Cesare Vignato. Impermanence

Cesare Vignato. Impermanence, Chiostro di Sant’Agostino, Cortona (AR)
Dal 9 July 2013 al 20 July 2013
Cortona | Arezzo
Luogo: Chiostro di Sant’Agostino
Indirizzo: via Guelfa 40
Orari: tutti i giorni 11-22
Curatori: Daniela Giulia Stincheddu
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0575 630158
E-Mail info: r.muffi@comune.cortona.ar.it
Sito ufficiale: http://www.comune.cortona.ar.it/#&panel1-1
La mostra di Cesare Vignato inaugura lunedì 8 luglio 2013 nella cornice del Chiostro di Sant’Agostino a Cortona.
L’oggetto della riflessione della personale di Cesare Vignato è “l’Impermanenza” (o anitya), antico termine sanscrito, è uno dei tre aspetti dell’esistenza secondo la filosofia buddhista. Nella Mostra emerge con decisione una riflessione sull’esistenza, sia quella del singolo sia quella relativa all’uomo inteso come umanità. Tutto si rispecchia primariamente nelle tecniche nelle quali Cesare Vignato è grande sperimentatore.
Con una varietà di mezzi espressivi egli si fa interprete del suo sentirsi parte attiva in questo momento. La sua arte è una viva voce che abbraccia l’osservatore per condurlo alla comprensione dell’”Impermanenza”, fino alla prova della reale meditazione in sé. Le opere sono tutte apparentemente silenziose, ordinate e pulite nel segno grafico. In esse si percepiscono elementi improbabili, come ad esempio l’inserimento di una piramide alle spalle di un volto femminile, e, se si osserva con più attenzione si può scorgere un paesaggio appartenente ad una realtà parallela. Quanto esposto da Cesare Vignato è un dialogo introspettivo e privato tra l’opera e l’osservatore, che diviene in tal modo vero fruitore, in quanto può godere a pieno titolo dell’opera stessa, che è in divenire nella psiche dell’osservatore.
È in divenire. È impermanente.
CESARE VIGNATO nasce a Vicenza nel 1959, vive e lavora a Thiene e Sarcedo. Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Artistico frequenta nel 1978 i corsi di pittura e restauro presso l’ U.I.A. (Università Internazionale dell’Arte) di Venezia. Nel 1983 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo di Carmelo Zotti e Ennio Finzi.
In contemporanea agli studi accademici si specializza in diversi strumenti musicali e in particolare in percussioni etniche e batteria contaminando la sua ricerca artistica con la musica, la scenografia e il video.Dal 1982 espone in mostre collettive e personali in Italia e all’estero (Strasburgo, Ginevra, Orlando e New York).
L’oggetto della riflessione della personale di Cesare Vignato è “l’Impermanenza” (o anitya), antico termine sanscrito, è uno dei tre aspetti dell’esistenza secondo la filosofia buddhista. Nella Mostra emerge con decisione una riflessione sull’esistenza, sia quella del singolo sia quella relativa all’uomo inteso come umanità. Tutto si rispecchia primariamente nelle tecniche nelle quali Cesare Vignato è grande sperimentatore.
Con una varietà di mezzi espressivi egli si fa interprete del suo sentirsi parte attiva in questo momento. La sua arte è una viva voce che abbraccia l’osservatore per condurlo alla comprensione dell’”Impermanenza”, fino alla prova della reale meditazione in sé. Le opere sono tutte apparentemente silenziose, ordinate e pulite nel segno grafico. In esse si percepiscono elementi improbabili, come ad esempio l’inserimento di una piramide alle spalle di un volto femminile, e, se si osserva con più attenzione si può scorgere un paesaggio appartenente ad una realtà parallela. Quanto esposto da Cesare Vignato è un dialogo introspettivo e privato tra l’opera e l’osservatore, che diviene in tal modo vero fruitore, in quanto può godere a pieno titolo dell’opera stessa, che è in divenire nella psiche dell’osservatore.
È in divenire. È impermanente.
CESARE VIGNATO nasce a Vicenza nel 1959, vive e lavora a Thiene e Sarcedo. Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Artistico frequenta nel 1978 i corsi di pittura e restauro presso l’ U.I.A. (Università Internazionale dell’Arte) di Venezia. Nel 1983 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo di Carmelo Zotti e Ennio Finzi.
In contemporanea agli studi accademici si specializza in diversi strumenti musicali e in particolare in percussioni etniche e batteria contaminando la sua ricerca artistica con la musica, la scenografia e il video.Dal 1982 espone in mostre collettive e personali in Italia e all’estero (Strasburgo, Ginevra, Orlando e New York).
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