Non solo Medioevo. La gipsoteca del Castello di Bari dal cinquantenario dell'Unità d'Italia alla riapertura
Dal 22 Dicembre 2012 al 31 Dicembre 2012
Bari
Luogo: Castello Svevo
Indirizzo: piazza Federico II di Svevia
Enti promotori:
- Direttore Regionale Isabella Lapi
- Soprintendente Salvatore Buonomo
Telefono per informazioni: +39 080 52861111
E-Mail info: castellodibari@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.sbap-ba.beniculturali.it
E' stata inaugurata il 20 dicembre 2011 la Gipsoteca del Castello svevo di Bari e ha restituito alla fruizione la straordinaria raccolta di calchi tratti dai più celebri monumenti pugliesi, realizzati per allestire il padiglione regionale dell'Esposizione Etnografica di Roma del 1911.
Il progetto di riallestire e riaprire al pubblico la Gipsoteca è nato dall'esigenza di rendere nuovamente fruibile la straordinaria raccolta di calchi in gesso tratti dai più celebri monumenti pugliesi, riordinati in tre sale al piano terra del Castello Svevo di Bari. L'iniziativa, promossa dal Direttore Regionale Isabella Lapi con la condivisione del Soprintendente Salvatore Buonomo, avviene in coincidenza delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Il fatto che la collezione di calchi fosse stata realizzata per allestire il padiglione regionale pugliese dell'Esposizione Regionale di Roma nel 1911 nel corso delle celebrazioni per il cinquantenario dell'Unità d'Italia ha rappresentato un'ulteriore motivazione per proporne la riapertura entro la ricorrenza del centocinquantenario.
Per allestire il padiglione pugliese del 1911, in pochi mesi fu realizzato un imponente numero di calchi in gesso esposti all'esterno ed all'interno della struttura, a testimoniare la coscienza diffusa fra gli intellettuali della regione di possedere un importante patrimonio architettonico ed artistico e di doverne divulgare la conoscenza. La mostra dei calchi doveva consentire ai visitatori la visione ravvicinata di particolari architettonici altrimenti difficilmente comprensibili. Per esaltare la qualità degli elementi plastici fu deciso di affidarne l'esecuzione agli scultori Pasquale Duretti e Mario Sabatelli, coadiuvati da artigiani formatori.
La guida edita per la mostra del 1911 dal titolo "Il padiglione pugliese nella Esposizione regionale di Roma" descrive gli ambienti come una sintesi di stili in un unico edificio nel quale si volevano rappresentare i più notevoli motivi architettonici ed ornamentali dell'arte regionale, ispirandosi ai più importanti monumenti religiosi, civili e militari. L'esposizione non seguiva un criterio rigorosamente scientifico, bensì un criterio estetico, con l'intento di mostrare l'evoluzione stilistica e tecnica dell'arte pugliese, anche se di quest'ultima offriva una immagine prevalentemente di Medioevo, con particolare riguardo al periodo romanico e all'età normanno sveva.
Alla fine dell'esposizione, conclusa nel dicembre 1911, i calchi rientrarono a Bari e furono destinati al Museo Archeologico Provinciale dove rimasero fino al 1949. In quell'anno, a seguito di un accordo fra la Provincia di Bari e la Soprintendenza ai Monumenti ed alle Gallerie di Puglia e Lucania, alcuni pezzi furono trasferiti presso una sala al piano terra del Castello di Bari, dove cominciò ad essere allestita la Gipsoteca. Con la stipula della convenzione del 1957, la Soprintendenza accettava la direzione e gestione della collezione dei calchi mentre la Provincia di Bari ne conservava la proprietà.
