Magritte. L’impero delle luci

Le Retour di Renè Magritte
27/03/2006
Un “progetto culturale integrato”, aperto a letteratura, poesia, teatro, che segue la mostra del 2004 “Joan Miró. Alchimista del segno” e “Picasso. La seduzione del classico” del 2005, visitate ognuna da oltre 76.000 persone. A Como fino al 16 luglio nella settecentesca Villa Olmo, approda “René Magritte - L’impero delle luci”, mostra-evento dedicata al genio surrealista belga.
In mostra sessanta dipinti e venti tra disegni e lettere illustrate, realizzati tra il 1925 e il 1967, quaranta dei quali provenienti dai Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio, che conservano la collezione più importante al mondo di opere di Magritte, visibili in Italia per l’ultima volta, prima della definitiva collocazione nel Museo Magritte di Bruxelles, nell’aprile 2007. La rassegna, curata da Michel Draguet e da Maria Lluïsa Borràs, rappresenta secondo Charly Herscovici (Presidente della Fondation René Magritte) “un evento nella storia delle esposizioni surrealiste in Italia”.
“La pittura è soltanto un mezzo che mi permette di portare alla luce un pensiero grazie all’utilizzo di elementi presi al mondo visibile”: questo asserto magrittiano sottende un percorso espositivo ricco e complesso che presenta opere celebri del maestro, come L’impero delle Luci, La buona fede, La fata ignorante. Per Magritte la pittura era ‘cosa mentale’: la rappresentazione di ambienti quotidiani doveva provocare riflessione e trasformare il mondo comune in universo poetico. Tra le “cose visibili” ritroviamo i nuvolosi cieli del nord - che fecero coniare a Max Ernst il motto “Fa un tempo Magritte” - il mare e l’aperta campagna; gli alberi e il bosco; fiori ed oggetti.
La mostra inizia con Lo scudiere, quasi un “Magritte prima di Magritte”, in cui al naturalismo si accosta una costruzione cubista. Importanti le opere sul linguaggio, come La lettura proibita o la Voce dell’assoluto, o quelle del periodo Vache, di tendenze fauviste, realizzate durante la seconda guerra mondiale, dai colori accesi e dalla tecnica che ricorda Renoir.
Nel processo di assimilazione delle tematiche surrealiste, Magritte si avvicina al collage (molto usato da Max Ernst), “incontro fortuito di realtà incompatibili”. Inserisce immagini del quotidiano in realtà contraddittorie, come nel Ritratto di Paul Nougé o nel Matrimonio di mezzanotte. Altre opere, come l’Incendio o l’Isola del Tesoro, giocano con il concetto surrealista della ‘metamorfosi’. In Personaggio che medita sulla follia del 1928 emerge l’angoscia di qualcosa che incombe, forse derivante da ricordi tragici (come il suicidio della madre nel 1912).
RENÉ MAGRITTE. L’impero delle luci
Como, Villa Olmo (via Cantoni 1)
25 marzo - 16 luglio 2006
Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9.00 – 20.00; venerdì, sabato e domenica 9.00 – 22.00.
Lunedì chiuso (La biglietteria chiude un’ora prima)
Per info: Comune di Como – Assessorato alla Cultura, tel. 031.252352
Numero verde: tel. 848.800834; www.magrittecomo.it
In mostra sessanta dipinti e venti tra disegni e lettere illustrate, realizzati tra il 1925 e il 1967, quaranta dei quali provenienti dai Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio, che conservano la collezione più importante al mondo di opere di Magritte, visibili in Italia per l’ultima volta, prima della definitiva collocazione nel Museo Magritte di Bruxelles, nell’aprile 2007. La rassegna, curata da Michel Draguet e da Maria Lluïsa Borràs, rappresenta secondo Charly Herscovici (Presidente della Fondation René Magritte) “un evento nella storia delle esposizioni surrealiste in Italia”.
“La pittura è soltanto un mezzo che mi permette di portare alla luce un pensiero grazie all’utilizzo di elementi presi al mondo visibile”: questo asserto magrittiano sottende un percorso espositivo ricco e complesso che presenta opere celebri del maestro, come L’impero delle Luci, La buona fede, La fata ignorante. Per Magritte la pittura era ‘cosa mentale’: la rappresentazione di ambienti quotidiani doveva provocare riflessione e trasformare il mondo comune in universo poetico. Tra le “cose visibili” ritroviamo i nuvolosi cieli del nord - che fecero coniare a Max Ernst il motto “Fa un tempo Magritte” - il mare e l’aperta campagna; gli alberi e il bosco; fiori ed oggetti.
La mostra inizia con Lo scudiere, quasi un “Magritte prima di Magritte”, in cui al naturalismo si accosta una costruzione cubista. Importanti le opere sul linguaggio, come La lettura proibita o la Voce dell’assoluto, o quelle del periodo Vache, di tendenze fauviste, realizzate durante la seconda guerra mondiale, dai colori accesi e dalla tecnica che ricorda Renoir.
Nel processo di assimilazione delle tematiche surrealiste, Magritte si avvicina al collage (molto usato da Max Ernst), “incontro fortuito di realtà incompatibili”. Inserisce immagini del quotidiano in realtà contraddittorie, come nel Ritratto di Paul Nougé o nel Matrimonio di mezzanotte. Altre opere, come l’Incendio o l’Isola del Tesoro, giocano con il concetto surrealista della ‘metamorfosi’. In Personaggio che medita sulla follia del 1928 emerge l’angoscia di qualcosa che incombe, forse derivante da ricordi tragici (come il suicidio della madre nel 1912).
RENÉ MAGRITTE. L’impero delle luci
Como, Villa Olmo (via Cantoni 1)
25 marzo - 16 luglio 2006
Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9.00 – 20.00; venerdì, sabato e domenica 9.00 – 22.00.
Lunedì chiuso (La biglietteria chiude un’ora prima)
Per info: Comune di Como – Assessorato alla Cultura, tel. 031.252352
Numero verde: tel. 848.800834; www.magrittecomo.it
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