Emilio D’Elia. Apeiron-Visioni d’Infinito
Dal 03 Dicembre 2021 al 12 Gennaio 2022
Bari
Luogo: Museo Nuova Era
Indirizzo: Strada dei Gesuiti 13
Orari: dal martedì al sabato dalle 17.30 alle 20.30
Curatori: Cecilia Pavone
Enti promotori:
- Comune di Bari
- Patrocinio dell’Assessore alla Cultura Tutela e sviluppo delle imprese culturali Turismo Sviluppo e impresa turistica della Regione Puglia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 333.4462929
E-Mail info: infomuseonuovaera@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.museonuovaera.com
“Apeiron – Visioni d’Infinito” è la mostra del pittore pugliese Emilio D’Elia, che si svolgerà al Museo Nuova Era a Bari, dal 3 dicembre 2021 al 12 gennaio 2022. L’inaugurazione della personale, a cura di Cecilia Pavone, è prevista per venerdì 3 dicembre, alle 18.30, negli eleganti spazi del Museo Nuova Era a Bari, in pieno centro storico.
L’esposizione è patrocinata dal Comune di Bari e da Regione Puglia - Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, ed è organizzata dall’associazione culturale “Nuovi Confini”.
22 opere, tra grandi e piccoli dipinti su tela e carta, acquerelli e libri d’artista, provenienti dall’ampia produzione artistica di Emilio D’Elia, e alcune creazioni site-specific, condurranno lo spettatore nel viaggio verso l’ “àpeiron”, che in greco antico significa “senza perimetro”, “illimitato”, “infinito”, ed è indicato da Anassimandro come archè, ovvero “principio di tutte le cose”. La poetica di D’Elia è caratterizzata da un’avvolgente energia che scaturisce dalle intense cromie, dai paesaggi sospesi al di là delle categorie spazio-temporali - popolati da visioni oniriche provenienti dalla dimensione immateriale - dalla concezione neoplatonica del cosmo, dal tendere-verso l’àpeiron, da atmosfere che richiamano gli scenari dell’inconscio del simbolismo francese, dalla memoria innata della psychè.
Nato a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi nel 1958, dopo un lungo soggiorno a Roma, Emilio D’Elia si è stabilito da diversi anni a Parigi, dove tuttora vive e lavora. Ha esposto in gallerie nazionali ed internazionali, e vanta una lunga carriera artistica, oltre all’attenzione di critici tra i quali Francesco Moschini, Paolo Balmas, Francesco Poli e Gerard-George Lemaire.
Tra evocazioni simboliste, che permeano l’incessante ricerca dell’assoluto intrapresa dal “viandante del cosmo”, la “pittura d’infinito” di Emilio D’Elia è un’alchimia proveniente dalle profondità della memoria universale e dal viaggio verso il ritorno all’Uno plotiniano. Ecco, dunque, le esplosioni di luce – concepita, a sua volta, come elemento basilare dell’essenza umana e scintilla generatrice del kosmos - nei corposi e luminosi gialli cadmio. E, soprattutto, ecco il germinale blu oltremare, vera e propria cifra stilistica di Emilio D’Elia, che predilige questa nuance per rappresentare l’infinito e l’ignoto. A dare corpo alle sue “visioni d’infinito”, vi è una tecnica collaudata, che prevede l’uso di pigmenti naturali diluiti in acqua e che permette all’artista di declinare le diverse trasparenze simil-acquerello e l’intensità del colore. Il percorso artistico-filosofico di Emilio D’Elia è finalizzato a “rendere visibile l’invisibile” attraverso l’“ascolto dell’infinito”. Infatti “l’artista – sottolinea lo stesso D’Elia - ha il dovere di costruire ponti con l’infinito”.
Nell’attuale società liquida ipertecnologizzata della postmodernità, dominata dall’Iperreale che, secondo Baudrillard, ha “ucciso” la realtà attraverso la dimensione virtuale e digitale, si rende necessaria una riconsiderazione dell’idea stessa del bello nell’ambito dell’arte contemporanea e, in particolare, nel linguaggio pittorico. Alla base della creazione artistica, infatti, risulta indispensabile un background di maestria, tecnica ed esperienza da parte dell’artista, che troppo spesso viene posto in secondo piano, a favore di una concezione sensazionalistica e consumistica dell’opera d’arte e della sua poiesis. In particolare, nell’inverno epocale dell’ “era dell’accesso”, risulta essenziale nutrire la psychè attraverso un nuovo ethos estetico, senza mai trascurare le radici dell’arte, ovvero l’arte antica, e favorire la costruzione di una direzione etica alla tecnologia. In tale quadro tematico s’inserisce la ricerca di Emilio D’Elia, caratterizzata dal tendere-verso un nuovo umanesimo della pittura. L’artista pugliese possiede maestria, esperienza, talento. Le sue creazioni pittoriche sprigionano notevole energia vitale e costituiscono una perfetta alchimia di sapienza creativa e valori di rinascita: un vero e proprio nutrimento per la psychè.