Le due grandi sale al piano terra del Castello Svevo che, da allora, ospitavano la raccolta, erano state chiuse per opere di adeguamento impiantistico; l'allestimento, risultato di lavori compiuti fra gli anni Sessanta e Settanta, aveva lasciato nei depositi una gran quantità di pezzi, che, nel nuovo progetto espositivo sono confluiti nella sequenza delle sale, alle quali si è aggiunto un terzo ambiente. L'attuale allestimento intende rievocare il concetto espositivo del 1911, in linea con le gipsoteche europee, assimilabile per certi aspetti a una sorta di antiquarium, dove però la collocazione dei ‘reperti' segue un ordinamento di tipo topografico, secondo la zona di provenienza, a suggerire una ricostruzione metaforica per ‘modelli' della produzione architettonica e artistica in ambito regionale.
Analogamente, anche lo svolgimento del tema illuminotecnico intende giungere ad una suggestiva relazione tra luce, opera e ambiente.
Nel corso della visita alla Gipsoteca, il pubblico potrà seguire inoltre un affascinante percorso multimediale. Nella Sala Sveva, attraverso la proiezione di video appositamente realizzati dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, verrà ricostruito il clima culturale dell'Esposizione di Roma del 1911; sarà proiettata una sequenza di immagini che documentano gli edifici effimeri, andati in gran parte perduti, allestiti a Roma per la mostra regionale, inaugurata alla presenza del re Vittorio Emanuele II e della consorte Elena di Montenegro e una proiezione di materiale fotografico dal fondo inedito del Ministero della Pubblica Istruzione. Sempre nella Sala Sveva del Castello si rivivrà l'emozione del paesaggio pugliese con la proiezione di immagini di Haseloff realizzate nel corso delle sue ricerche sull'architettura di età sveva. Nella Sala multimediale del Castello una sequenza di brani cinematografici proporrà, inoltre, una suggestiva apertura sull'ambientazione pugliese di quarant'anni di cinema e documentario italiano. Le " Musiche di gesso", discreto sottofondo musicale, accompagneranno il percorso nella Sala Sveva.
La visita si concluderà nella cappella del Castello dove sarà esposto fino al 30 marzo 2012 il Sant'Effremo dipinto da Francesco Netti nel 1892, grazie al generoso prestito della Provincia di Bari. Il nuovo riordino della Gipsoteca ha delineato un percorso critico sulle tante tematiche che la caratterizzano, i cui risultati convergono nel volume "Non solo Medioevo. La gipsoteca del Castello di Bari dal cinquantenario dell'Unità d'Italia alla riapertura" a cura di Isabella Lapi, edito da Claudio Grenzi Bari Castello svevo Gipsoteca.
Il progetto di riallestire e riaprire al pubblico la Gipsoteca è nato dall'esigenza di rendere nuovamente fruibile la straordinaria raccolta di calchi in gesso tratti dai più celebri monumenti pugliesi, riordinati in tre sale al piano terra del Castello Svevo di Bari. L'iniziativa, promossa dal Direttore Regionale Isabella Lapi con la condivisione del Soprintendente Salvatore Buonomo, avviene in coincidenza delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Il fatto che la collezione di calchi fosse stata realizzata per allestire il padiglione regionale pugliese dell'Esposizione Regionale di Roma nel 1911 nel corso delle celebrazioni per il cinquantenario dell'Unità d'Italia ha rappresentato un'ulteriore motivazione per proporne la riapertura entro la ricorrenza del centocinquantenario.
Per allestire il padiglione pugliese del 1911, in pochi mesi fu realizzato un imponente numero di calchi in gesso esposti all'esterno ed all'interno della struttura, a testimoniare la coscienza diffusa fra gli intellettuali della regione di possedere un importante patrimonio architettonico ed artistico e di doverne divulgare la conoscenza. La mostra dei calchi doveva consentire ai visitatori la visione ravvicinata di particolari architettonici altrimenti difficilmente comprensibili. Per esaltare la qualità degli elementi plastici fu deciso di affidarne l'esecuzione agli scultori Pasquale Duretti e Mario Sabatelli, coadiuvati da artigiani formatori.
