The Caspian Depression. And a One-Straw Revolution

Michelangelo Consani. The Caspian Depression. And a One-Straw Revolution
Dal 7 November 2012 al 14 November 2012
Milano
Luogo: Museo Pecci Milano
Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese 113
Curatori: Michelangelo Consani, Matteo Lucchetti
Telefono per informazioni: +39 0574 531828
E-Mail info: press@centropecci.it
Sito ufficiale: http://www.centropecci.it
Kunstverein Publishing presenta il suo nuovo progetto editoriale, la monografia di Michelangelo Consani “The Caspian Depression. And a One-Straw Revolution”.
The Caspian Depression* raccoglie in un unico volume monografico tre progetti realizzati in diversi spazi espositivi, ma accomunati da una unica linea di ricerca: la decrescita economica, che Michelangelo Consani porta avanti da diversi anni, unendo un contributo specialistico e seminale come quello di Serge Latouche, ad una esaustiva lettura critica da parte di critici e curatori che hanno seguito da vicino la produzione recente in oggetto. L’apparato iconografico, oltre a documentare le tre mostre, si sviluppa in una sezione autonoma che raccoglie i tre progetti in un unico flusso di immagini. Qui la ricerca dell’artista si sviluppa visivamente trattando i tre episodi espositivi con tre parti di un’unica riflessione, che parte dalla consapevolezza occidentale rispetto all’esaurimento delle risorse fossili, rappresentata dal picco di Hubbert, per indagare figure scelte di una storia minore, che assumono qui la valenza di testimoni di altrettante alternative praticabili.
Parallelamente scorre l'intervento commissionato da Kunstverein (Milano), editore del libro, basato sull'archivio dell'artista su personaggi minori della storia.
The Caspian Depression nasce dal contesto della mostra personale “Ancora ancora la nave in porto. Amoco Milford Haven files”, presso il CAMeC pianozero della Spezia ed intende collegare tra di loro le tre personali che Consani ha realizzato nella prima metà del 2011: la mostra ligure, appunto, assieme a La festa è finita, presso lo Spazio Tiboni di Bologna e a M.H.G. Three Personalities For A New Ecological Memory, presso la Kunstraum Muenchen di Monaco di Baviera.
In occasione della presentazione del libro, e fino al 14 Novembre, verranno presentati all'interno degli spazi del Museo Pecci Milano due lavori video realizzati da Michelangelo Consani per la mostra “Ancora Ancora la nave in porto – Amoco Milford Haven files” presso il CAMeC pianozero della Spezia.
Il primo è la proiezione Amoco Milford Haven files, un collage di riprese amatoriali di immersioni attorno al relitto dell’Amoco Milford Haven, nave petroliera affondata vent'anni fa nel golfo di Genova, causando il più grande disastro ecologico mai avvenuto nel Mar Mediterraneo. Oltre novantamila litri di petrolio riversati in un'ecosistema che in quello stesso raggio chilometrico, soltanto poche ore prima, aveva già subito l'altrettanto consistente perdita dell'Agip Abruzzo, nave protagonista della tragedia Moby Prince nell'aprile 1991. A partire dall’esplorazione della nave, qui metaforicamente cadavere di un'intera epoca, prende luogo una riflessione, ormai di lungo corso per l'artista, che vuole esprimere una dissidenza attiva all'idea di crescita e all'ideologia della produzione, motori del “totalitarismo aggressivo della società del consumo mondializzato”, come scrive Serge Latouche nel saggio presente nella pubblicazione.
Nell'altro video invece si osserva un editing alternativo di alcune scene tratte da il film “Il seme dell'uomo” (1969) di Marco Ferreri – pellicola sulla possibile sopravvivenza dell'uomo al fallout nucleare – dove prende forma un'idea per un museo del genere umano. Concetto caro a Consani, che intravede in questa suggestione di Ferreri immersa in un immaginario post-atomico, una riflessione sulle prospettive della produzione artistica contemporanea e sulla sua scrittura museografica.
The Caspian Depression* raccoglie in un unico volume monografico tre progetti realizzati in diversi spazi espositivi, ma accomunati da una unica linea di ricerca: la decrescita economica, che Michelangelo Consani porta avanti da diversi anni, unendo un contributo specialistico e seminale come quello di Serge Latouche, ad una esaustiva lettura critica da parte di critici e curatori che hanno seguito da vicino la produzione recente in oggetto. L’apparato iconografico, oltre a documentare le tre mostre, si sviluppa in una sezione autonoma che raccoglie i tre progetti in un unico flusso di immagini. Qui la ricerca dell’artista si sviluppa visivamente trattando i tre episodi espositivi con tre parti di un’unica riflessione, che parte dalla consapevolezza occidentale rispetto all’esaurimento delle risorse fossili, rappresentata dal picco di Hubbert, per indagare figure scelte di una storia minore, che assumono qui la valenza di testimoni di altrettante alternative praticabili.
Parallelamente scorre l'intervento commissionato da Kunstverein (Milano), editore del libro, basato sull'archivio dell'artista su personaggi minori della storia.
The Caspian Depression nasce dal contesto della mostra personale “Ancora ancora la nave in porto. Amoco Milford Haven files”, presso il CAMeC pianozero della Spezia ed intende collegare tra di loro le tre personali che Consani ha realizzato nella prima metà del 2011: la mostra ligure, appunto, assieme a La festa è finita, presso lo Spazio Tiboni di Bologna e a M.H.G. Three Personalities For A New Ecological Memory, presso la Kunstraum Muenchen di Monaco di Baviera.
In occasione della presentazione del libro, e fino al 14 Novembre, verranno presentati all'interno degli spazi del Museo Pecci Milano due lavori video realizzati da Michelangelo Consani per la mostra “Ancora Ancora la nave in porto – Amoco Milford Haven files” presso il CAMeC pianozero della Spezia.
Il primo è la proiezione Amoco Milford Haven files, un collage di riprese amatoriali di immersioni attorno al relitto dell’Amoco Milford Haven, nave petroliera affondata vent'anni fa nel golfo di Genova, causando il più grande disastro ecologico mai avvenuto nel Mar Mediterraneo. Oltre novantamila litri di petrolio riversati in un'ecosistema che in quello stesso raggio chilometrico, soltanto poche ore prima, aveva già subito l'altrettanto consistente perdita dell'Agip Abruzzo, nave protagonista della tragedia Moby Prince nell'aprile 1991. A partire dall’esplorazione della nave, qui metaforicamente cadavere di un'intera epoca, prende luogo una riflessione, ormai di lungo corso per l'artista, che vuole esprimere una dissidenza attiva all'idea di crescita e all'ideologia della produzione, motori del “totalitarismo aggressivo della società del consumo mondializzato”, come scrive Serge Latouche nel saggio presente nella pubblicazione.
Nell'altro video invece si osserva un editing alternativo di alcune scene tratte da il film “Il seme dell'uomo” (1969) di Marco Ferreri – pellicola sulla possibile sopravvivenza dell'uomo al fallout nucleare – dove prende forma un'idea per un museo del genere umano. Concetto caro a Consani, che intravede in questa suggestione di Ferreri immersa in un immaginario post-atomico, una riflessione sulle prospettive della produzione artistica contemporanea e sulla sua scrittura museografica.
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