Dopo gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti a Lecce, Emilio D’Elia (San Pietro Vernotico, 1958) si trasferisce per diversi anni a Roma. In seguito si stabilirà definitivamente a Parigi, dove attualmente vive e lavora, alternando soggiorni regolari nel suo atelier di San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi. Ha esposto in gallerie nazionali ed internazionali e vanta una lunga carriera artistica oltre all’attenzione di critici tra i quali, solo per citarne alcuni, Francesco Moschini, Paolo Balmas, Francesco Poli e Gerard-George Lemaire.
Tra le personali ricordiamo: 2021-“Prima di entrare interroga la soglia”, Gigi Rigliaco Gallery, Galatina (Le); 2017-“Porto nelle Stelle”, Momento, Jesi; 2011-“Meridiana”, Galleria Demetra, Milano; 2000-“Duetto”, Galleria Vidal Saint Phalle, Parigi; 1999-“Esercizio d’infinito”, Galleria Etienne de Causans, Parigi; 1995-“Fiori nel deserto”, Galleria il Polittico, Roma.
Tra le collettive più significative: 2014-“MUST in ART. Lavori in corso. Corpo 3, Generazioni a confronto”, Museo Storico, Lecce; 2003-“Fine Novecento”, Palazzo Tiranni Castracane, Cagli (PU); 1999-“Blue Dream”, Galleria Henze & Triebold, Basilea; 1996-“Misure Uniche, aspetti dell’arte italiana”, Istituto Italiano di Cultura di Lione, Bruxelles, Lisbona; 1992-“Ottovolante”, Accademia di Carrara, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo; 1992-“Notizie di Pittura”, Galleria d’Arte Moderna, Palazzo de Diamanti, Ferrara; 1990-“Italia 90. Ipotesi Arte Giovane”, La Fabbrica del Vapore, Milano.
I lavori di Emilio D’Elia sono stati presentati in diverse fiere: a Francoforte, Chicago, Bruxelles, ad Artissima, Arte Verona, Attualissima-Firenze e le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private, tra le quali: collezione A.A.M. di Roma, collezione Ferruzzi finanziaria-Ravenna, collezione d’arte moderna e contemporanea Accademia Carrara, Bergamo.
L’esposizione è patrocinata dal Comune di Bari e da Regione Puglia - Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, ed è organizzata dall’associazione culturale “Nuovi Confini”.
22 opere, tra grandi e piccoli dipinti su tela e carta, acquerelli e libri d’artista, provenienti dall’ampia produzione artistica di Emilio D’Elia, e alcune creazioni site-specific, condurranno lo spettatore nel viaggio verso l’ “àpeiron”, che in greco antico significa “senza perimetro”, “illimitato”, “infinito”, ed è indicato da Anassimandro come archè, ovvero “principio di tutte le cose”. La poetica di D’Elia è caratterizzata da un’avvolgente energia che scaturisce dalle intense cromie, dai paesaggi sospesi al di là delle categorie spazio-temporali - popolati da visioni oniriche provenienti dalla dimensione immateriale - dalla concezione neoplatonica del cosmo, dal tendere-verso l’àpeiron, da atmosfere che richiamano gli scenari dell’inconscio del simbolismo francese, dalla memoria innata della psychè.
Nato a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi nel 1958, dopo un lungo soggiorno a Roma, Emilio D’Elia si è stabilito da diversi anni a Parigi, dove tuttora vive e lavora. Ha esposto in gallerie nazionali ed internazionali, e vanta una lunga carriera artistica, oltre all’attenzione di critici tra i quali Francesco Moschini, Paolo Balmas, Francesco Poli e Gerard-George Lemaire.
