Dall'11 maggio al 14 agosto
Fotografia panoramica dell'arte di Francesco Jodice

Aral, What We Want, Francesco Jodice
Ludovica Sanfelice
09/05/2016
Torino - S’intitola “Panorama” e abbraccia con obiettivo grandangolare vent’anni di carriera di Francesco Jodice, l’artista napoletano che avvalendosi di un linguaggio fatto di fotografia, installazioni e video si è fatto testimone delle trasformazioni geopolitiche contemporanee e dei loro riflessi sul piano sociale e urbanistico.
Mai prima d’ora tanto materiale relativo alla sua opera era stato raccolto e ordinato in un’esposizione così ampia come quella che sarà allestita presso CAMERA a Torino dall'11 maggio grazie alla curatela di Francesco Zanot.
Un percorso che superando la produzione intende condurre il pubblico alla scoperta dei processi che caratterizzano le indagini di Jodice, vale a dire tutte le pratiche di cui le opere in mostra sono solo il risultato finale. Punte di un iceberg che nei volumi sommersi racchiude argomenti, motivazioni e tensioni tra teoria e pratica, o più concretamente, mappe, ritagli, provini, documenti, interviste, immagini di backstage, testi e filmati che verranno disposti lungo un tavolo modulare di più di quaranta metri, a rivoltare il bagaglio di pensieri e azioni di sei progetti particolarmente significativi nella carriera di Jodice, dagli esordi ad oggi.
Un'estrazione mineraria che, dall'atlante composto con What We Want al buio della nostra epoca catturato in The Room, saprà restituire la sua capacità di leggere e comprendere le mutazioni in corso e di trattare l’arte come strumento di impegno e azione sociale.
Consulta anche:
Guida d'arte di Torino
A Torino nasce CAMERA
Mai prima d’ora tanto materiale relativo alla sua opera era stato raccolto e ordinato in un’esposizione così ampia come quella che sarà allestita presso CAMERA a Torino dall'11 maggio grazie alla curatela di Francesco Zanot.
Un percorso che superando la produzione intende condurre il pubblico alla scoperta dei processi che caratterizzano le indagini di Jodice, vale a dire tutte le pratiche di cui le opere in mostra sono solo il risultato finale. Punte di un iceberg che nei volumi sommersi racchiude argomenti, motivazioni e tensioni tra teoria e pratica, o più concretamente, mappe, ritagli, provini, documenti, interviste, immagini di backstage, testi e filmati che verranno disposti lungo un tavolo modulare di più di quaranta metri, a rivoltare il bagaglio di pensieri e azioni di sei progetti particolarmente significativi nella carriera di Jodice, dagli esordi ad oggi.
Un'estrazione mineraria che, dall'atlante composto con What We Want al buio della nostra epoca catturato in The Room, saprà restituire la sua capacità di leggere e comprendere le mutazioni in corso e di trattare l’arte come strumento di impegno e azione sociale.
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