La Sindone e l'impronta dell'arte
Dal 15 Marzo 2015 al 15 Aprile 2014
Sansepolcro | Arezzo
Luogo: Museo Civico di Sansepolcro
Indirizzo: via Niccolò Aggiunti 55
Orari: tutti i giorni 10-13 / 14.30-18
Curatori: Demetrio Paparoni
Enti promotori:
- Comune di Sansepolcro
- Istituzione Museo Biblioteca Archivi storici Città di Sansepolcro
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0575 732218
E-Mail info: museocivico@comune.sansepolcro.ar.it
Sito ufficiale: http://www.museocivicosansepolcro.it
Appuntamento d’eccezione quello proposto dal 15 marzo al 15 aprile dal Museo Civico di Sansepolcro che propone nelle proprie sale la mostra La Sindone e l’impronta dell’Arte, una rassegna di opere di artisti contemporanei perlopiù espressamente realizzate.
La mostra, proposta dal Comune di Sansepolcro e dalla Istituzione Museo Biblioteca Archivi storici Città di Sansepolcro, si inserisce nell’ambito di una programmazione già consolidata per la sensibilizzazione e la diffusione dei linguaggi della cultura contemporanea.
Curata da Demetrio Paparoni, la mostra include opere di Francesco Clemente, Helgi Fridjonsson, Daniele Galliano, Rafael Megall, Tony Oursler, Mimmo Paladino, Nicola Samorì, Wang Guangyi. La mostra trae spunto da un tema enigmatico come quello della sacra Sindone: il telo su cui risultano impresse misteriosamente (forse miracolosamente) le forme di un uomo morto in croce, che per molti studiosi e per moltissimi credenti è Gesù.
Questo oggetto arcano, sollecitato e interrogato da teologi, scienziati, storici, si può per certi versi guardare come un oggetto d’arte, in quanto figura impressa sulla tela, se pure realizzata in modo non del tutto spiegabile, si direbbe per emanazione di energia. La Sindone è infatti un’immagine, anzi l’immagine per eccellenza della cultura cristiana, periodicamente esposta al pubblico per essere venerata, ma anche guardata con trepidazione, con ammirazione. Non sembra dunque provocatorio che da una “impronta” misteriosa per la scienza, ma sacra per chi crede, possano generarsi per osmosi altre “impronte” artistiche, altri segni, altre rappresentazioni.
Rapportandosi al tema del trascendente nell’arte contemporanea le opere degli artisti presenti in mostra interagiranno per un mese con i grandi capolavori di arte antica custoditi nel museo, tra i quali ricordiamo il Polittico della Madonna della Misericordia di Piero della Francesca, del quale il museo conserva anche gli affreschi staccati raffiguranti San Giuliano e San Ludovico; la Madonna col Bambino e due Cherubini e la Natività con l’Annuncio ai pastori di Andrea della Robbia; il Polittico di Matteo di Giovanni, la Madonna del Soccorso di Gerino da Pistoia; il Martirio di San Quintino del Pontormo, solo per citarne alcuni.
Il Museo civico di Sansepolcro ruota intorno a un’immagine-fulcro, ospitata nella parete della sala principale dell’allora Palazzo della Residenza: la Resurrezione di Piero della Francesca, la “pittura più bella del mondo” secondo Aldous Huxley. La Sindone e la Resurrezione: la morte e la promessa di vita eterna. Nella Sindone, anzi, sarebbe effigiata l’immagine del Cristo tormentato dalla Passione nell’attimo in cui il suo corpo glorioso si libera dal lenzuolo, diventa energia e raggio.
