Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo festeggia 15 anni di idee, progetti, visioni
Il MAXXI diventa monumento nazionale e inaugura cinque nuove mostre

Archea Associati Dacia Arena, Udine 2016 Courtesy Archea Associati Photo Pietro Savorelli e Associati
Samantha De Martin
30/05/2025
Roma - La nuova stagione del Museo nazionale delle arti del XXI secolo, a quindici anni dalla fondazione, si apre con un traguardo importante e con cinque grandi mostre.
Eletto ufficialmente a monumento nazionale, l’iconico edificio realizzato da Zaha Hadid entra a pieno titolo nel patrimonio culturale italiano, con una tutela specifica volta a garantirne la conservazione e la valorizzazione nel tempo.
“Sono orgogliosa di rappresentare un’istituzione così importante per la cultura italiana e internazionale. In questi 15 anni il MAXXI è cresciuto come un luogo vivo e dinamico, ricco di idee, progetti e visioni. Il riconoscimento come Monumento nazionale ci onora e rafforza la nostra missione. Invito tutti a continuare a vivere il MAXXI ogni giorno, come uno spazio aperto, stimolante, condiviso. Un museo da abitare con curiosità e partecipazione” ha detto la presidente della Fondazione MAXXI Maria Emanuela Bruni inaugurando ufficialmente i festeggiamenti che oggi, venerdì 30 maggio, vedranno un’intera giornata di apertura straordinaria, con ingresso gratuito a tutte le mostre fino alle 23 e un DJ set in piazza Alighiero Boetti a partire dalle 18.
A completamento di un’offerta museale ampia, che si declina in tutte le gallerie del Museo, il direttore artistico Francesco Stocchi, il direttore MAXXI Architettura e Design contemporaneo Lorenza Baroncelli e il direttore ad interim del Dipartimento Arte Monia Trombetta hanno illustrato cinque nuovi progetti espositivi.
Allestimento di Stadi. Architettura e mito | Foto: © Pasqualini-Fucilla_MUSA
Dal 30 maggio al 26 ottobre inaugura STADI. Architettura e mito, la grande mostra del Dipartimento Architettura che fa parlare i templi dello sport, luoghi simbolo di passioni ed emozioni (a cura di Manuel Orazi, Fabio Salomoni e Moira Valeri). Il pubblico sarà invitato a scoprire 54 progetti di stadi di tutto il mondo, spunti per parlare di società, economia, politica, antropologia, urbanistica, arte e cultura. Oltre a cimeli calcistici, poster storici, disegni, documenti, fotografie, si incontreranno in mostra lavori di Tato, Bruno Munari e Titina Maselli, le fotografie di Luigi Ghirri e Henri Cartier-Bresson, Takashi Homma, Olivo Barbieri e video installazioni di Yuri Ancarani, Douglas Gordon e Philippe Parreno.
La visione enciclopedica dell’intera opera filmica dell’artista scozzese Douglas Gordon, tra i più influenti protagonisti della scena della videoarte contemporanea, prende forma fino al 23 novembre attraverso la mostra Douglas Gordon. Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish...Ospitata nella scenografica Galleria 5 del MAXXI, l’installazione evoca un archivio video privato, lasciando spazio a una visione libera delle singole opere e a un’analisi approfondita dei temi che caratterizzano i suoi lavori. Un monumentale albero/lampadario alto 7 metri, con le sue lunghe chiome realizzate con reti da pesca, è il fulcro attorno al quale ruota un ambiente da esplorare e da vivere anche grazie ai sorprendenti arredi fruibili dal pubblico (a cura di Martina Muzi). Si tratta del progetto di Nacho Carbonell Memory, in practice, che inaugura la prima edizione di ENTRATE, il nuovo programma pluriennale del MAXXI dedicato al design che rende protagonista l’ingresso del Museo.

