Kandinsky e l’Italia
Enrico Prampolini, Composizione, 1950, Olio su masonite, Collezione Museo MAGA, Gallarate
Dal 30 November 2025 al 12 April 2026
Gallarate | Varese
Luogo: Museo MA*GA
Indirizzo: Via Egidio de Magri 1
Curatori: Emma Zanella, Elisabetta Barisoni
Telefono per informazioni: +39 0331 706011
E-Mail info: info@museomaga.it;
Sito ufficiale: http://www.museomaga.it
Il Museo MA*GA accoglie un’ampia retrospettiva che ruota attorno alla figura di Wassily Kandinsky, uno dei pionieri dell’arte astratta.
Curata da Emma Zanella ed Elisabetta Barisoni, progettata e realizzata dal Museo MA*GA e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, la mostra si concentrerà sulla centralità dell’opera e del pensiero del maestro russo in relazione alla scena europea e, in particolare, alla grande stagione dell’astrattismo italiano che si è sviluppata tra gli anni trenta e gli anni cinquanta del Novecento.
Attraverso 130 opere, con capolavori provenienti da Ca’ Pesaro, dal Museo MA*GA da prestigiose collezioni pubbliche e private, si ripercorrerà la nascita dell’arte astratta e la sua evoluzione europea e italiana, ancora oggi viva e presente nel linguaggio creativo contemporaneo.
L’esposizione si apre con una prima ampia sezione volta a presentare la temperie culturale internazionale, così come si sviluppò tra gli anni venti e trenta del secolo scorso, ovvero quando Kandinsky, con le sue lezioni al Bauhaus, influenzò lo sviluppo della pittura grazie anche al dialogo aperto con i grandi maestri dell’Astrattismo Europeo quali Paul Klee, Jean Arp, Joan Miró, Alexander Calder, Antoni Tàpies, che definirono la nascita e la persistenza dell’arte astratta dai primi decenni delle Avanguardie Storiche agli anni cinquanta del Novecento, in Europa e in Italia.
Nella seconda sezione la mostra prosegue con un affondo sulla relazione profonda quanto controversa tra Kandinsky e gli artisti italiani: fondamentale è la personale a lui dedicata alla Galleria del Milione di Milano nel 1934, occasione di riflessione e dibattito tra gli artisti italiani contrari alla figurazione dominante. La nascita e la persistenza dell’arte astratta, dalle Avanguardie Storiche agli anni Cinquanta, si riflettono così nei linguaggi di Lucio Fontana, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Manlio Rho, Enrico Prampolini, Atanasio Soldati e Luigi Veronesi.
Nel secondo dopoguerra il pensiero e l’opera di Kandinsky rimasero al centro della scena italiana grazie soprattutto ad alcune importanti mostre come Arte astratta e concreta del 1947 a Milano, Arte Astratta in Italia del 1948 a Roma e ai movimenti e gruppi quali Forma (1947), MAC (1948), Origine (1951), che avvicinarono ai maestri storici gli artisti più giovani, desiderosi di cogliere in Kandinsky la chiave per entrare autonomamente in un nuovo mondo visivo. Di questo tratta la terza e conclusiva sezione della rassegna, con lavori di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Roberto Sebastián Matta, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Emilio Vedova.
La mostra è sostenuta da Regione Lombardia nell’ambito dell’Avviso Unico 2025 per i soggetti partecipati ed è inserita in Varese Cultura 2030, progetto promosso da Provincia di Varese finanziato da Fondazione Cariplo.
Curata da Emma Zanella ed Elisabetta Barisoni, progettata e realizzata dal Museo MA*GA e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, la mostra si concentrerà sulla centralità dell’opera e del pensiero del maestro russo in relazione alla scena europea e, in particolare, alla grande stagione dell’astrattismo italiano che si è sviluppata tra gli anni trenta e gli anni cinquanta del Novecento.
Attraverso 130 opere, con capolavori provenienti da Ca’ Pesaro, dal Museo MA*GA da prestigiose collezioni pubbliche e private, si ripercorrerà la nascita dell’arte astratta e la sua evoluzione europea e italiana, ancora oggi viva e presente nel linguaggio creativo contemporaneo.
L’esposizione si apre con una prima ampia sezione volta a presentare la temperie culturale internazionale, così come si sviluppò tra gli anni venti e trenta del secolo scorso, ovvero quando Kandinsky, con le sue lezioni al Bauhaus, influenzò lo sviluppo della pittura grazie anche al dialogo aperto con i grandi maestri dell’Astrattismo Europeo quali Paul Klee, Jean Arp, Joan Miró, Alexander Calder, Antoni Tàpies, che definirono la nascita e la persistenza dell’arte astratta dai primi decenni delle Avanguardie Storiche agli anni cinquanta del Novecento, in Europa e in Italia.
Nella seconda sezione la mostra prosegue con un affondo sulla relazione profonda quanto controversa tra Kandinsky e gli artisti italiani: fondamentale è la personale a lui dedicata alla Galleria del Milione di Milano nel 1934, occasione di riflessione e dibattito tra gli artisti italiani contrari alla figurazione dominante. La nascita e la persistenza dell’arte astratta, dalle Avanguardie Storiche agli anni Cinquanta, si riflettono così nei linguaggi di Lucio Fontana, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Manlio Rho, Enrico Prampolini, Atanasio Soldati e Luigi Veronesi.
Nel secondo dopoguerra il pensiero e l’opera di Kandinsky rimasero al centro della scena italiana grazie soprattutto ad alcune importanti mostre come Arte astratta e concreta del 1947 a Milano, Arte Astratta in Italia del 1948 a Roma e ai movimenti e gruppi quali Forma (1947), MAC (1948), Origine (1951), che avvicinarono ai maestri storici gli artisti più giovani, desiderosi di cogliere in Kandinsky la chiave per entrare autonomamente in un nuovo mondo visivo. Di questo tratta la terza e conclusiva sezione della rassegna, con lavori di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Roberto Sebastián Matta, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Emilio Vedova.
La mostra è sostenuta da Regione Lombardia nell’ambito dell’Avviso Unico 2025 per i soggetti partecipati ed è inserita in Varese Cultura 2030, progetto promosso da Provincia di Varese finanziato da Fondazione Cariplo.
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