Paul Helbronner e il Monte Bianco. Dal livello del mare a 4810 metri
Dal 13 Giugno 2020 al 31 Agosto 2020
Courmayeur | Aosta
Luogo: Stazione Pavillon | The Mountain di Skyway Monte Bianco
Indirizzo: Strada Statale 26
E-Mail info: info@montebianco.com
L’ultima stazione di Skyway si chiama Punta Helbronner, proprio come la cima che la ospita. Non tutti, però, conoscono la storia dietro questo nome. La parola Helbronner altro non è che un cognome. E, nello specifico, il cognome di Paul Helbronner: alpinista, ingegnere e geodeta nato nel 1871 a Compiègne, una cittadina di pianura nel nord della Francia. È dedicata a lui, la mostra che, a partire dal 13 giugno 2020, sarà aperta al pubblico per tutta l’estate al primo piano della stazione Pavillon | The Mountain di Skyway Monte Bianco, sopra agli ambienti dell’Hangar.
Ma chi era il signor Helbronner? E di cosa si occupa, di preciso, un geodeta? Come si può facilmente immaginare, il lavoro di un geodeta riguarda la terra e in particolare la sua misurazione e rappresentazione. E tra tutte le porzioni di terra da rappresentare Paul Helbronner, nato e cresciuto a 41 metri sul livello del mare ma molto appassionato di alpinismo, decise di concentrare la sua attenzione sulle Alpi francesi, Monte Bianco compreso. Durante le sue escursioni, infatti, si era accorto di quanto fossero approssimative le carte usate dagli alpinisti e dai militari. Così, dopo aver visto la sua richiesta di finanziamenti per una nuova prospezione topografica rifiutata sia dallo Stato Maggiore che dal C.A.F (Club Alpino Francese), decise di investire nell’impresa di tasca propria.
Comincia così, nei primi anni del novecento la trasformazione di Paul: da ragazzo di pianura a uomo di montagna. È l’inizio di una vita da avventuriero, da alpinista ma anche da fotografo e raffinato pittore. La madre di Paul, infatti, era pittrice e lui imparò da lei i fondamenti del colore e del disegno. Nel 1921 venne pubblicata una raccolta di suoi acquerelli, dipinti a partire dalle numerose osservazioni e dalle fotografie scattate. La raccolta divenne subito famosa, e alcune immagini vennero riprese da diversi giornali dell’epoca, nelle pagine centrali a colori. Ma la vera, grande opera di Paul Helbronner è la monumentale Description Géométrique Détaillée des Alpes Françaises (descrizione geometrica dettagliata delle Alpi Francesi), 12 enormi volumi contenenti tutti i risultati delle sue fatiche: anni di rilevazioni, sempre a piedi e sempre carico di pesanti strumenti di misura. Un’impresa ciclopica per un uomo solo che riuscì ad occupare, a mirare e a calcolare 8.500 punti geodetici su una superficie di 18.500 Chilometri quadrati. Utilizzò 1.818 stazioni, di cui 151 sopra i 3.000 metri di altitudine e realizzò personalmente 15.500 clichés fotografici.
Per celebrare questo incredibile personaggio, Skyway ha deciso di affidare la curatela della mostra a un uomo straordinario: Gioachino Gobbi. Figlio dell’indimenticato alpinista Toni Gobbi e di Romilda Bartholier, i precendenti proprietari del rifugio Pavillon successivamente donato da Gioachino alla Regione Valle d’Aosta. Un uomo che queste montagne le ha nel DNA, insomma.
Del 1982 Gobbi gestisce insieme alla moglie Elisabetta la Grivel Srl: un marchio che, con più di duecento anni di storia alle spalle, si attesta oggi come il più antico produttore di attrezzatura per alpinismo ancora in funzione. Da allora, con il duro lavoro e l’ispirazione che da sempre Gioachino trae dal Monte Bianco, è riuscito a trasformare una piccola azienda a conduzione familiare in un marchio internazionale leader nel settore. Le intuizioni incorporate in alcuni prodotti della Grivel, sono alla base di alcune piccole rivoluzioni dell’alpinismo e di molte grandi imprese. I ramponi a dodici punte, per esempio, hanno accelerato e, in un certo senso permesso, la prima ascesa della prima parete nord dell’Eiger, così come molte altre invenzioni Grivel sono alla base della conquista di Everest e K2.
Era naturale, quindi, che alla mostra PAUL HELBRONNER E IL MONTE BIANCO – Dal livello del mare a 4810 metri Gobbi decidesse di esporre gli antichi oggetti del mestiere: dai sistemi di rilevazione all’attrezzatura alpinistica, insieme a un gran numero di documenti, fotografie e stampe. Tutto per celebrare e far conoscere al pubblico la vita e il lavoro di Paul - l’uomo nato a 41 metri sul livello del mare - e, insieme, dell’esploratore Helbronner, il mito che, da 4810 metri, ha regalato al mondo una nuova, precisa immagine delle Alpi e del Monte Bianco, e l’ispirazione per raggiungerne la cima.
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