La guida edita per la mostra del 1911 dal titolo "Il padiglione pugliese nella Esposizione regionale di Roma" descrive gli ambienti come una sintesi di stili in un unico edificio nel quale si volevano rappresentare i più notevoli motivi architettonici ed ornamentali dell'arte regionale, ispirandosi ai più importanti monumenti religiosi, civili e militari. L'esposizione non seguiva un criterio rigorosamente scientifico, bensì un criterio estetico, con l'intento di mostrare l'evoluzione stilistica e tecnica dell'arte pugliese, anche se di quest'ultima offriva una immagine prevalentemente di Medioevo, con particolare riguardo al periodo romanico e all'età normanno sveva.
Alla fine dell'esposizione, conclusa nel dicembre 1911, i calchi rientrarono a Bari e furono destinati al Museo Archeologico Provinciale dove rimasero fino al 1949. In quell'anno, a seguito di un accordo fra la Provincia di Bari e la Soprintendenza ai Monumenti ed alle Gallerie di Puglia e Lucania, alcuni pezzi furono trasferiti presso una sala al piano terra del Castello di Bari, dove cominciò ad essere allestita la Gipsoteca. Con la stipula della convenzione del 1957, la Soprintendenza accettava la direzione e gestione della collezione dei calchi mentre la Provincia di Bari ne conservava la proprietà.
Le due grandi sale al piano terra del Castello Svevo che, da allora, ospitavano la raccolta, erano state chiuse per opere di adeguamento impiantistico; l'allestimento, risultato di lavori compiuti fra gli anni Sessanta e Settanta, aveva lasciato nei depositi una gran quantità di pezzi, che, nel nuovo progetto espositivo sono confluiti nella sequenza delle sale, alle quali si è aggiunto un terzo ambiente. L'attuale allestimento intende rievocare il concetto espositivo del 1911, in linea con le gipsoteche europee, assimilabile per certi aspetti a una sorta di antiquarium, dove però la collocazione dei ‘reperti' segue un ordinamento di tipo topografico, secondo la zona di provenienza, a suggerire una ricostruzione metaforica per ‘modelli' della produzione architettonica e artistica in ambito regionale.
Analogamente, anche lo svolgimento del tema illuminotecnico intende giungere ad una suggestiva relazione tra luce, opera e ambiente.
Nel corso della visita alla Gipsoteca, il pubblico potrà seguire inoltre un affascinante percorso multimediale. Nella Sala Sveva, attraverso la proiezione di video appositamente realizzati dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, verrà ricostruito il clima culturale dell'Esposizione di Roma del 1911; sarà proiettata una sequenza di immagini che documentano gli edifici effimeri, andati in gran parte perduti, allestiti a Roma per la mostra regionale, inaugurata alla presenza del re Vittorio Emanuele II e della consorte Elena di Montenegro e una proiezione di materiale fotografico dal fondo inedito del Ministero della Pubblica Istruzione. Sempre nella Sala Sveva del Castello si rivivrà l'emozione del paesaggio pugliese con la proiezione di immagini di Haseloff realizzate nel corso delle sue ricerche sull'architettura di età sveva. Nella Sala multimediale del Castello una sequenza di brani cinematografici proporrà, inoltre, una suggestiva apertura sull'ambientazione pugliese di quarant'anni di cinema e documentario italiano. Le " Musiche di gesso", discreto sottofondo musicale, accompagneranno il percorso nella Sala Sveva.
La visita si concluderà nella cappella del Castello dove sarà esposto fino al 30 marzo 2012 il Sant'Effremo dipinto da Francesco Netti nel 1892, grazie al generoso prestito della Provincia di Bari. Il nuovo riordino della Gipsoteca ha delineato un percorso critico sulle tante tematiche che la caratterizzano, i cui risultati convergono nel volume "Non solo Medioevo. La gipsoteca del Castello di Bari dal cinquantenario dell'Unità d'Italia alla riapertura" a cura di Isabella Lapi, edito da Claudio Grenzi Bari Castello svevo Gipsoteca.
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