Fernando De Filippi. La rivoluzione privata 2

Fernando De Filippi. La rivoluzione privata 2, Fondazione Mudima, Milano
Dal 8 January 2015 al 6 February 2015
Milano
Luogo: Fondazione Mudima
Indirizzo: via Tadino 26
Orari: da lunedì a venerdì 11-13 / 15-19.30
Curatori: Angela Madesani
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 29409633
E-Mail info: milanoartexpo@gmail.com
La Fondazione Mudima è lieta di presentare una mostra con i lavori di Fernando De Filippi (Lecce 1940), realizzati tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta. L’ampia rassegna è curata da Angela Madesani, che ha realizzato una lunga intervistata all’artista, pubblicata nel volume, La rivoluzione privata 2, edito dall’editore Prearo. Il libro costituisce un’ideale prosecuzione del libro con lo stesso titolo, che lo stesso editore aveva pubblicato nel 1974.
In mostra sono opere realizzate con diversi linguaggi: pittura, fotografia, film, manifesti, striscioni pubblicitari. Sono opere, proveniente da diversi cicli, strettamente connesse tra loro, perfettamente inserite nel tempo storico in cui sono state realizzate.
La mostra prende il via con Autobiografia (1970-1975), un lavoro pittorico, in cui il protagonista è Lenin. Si tratta di un personaggio restituito dall'informazione, dai libri dai reperti, dalle stampe.
A Lenin è dedicato anche Il grande lenzuolo, un lavoro di “pittura ideologica”, del quale rimane soltanto la testimonianza fotografica, qui in mostra. Biografia e autobiografia si sovrappongono all’interno di un’operazione basata sostanzialmente sull’esperienza, protrattasi per mesi.
Con lo stesso valore esperienziale sono da intendersi le Trascrizioni in cui De Filippi, dopo un lungo periodo di studio ed esercizio, arriva a trascrivere i testi di Lenin con la sua stessa grafia, in lingua russa. Un esercizio, una pratica di conoscenza diretta, che si affianca a Sostituzione, un lavoro performativo in cui l’artista viene trasformato, attraverso il trucco, nel grande statista russo. La sostituzione dell'immagine di Lenin e la successiva acquisizione della sua calligrafia, si presentavano come episodi paralleli, tempi diversi di un processo generale di spersonalizzazione e di conseguente sostituzione, proposto attraverso i mezzi della comunicazione visiva, nel tentativo di misurare lo spazio intercorrente tra l'appropriazione dell'immagine e la sua frequentazione.
In mostra è, inoltre, Tra esibizione e occultamento del 1976, realizzato tra la Sardegna e la Francia, del quale rimane la documentazione fotografica originale: si tratta della scrittura, attraverso caratteri realizzati con delle formine, di alcuni passi degli scritti sull'arte di Marx. Le scritte fatte sulla battigia, venivano cancellate dal riflusso del mare, nel momento immediatamente successivo a quello in cui venivano costruite.
In mostra sono anche una serie di lavori dedicati alle pratiche di comunicazione diretta, realizzati attraverso l'affissione di slogan estrapolati dagli scritti sull'arte di Marx, Engels, utilizzando i canali riservati alla comunicazione pubblicitaria per la distribuzione delle idee.
In mostra sono opere realizzate con diversi linguaggi: pittura, fotografia, film, manifesti, striscioni pubblicitari. Sono opere, proveniente da diversi cicli, strettamente connesse tra loro, perfettamente inserite nel tempo storico in cui sono state realizzate.
La mostra prende il via con Autobiografia (1970-1975), un lavoro pittorico, in cui il protagonista è Lenin. Si tratta di un personaggio restituito dall'informazione, dai libri dai reperti, dalle stampe.
A Lenin è dedicato anche Il grande lenzuolo, un lavoro di “pittura ideologica”, del quale rimane soltanto la testimonianza fotografica, qui in mostra. Biografia e autobiografia si sovrappongono all’interno di un’operazione basata sostanzialmente sull’esperienza, protrattasi per mesi.
Con lo stesso valore esperienziale sono da intendersi le Trascrizioni in cui De Filippi, dopo un lungo periodo di studio ed esercizio, arriva a trascrivere i testi di Lenin con la sua stessa grafia, in lingua russa. Un esercizio, una pratica di conoscenza diretta, che si affianca a Sostituzione, un lavoro performativo in cui l’artista viene trasformato, attraverso il trucco, nel grande statista russo. La sostituzione dell'immagine di Lenin e la successiva acquisizione della sua calligrafia, si presentavano come episodi paralleli, tempi diversi di un processo generale di spersonalizzazione e di conseguente sostituzione, proposto attraverso i mezzi della comunicazione visiva, nel tentativo di misurare lo spazio intercorrente tra l'appropriazione dell'immagine e la sua frequentazione.
In mostra è, inoltre, Tra esibizione e occultamento del 1976, realizzato tra la Sardegna e la Francia, del quale rimane la documentazione fotografica originale: si tratta della scrittura, attraverso caratteri realizzati con delle formine, di alcuni passi degli scritti sull'arte di Marx. Le scritte fatte sulla battigia, venivano cancellate dal riflusso del mare, nel momento immediatamente successivo a quello in cui venivano costruite.
In mostra sono anche una serie di lavori dedicati alle pratiche di comunicazione diretta, realizzati attraverso l'affissione di slogan estrapolati dagli scritti sull'arte di Marx, Engels, utilizzando i canali riservati alla comunicazione pubblicitaria per la distribuzione delle idee.
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