Allestimento di Nacho Carbonell. Memory in practice al MAXXI | Foto: © Pasqualini – Fucilla_ MUSA
Infine, sono in programma due approfondimenti realizzati a partire dagli archivi del MAXXI. Il primo è un omaggio alla Galleria Pieroni, punto di riferimento dell’arte italiana tra gli anni Settanta e Novanta con le due storiche sedi di Pescara e Roma. Il secondo, in corso fino al 31 agosto, è un focus prodotto in collaborazione con l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici dedicato all’opera di Enrico Del Debbio e in particolare sul monumentale complesso del Foro Italico, il suo più grande progetto, che lo impegnò per oltre 40 anni.
Del Debbio progettò un’opera architettonico- paesaggistica in cui gli edifici avrebbero interagito con la natura circostante, e dove il marmo sarebbe stato protagonista nell’elaborazione di una poetica personale in equilibrio tra classicismo e modernità.
Eletto ufficialmente a monumento nazionale, l’iconico edificio realizzato da Zaha Hadid entra a pieno titolo nel patrimonio culturale italiano, con una tutela specifica volta a garantirne la conservazione e la valorizzazione nel tempo.
“Sono orgogliosa di rappresentare un’istituzione così importante per la cultura italiana e internazionale. In questi 15 anni il MAXXI è cresciuto come un luogo vivo e dinamico, ricco di idee, progetti e visioni. Il riconoscimento come Monumento nazionale ci onora e rafforza la nostra missione. Invito tutti a continuare a vivere il MAXXI ogni giorno, come uno spazio aperto, stimolante, condiviso. Un museo da abitare con curiosità e partecipazione” ha detto la presidente della Fondazione MAXXI Maria Emanuela Bruni inaugurando ufficialmente i festeggiamenti che oggi, venerdì 30 maggio, vedranno un’intera giornata di apertura straordinaria, con ingresso gratuito a tutte le mostre fino alle 23 e un DJ set in piazza Alighiero Boetti a partire dalle 18.
A completamento di un’offerta museale ampia, che si declina in tutte le gallerie del Museo, il direttore artistico Francesco Stocchi, il direttore MAXXI Architettura e Design contemporaneo Lorenza Baroncelli e il direttore ad interim del Dipartimento Arte Monia Trombetta hanno illustrato cinque nuovi progetti espositivi.

Allestimento di Stadi. Architettura e mito | Foto: © Pasqualini-Fucilla_MUSA
Dal 30 maggio al 26 ottobre inaugura STADI. Architettura e mito, la grande mostra del Dipartimento Architettura che fa parlare i templi dello sport, luoghi simbolo di passioni ed emozioni (a cura di Manuel Orazi, Fabio Salomoni e Moira Valeri). Il pubblico sarà invitato a scoprire 54 progetti di stadi di tutto il mondo, spunti per parlare di società, economia, politica, antropologia, urbanistica, arte e cultura. Oltre a cimeli calcistici, poster storici, disegni, documenti, fotografie, si incontreranno in mostra lavori di Tato, Bruno Munari e Titina Maselli, le fotografie di Luigi Ghirri e Henri Cartier-Bresson, Takashi Homma, Olivo Barbieri e video installazioni di Yuri Ancarani, Douglas Gordon e Philippe Parreno.
La visione enciclopedica dell’intera opera filmica dell’artista scozzese Douglas Gordon, tra i più influenti protagonisti della scena della videoarte contemporanea, prende forma fino al 23 novembre attraverso la mostra Douglas Gordon. Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish...Ospitata nella scenografica Galleria 5 del MAXXI, l’installazione evoca un archivio video privato, lasciando spazio a una visione libera delle singole opere e a un’analisi approfondita dei temi che caratterizzano i suoi lavori. Un monumentale albero/lampadario alto 7 metri, con le sue lunghe chiome realizzate con reti da pesca, è il fulcro attorno al quale ruota un ambiente da esplorare e da vivere anche grazie ai sorprendenti arredi fruibili dal pubblico (a cura di Martina Muzi). Si tratta del progetto di Nacho Carbonell Memory, in practice, che inaugura la prima edizione di ENTRATE, il nuovo programma pluriennale del MAXXI dedicato al design che rende protagonista l’ingresso del Museo.

Allestimento di Nacho Carbonell. Memory in practice al MAXXI | Foto: © Pasqualini – Fucilla_ MUSA
Infine, sono in programma due approfondimenti realizzati a partire dagli archivi del MAXXI. Il primo è un omaggio alla Galleria Pieroni, punto di riferimento dell’arte italiana tra gli anni Settanta e Novanta con le due storiche sedi di Pescara e Roma. Il secondo, in corso fino al 31 agosto, è un focus prodotto in collaborazione con l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici dedicato all’opera di Enrico Del Debbio e in particolare sul monumentale complesso del Foro Italico, il suo più grande progetto, che lo impegnò per oltre 40 anni.
Del Debbio progettò un’opera architettonico- paesaggistica in cui gli edifici avrebbero interagito con la natura circostante, e dove il marmo sarebbe stato protagonista nell’elaborazione di una poetica personale in equilibrio tra classicismo e modernità.
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