e Modernità ci condurrà in viaggio tra i mille volti di un maestro lontano da quello che oggi siamo soliti cercare nell’arte e proprio per questo capace di regalarci uno sguardo diverso sulla realtà. A raccontarlo sotto una nuova luce sono testimoni d’eccezione come il restauratore e studioso Antonio Forcellino, che alla profondità di esperto del Rinascimento coniuga una spiccata attitudine divulgativa, ma anche protagonisti della creatività contemporanea come l’architetto Paolo Portoghesi e l’artista Luigi Ontani.

Dedicata a chi pensa che sull’autore delle Stanze Vaticane sia già stato detto tutto e a chi Raffaello lo conosce appena, la produzione originale targata Rai Cultura si muove per le strade, nei palazzi e nelle chiese di Roma che furono teatro dell’avventura del Sanzio. Da Villa Farnesina a Santa Maria del Popolo, dalle rovine dell’Urbe antica a Villa Madama, seguiremo le tracce dell’artista alla scoperta di capolavori dimenticati e degli aspetti meno noti della sua opera.

In primo piano la modernità di Raffaello, imprenditore e uomo marketing a capo di un’enorme bottega, capace di promuoversi in tutta Europa mandando in giro i propri lavori con l’unico media allora disponibile, l’incisione. Ma c’è spazio anche per l’amore: quello per la Fornarina, figlia di un panettiere di Trastevere, che si consumò tra le mura di Villa Farnesina all’ombra dell’uomo più ricco della cristianità, il banchiere dei papi Agostino Chigi. Meraviglia, potere, passioni si incrociano nella grandiosa residenza sulle rive del Tevere che fu il sogno incompiuto dell’Urbinate, per poi lasciare spazio alle sorprese emerse durante recenti lavori di restauro.

Ma Raffaello – sono in pochi a saperlo – fu anche l’ideatore dell’attualissimo concetto di tutela dei beni culturali su cui si basa l’articolo 9 della Costituzione italiana. A rivelarlo è una lettera scritta a quattro mani con l’intellettuale e amico fraterno Baldassare Castiglione, in cui l’artista si permette di bacchettare i papi per il trattamento indegno riservato alle rovine di Roma antica.

E infine, si può essere classici e moderni ad un tempo? Come scopriremo presto la risposta è sì, in un’epoca in cui connettersi alle civiltà del passato è una rivoluzione che rimette l’uomo al centro dell’universo. Architetto e pittore, erudito e matematico, Raffaello mostra la stoffa di un genio universale mentre gode, da elegantissimo viveur, dell’età d’oro di Roma. E intorno l’atmosfera si scalda: non c’è papa, cardinale o ricco patrizio che non aspiri a circondarsi della bellezza che solo lui è capace di inventare.

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Il Sogno di Raffaello non si ferma. Su ARTE.it un intero canale dedicato a Raffaello Sanzio nel 500° anniversario dalla morte dell'artista: www.arte.it/raffaello

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