Henry Chapman. Prudent triangle

Henry Chapman, Blue green blue drip, 2020, acrilico e inchiostro su tela, cm. 180x140
Dal 20 February 2021 al 17 April 2021
Bologna
Luogo: LABS Contemporary Art
Indirizzo: Via Santo Stefano 38
Orari: Martedì-venerdì: 15.30-19; Sabato: 9.30-12
Curatori: Domenico de Chirico
Telefono per informazioni: +39 051 3512448
E-Mail info: info@labsgallery.it
Sito ufficiale: http://www.labsgallery.it
Labs Contemporary Art è lieta di presentare Prudent triangle, la nuova personale dell’artista americano Henry Chapman. La mostra, curata da Domenico de Chirico, è composta da dodici dipinti realizzati durante questi mesi difficili, segnati dagli sconvolgimenti che hanno paralizzato gli Stati Uniti con la presa d’assalto a Capitol Hill. Il progetto racchiude un testo scritto da Chapman per questa occasione e un’intervista tra il curatore e l’artista. Prudent triangle indaga la sintassi della pittura e l’autenticità del linguaggio data dall’uso del colore.
Il titolo della mostra rimanda alla poesia dell’autore serbo Vasko Popa (1922-1991) e nella quale l’artista trova una profonda sensibilità nella forma triangolare che richiama le forme Costruttiviste, dove la figurazione e l’astrazione si incontrano.
C’era una volta un triangolo Aveva tre lati
Il quarto lo teneva nascosto Nel suo centro ardente
Di giorno ha scalato le sue tre cime E ne ha ammirato il centro
Di notte si riposava
In uno dei suoi tre angoli
Ogni alba guardava i suoi tre lati Trasformarsi in ruote infuocate
E svanire nel blu del non tornare mai più
Come lo stesso Chapman scrive nel testo che accompagna la mostra: “Lì ho trovato la forma centrale di questo lavoro, che suggerisce una ruota dei colori o un orologio. In alcuni, è come una figura con le braccia tese; in altri, una forma floreale o stellare. Le parole serigrafate si muovono intorno o all’interno di questi segni e sfumature di colore, spesso nei punti in cui si trovano numeri su un quadrante. L’idea è il movimento. Le parole stesse non sono il “linguaggio” del dipinto, ma parte del linguaggio. Una parte di colore. Qui sono tornato al colore, percependo il suo centro ardente”.
Nei dipinti di Chapman fuoriescono, con una forza sorprendente data dall’uso del colore, tematiche e problematiche attuali, sociali e politiche: identità etnica, colonialismo, ricerca delle proprie origini, sopravvivenza e supremazia bianca. L’impegno di questi lavori fa scaturire una serie di quesiti. Di quali parole ci possiamo fidare oggi? Quali parole userebbero i nostri antenati? Di quali colori ci fidiamo oggi? Quali colori avrebbero usato i nostri antenati?
Il testo di Chapman che accompagna la mostra fa emergere l’importanza che il linguaggio e la pittura possiedono: “Ho sempre desiderato che la pittura - il corpo pensante e sensibile di un dipinto – parlasse.”
Henry Chapman, è nato nel 1987, vive e lavora a Brooklyn (NY).
Inaugurazione: sabato 20 febbraio 2021 dalle ore 15 alle 20
Il titolo della mostra rimanda alla poesia dell’autore serbo Vasko Popa (1922-1991) e nella quale l’artista trova una profonda sensibilità nella forma triangolare che richiama le forme Costruttiviste, dove la figurazione e l’astrazione si incontrano.
C’era una volta un triangolo Aveva tre lati
Il quarto lo teneva nascosto Nel suo centro ardente
Di giorno ha scalato le sue tre cime E ne ha ammirato il centro
Di notte si riposava
In uno dei suoi tre angoli
Ogni alba guardava i suoi tre lati Trasformarsi in ruote infuocate
E svanire nel blu del non tornare mai più
Come lo stesso Chapman scrive nel testo che accompagna la mostra: “Lì ho trovato la forma centrale di questo lavoro, che suggerisce una ruota dei colori o un orologio. In alcuni, è come una figura con le braccia tese; in altri, una forma floreale o stellare. Le parole serigrafate si muovono intorno o all’interno di questi segni e sfumature di colore, spesso nei punti in cui si trovano numeri su un quadrante. L’idea è il movimento. Le parole stesse non sono il “linguaggio” del dipinto, ma parte del linguaggio. Una parte di colore. Qui sono tornato al colore, percependo il suo centro ardente”.
Nei dipinti di Chapman fuoriescono, con una forza sorprendente data dall’uso del colore, tematiche e problematiche attuali, sociali e politiche: identità etnica, colonialismo, ricerca delle proprie origini, sopravvivenza e supremazia bianca. L’impegno di questi lavori fa scaturire una serie di quesiti. Di quali parole ci possiamo fidare oggi? Quali parole userebbero i nostri antenati? Di quali colori ci fidiamo oggi? Quali colori avrebbero usato i nostri antenati?
Il testo di Chapman che accompagna la mostra fa emergere l’importanza che il linguaggio e la pittura possiedono: “Ho sempre desiderato che la pittura - il corpo pensante e sensibile di un dipinto – parlasse.”
Henry Chapman, è nato nel 1987, vive e lavora a Brooklyn (NY).
Inaugurazione: sabato 20 febbraio 2021 dalle ore 15 alle 20
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