Dal 24 giugno al 18 settembre
La Cleopatra di Arnaldo Pomodoro

Scirpione, Foto Archivio Arnaldo Pomodoro
Ludovica Sanfelice
22/06/2016
Bologna - Nell’estate del 1989 a Gibellina una rappresentazione della Passione di Cleopatra del poeta egiziano Ahmad Shawi, venne messa in scena per le Orestiadi ambientate nel paese ricreato sulle spoglie di quello che il terremoto aveva per sempre cancellato nel 1968.
La progettazione scenica di quella tragedia era opera dello scultore Arnaldo Pomodoro che produsse apparati scenici, costumi e maschere nello specifico segmento di una carriera artistica che ha legato il suo nome a più di quaranta spettacoli nell’arco di un cinquantennio. E con esiti visionari. Uno spazio sperimentale di cui Pomodoro si è sempre nutrito elaborando processi e tecniche poi impiegate nella realizzazione di sculture di grandi dimensioni.
All’epoca i giornali indicarono l’artista come “l’autentico vincitore della battaglia combattuta tra Antonio e Ottaviano sulla pelle di Cleopatra”. Le sue macchine sospese tra barocco e fantascienza rimasero in effetti “scolpite” nell’immaginario.
Nei giorni in cui il maestro compie novant’anni, un’esposizione allestita nel Museo della Musica di Bologna torna con la memoria all’estate di Gibellina raccogliendo materiali legati a quello storico spettacolo. Disegni, maschere, modellini di scena e ancora gioielli, armature ed elmetti, rievocheranno così una stagione unica offrendo anche singolare continuità alla mostra “Egitto. Splendore millenario” organizzata al Museo Civico Archeologico da Istituzione Bologna Musei e Arthemisia Group per riunire e integrare in un percorso monumentale la collezione egizia del Museo Nazionale di Antichità di Leiden in Olanda e quella di Bologna.
Consulta anche:
Guida d'arte di Bologna
La progettazione scenica di quella tragedia era opera dello scultore Arnaldo Pomodoro che produsse apparati scenici, costumi e maschere nello specifico segmento di una carriera artistica che ha legato il suo nome a più di quaranta spettacoli nell’arco di un cinquantennio. E con esiti visionari. Uno spazio sperimentale di cui Pomodoro si è sempre nutrito elaborando processi e tecniche poi impiegate nella realizzazione di sculture di grandi dimensioni.
All’epoca i giornali indicarono l’artista come “l’autentico vincitore della battaglia combattuta tra Antonio e Ottaviano sulla pelle di Cleopatra”. Le sue macchine sospese tra barocco e fantascienza rimasero in effetti “scolpite” nell’immaginario.
Nei giorni in cui il maestro compie novant’anni, un’esposizione allestita nel Museo della Musica di Bologna torna con la memoria all’estate di Gibellina raccogliendo materiali legati a quello storico spettacolo. Disegni, maschere, modellini di scena e ancora gioielli, armature ed elmetti, rievocheranno così una stagione unica offrendo anche singolare continuità alla mostra “Egitto. Splendore millenario” organizzata al Museo Civico Archeologico da Istituzione Bologna Musei e Arthemisia Group per riunire e integrare in un percorso monumentale la collezione egizia del Museo Nazionale di Antichità di Leiden in Olanda e quella di Bologna.
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