Francesco Clemente (Napoli, 1952. Vive a New York), Helgi Fridjonsson (Búdardalur, Dalasysla, Islanda, 1952. Vive a Reykjavík), Daniele Galliano (Pinerolo, Torino, 1961. Vive a Torino), Rafael Megall (Yerevan, Armenia, 1983. Vive a Yerevan), Luigi Ontani (Montovolo, Bologna, 1943. Vive a Roma), Tony Oursler (New York, 1957. Vive a New York), Mimmo Paladino (Paduli, Benevento, 1948. Vive a Paduli, Roma e Milano), Nicola Samorì (Forlì, 1977. Vive a Bagnacavallo, Ravenna), Wang Guangyi (Harbin, Cina, 1957. Vive a Pechino).
La mostra, proposta dal Comune di Sansepolcro e dalla Istituzione Museo Biblioteca Archivi storici Città di Sansepolcro, si inserisce nell’ambito di una programmazione già consolidata per la sensibilizzazione e la diffusione dei linguaggi della cultura contemporanea.
Curata da Demetrio Paparoni, la mostra include opere di Francesco Clemente, Helgi Fridjonsson, Daniele Galliano, Rafael Megall, Tony Oursler, Mimmo Paladino, Nicola Samorì, Wang Guangyi. La mostra trae spunto da un tema enigmatico come quello della sacra Sindone: il telo su cui risultano impresse misteriosamente (forse miracolosamente) le forme di un uomo morto in croce, che per molti studiosi e per moltissimi credenti è Gesù.
Questo oggetto arcano, sollecitato e interrogato da teologi, scienziati, storici, si può per certi versi guardare come un oggetto d’arte, in quanto figura impressa sulla tela, se pure realizzata in modo non del tutto spiegabile, si direbbe per emanazione di energia. La Sindone è infatti un’immagine, anzi l’immagine per eccellenza della cultura cristiana, periodicamente esposta al pubblico per essere venerata, ma anche guardata con trepidazione, con ammirazione. Non sembra dunque provocatorio che da una “impronta” misteriosa per la scienza, ma sacra per chi crede, possano generarsi per osmosi altre “impronte” artistiche, altri segni, altre rappresentazioni.
Rapportandosi al tema del trascendente nell’arte contemporanea le opere degli artisti presenti in mostra interagiranno per un mese con i grandi capolavori di arte antica custoditi nel museo, tra i quali ricordiamo il Polittico della Madonna della Misericordia di Piero della Francesca, del quale il museo conserva anche gli affreschi staccati raffiguranti San Giuliano e San Ludovico; la Madonna col Bambino e due Cherubini e la Natività con l’Annuncio ai pastori di Andrea della Robbia; il Polittico di Matteo di Giovanni, la Madonna del Soccorso di Gerino da Pistoia; il Martirio di San Quintino del Pontormo, solo per citarne alcuni.
Il Museo civico di Sansepolcro ruota intorno a un’immagine-fulcro, ospitata nella parete della sala principale dell’allora Palazzo della Residenza: la Resurrezione di Piero della Francesca, la “pittura più bella del mondo” secondo Aldous Huxley. La Sindone e la Resurrezione: la morte e la promessa di vita eterna. Nella Sindone, anzi, sarebbe effigiata l’immagine del Cristo tormentato dalla Passione nell’attimo in cui il suo corpo glorioso si libera dal lenzuolo, diventa energia e raggio.
Francesco Clemente (Napoli, 1952. Vive a New York), Helgi Fridjonsson (Búdardalur, Dalasysla, Islanda, 1952. Vive a Reykjavík), Daniele Galliano (Pinerolo, Torino, 1961. Vive a Torino), Rafael Megall (Yerevan, Armenia, 1983. Vive a Yerevan), Luigi Ontani (Montovolo, Bologna, 1943. Vive a Roma), Tony Oursler (New York, 1957. Vive a New York), Mimmo Paladino (Paduli, Benevento, 1948. Vive a Paduli, Roma e Milano), Nicola Samorì (Forlì, 1977. Vive a Bagnacavallo, Ravenna), Wang Guangyi (Harbin, Cina, 1957. Vive a Pechino).
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