Due grandi musei celebrano maestro neoclassico  

Sulle orme di Canova. Un’esperienza da vivere tra la Galleria Borghese e la GNAM

Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice I Courtesy Galleria Borghese
 

Francesca Grego

07/05/2025

Roma - Due prestigiosi musei uniti nel nome di Antonio Canova: succede a Roma nello scenario di Villa Borghese, dove da oggi un unico percorso collegherà i capolavori dello maestro neoclassico conservati presso la Galleria Borghese e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, visitabili nella stessa giornata con promozioni sul biglietto d’ingresso, mentre la proiezione di un docufilm e un seminario scientifico inviteranno il pubblico ad approfondire la conoscenza dello scultore. 

Alla Galleria Borghese i visitatori potranno ammirare una delle massime realizzazioni di Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice, commissionata dal principe Camillo Borghese al maestro nel 1804 e terminata nel 1808. Il ritratto celebra la bellezza ideale della nobildonna, immortalata in una posa sensuale e al tempo stesso solenne, ispirata all’iconografia classica di Venere. L’opera è un esempio straordinario della capacità di Canova di trasformare il marmo in materia viva, grazie a un’eccezionale resa delle superfici e dei dettagli, dall’incarnato levigato al morbido drappeggio che avvolge il corpo della principessa. Nella Paolina Canova ha steso sul marmo, come finitura, l’acqua di rota per conferire lucentezza alla superficie. Stupefacente la resa del materasso che pare affondare morbidamente sotto il peso della dea. Questo effetto di verosimiglianza aveva un precedente illustre: il materasso che Bernini scolpì per l’Ermafrodito appartenuto a Scipione Borghese, che proprio negli anni in cui la Paolina veniva realizzata prendeva la via di Parigi, venduto a Napoleone insieme ad altre centinaia di opere. Canova, che si era opposto fieramente alla vendita dei marmi Borghese, ne restituisce una versione neoclassica. Sotto all’agrippina è nascosto il meccanismo originale, tuttora funzionante, che permette alla scultura di girare e mostrarsi a 360 gradi.


Antonio Canova, Ercole e Lica I Courtesy Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea

Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea il pubblico scoprirà un altro volto dell’arte di Canova: qui è conservato il drammatico Ercole e Lica (1795-1815), gruppo scultoreo monumentale che restituisce la potenza del mito in una composizione di notevole dinamismo. Prima scultura colossale eseguita da Canova, Ercole e Lica fu commissionato nel 1795 dal principe aragonese Onorato Gaetani, che fu però costretto a rinunciare all’opera a causa delle sue avverse fortune politiche. Canova propose la scultura all’imperatore d’Austria Francesco II, per celebrare la vittoria delle truppe imperiali a Magnano nel 1799. Dopo il rifiuto dell’imperatore, il finanziere Giovanni Torlonia di Roma decise di acquistare l’opera finita per 18 mila scudi, un prezzo incredibile per l’epoca. Il gruppo fu molto apprezzato alla presentazione, nel 1815, e collocato a Palazzo Torlonia. Si tratta di una scultura fortemente espressiva: il volto disperato dell’ingenuo Lica sembre spandere intorno un urlo di dolore, mentre la mano aggressiva di Ercole afferra i capelli del giovane con ferocia e i muscoli di entrambi, perfettamente definiti, comunicano la tensione del momento. Drammatico e potente è il contrasto tra il corpo colossale dell’eroe e quello esile e fragile del giovane mortale.

Iniziative collaterali nate dalla collaborazione tra la Galleria Borghese e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea completeranno l’esperienza di incontro con la scultura di Canova: per il pomeriggio del 28 maggio è in programma presso la Casa del Cinema, a breve distanza da entrambi musei, la proiezione del documentario Canova di Francesco Invernizzi (2018), mentre un seminario scientifico consentirà di approfondire con i contributi degli esperti la conoscenza delle opere d'arte figurativa conservate nelle due collezioni.  

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