Tra evocazioni simboliste, che permeano l’incessante ricerca dell’assoluto intrapresa dal “viandante del cosmo”, la “pittura d’infinito” di Emilio D’Elia è un’alchimia proveniente dalle profondità della memoria universale e dal viaggio verso il ritorno all’Uno plotiniano. Ecco, dunque, le esplosioni di luce – concepita, a sua volta, come elemento basilare dell’essenza umana e scintilla generatrice del kosmos - nei corposi e luminosi gialli cadmio. E, soprattutto, ecco il germinale blu oltremare, vera e propria cifra stilistica di Emilio D’Elia, che predilige questa nuance per rappresentare l’infinito e l’ignoto. A dare corpo alle sue “visioni d’infinito”, vi è una tecnica collaudata, che prevede l’uso di pigmenti naturali diluiti in acqua e che permette all’artista di declinare le diverse trasparenze simil-acquerello e l’intensità del colore. Il percorso artistico-filosofico di Emilio D’Elia è finalizzato a “rendere visibile l’invisibile” attraverso l’“ascolto dell’infinito”. Infatti “l’artista – sottolinea lo stesso D’Elia - ha il dovere di costruire ponti con l’infinito”.
Nell’attuale società liquida ipertecnologizzata della postmodernità, dominata dall’Iperreale che, secondo Baudrillard, ha “ucciso” la realtà attraverso la dimensione virtuale e digitale, si rende necessaria una riconsiderazione dell’idea stessa del bello nell’ambito dell’arte contemporanea e, in particolare, nel linguaggio pittorico. Alla base della creazione artistica, infatti, risulta indispensabile un background di maestria, tecnica ed esperienza da parte dell’artista, che troppo spesso viene posto in secondo piano, a favore di una concezione sensazionalistica e consumistica dell’opera d’arte e della sua poiesis. In particolare, nell’inverno epocale dell’ “era dell’accesso”, risulta essenziale nutrire la psychè attraverso un nuovo ethos estetico, senza mai trascurare le radici dell’arte, ovvero l’arte antica, e favorire la costruzione di una direzione etica alla tecnologia. In tale quadro tematico s’inserisce la ricerca di Emilio D’Elia, caratterizzata dal tendere-verso un nuovo umanesimo della pittura. L’artista pugliese possiede maestria, esperienza, talento. Le sue creazioni pittoriche sprigionano notevole energia vitale e costituiscono una perfetta alchimia di sapienza creativa e valori di rinascita: un vero e proprio nutrimento per la psychè.
Dopo gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti a Lecce, Emilio D’Elia (San Pietro Vernotico, 1958) si trasferisce per diversi anni a Roma. In seguito si stabilirà definitivamente a Parigi, dove attualmente vive e lavora, alternando soggiorni regolari nel suo atelier di San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi. Ha esposto in gallerie nazionali ed internazionali e vanta una lunga carriera artistica oltre all’attenzione di critici tra i quali, solo per citarne alcuni, Francesco Moschini, Paolo Balmas, Francesco Poli e Gerard-George Lemaire.
Tra le personali ricordiamo: 2021-“Prima di entrare interroga la soglia”, Gigi Rigliaco Gallery, Galatina (Le); 2017-“Porto nelle Stelle”, Momento, Jesi; 2011-“Meridiana”, Galleria Demetra, Milano; 2000-“Duetto”, Galleria Vidal Saint Phalle, Parigi; 1999-“Esercizio d’infinito”, Galleria Etienne de Causans, Parigi; 1995-“Fiori nel deserto”, Galleria il Polittico, Roma.
Tra le collettive più significative: 2014-“MUST in ART. Lavori in corso. Corpo 3, Generazioni a confronto”, Museo Storico, Lecce; 2003-“Fine Novecento”, Palazzo Tiranni Castracane, Cagli (PU); 1999-“Blue Dream”, Galleria Henze & Triebold, Basilea; 1996-“Misure Uniche, aspetti dell’arte italiana”, Istituto Italiano di Cultura di Lione, Bruxelles, Lisbona; 1992-“Ottovolante”, Accademia di Carrara, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo; 1992-“Notizie di Pittura”, Galleria d’Arte Moderna, Palazzo de Diamanti, Ferrara; 1990-“Italia 90. Ipotesi Arte Giovane”, La Fabbrica del Vapore, Milano.
I lavori di Emilio D’Elia sono stati presentati in diverse fiere: a Francoforte, Chicago, Bruxelles, ad Artissima, Arte Verona, Attualissima-Firenze e le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private, tra le quali: collezione A.A.M. di Roma, collezione Ferruzzi finanziaria-Ravenna, collezione d’arte moderna e contemporanea Accademia Carrara, Bergamo.
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