Al Museo Gypsotheca Antonio Canova dal 22 giugno all’11 gennaio
Carlo Scarpa e la Biennale. A Possagno un legame da riscoprire attraverso gli artisti della Collezione Gemin, da Klimt a Paul Klee

Ala Scarpa, Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno | Foto: © Lino Zanesco
Samantha De Martin
24/04/2025
Treviso - Per quasi quarant’anni, dal 1934 al 1972, Carlo Scarpa ha collaborato con la Biennale di Venezia, realizzando decine di allestimenti e interventi architettonici, dalla biglietteria d’ingresso ai Giardini, dal cortile-giardino al soppalco nel Padiglione Italia, il Padiglione del Libro e quello del Venezuela.
Una mostra, curata da Mario Gemin e Orietta Lanzarini, documenta quanto questo sodalizio sia stato fondamentale nella sua storia professionale, al punto da orientare la ricerca progettuale e artistica del celebre architetto e designer veneziano. L’appuntamento con l’esposizione Carlo Scarpa e la arti alla Biennale Opere e vetri dalla Collezione Gemin è dal 22 giugno 2025 all'11 gennaio 2026 al Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno (Treviso), dove il legame tra una delle figure più autorevoli dell’architettura e dell’allestimento del Novecento e la Biennale di Venezia sarà raccontato attraverso una ricca selezione di dipinti, disegni e sculture di artisti illustri, da Gustav Klimt a Paul Klee, da Alberto Giacometti e Giorgio Morandi ad Arturo Martini.
Non mancheranno una ventina di vetri realizzati da Scarpa per Cappellin e Venini accanto ad alcuni suoi disegni autografi, finora inediti, e tre sculture. Tutte le opere esposte in mostra provengono dalla collezione dell’architetto trevigiano Luciano Gemin, allievo, amico e collaboratore di Scarpa.

Paul Klee, Angelo, 1937, penna e acquerello su carta, 19.5 x 26 cm | Foto: © Lino Zanesco
Il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni che hanno come filo conduttore la grande passione per le arti coltivata da Carlo Scarpa soprattutto nel contesto della Biennale.
La prima tappa ricostruisce una sorta di “geografia culturale” dei riferimenti impiegati dall’architetto all’interno della propria ricerca progettuale e artistica, come l’Angelo di Paul Klee del 1937, lo Studio per ritratto di Gustav Klimt (disegno su carta) del 1900, Angelo ribelle di Osvaldo Licini del 1950, Paesaggio di Giorgio Morandi del 1962.
Il Ritratto di Peggy Guggenheim di Alberto Giacometti ritrae la collezionista americana per la quale l’architetto curò un magistrale allestimento alla XXIV Biennale del 1948, mentre il Ritratto di Olgivanna Wright di Mario De Luigi, moglie di Frank Lloyd Wright, rievoca l’incontro di Scarpa con l’architetto americano a Venezia.
Se nella seconda sezione una ventina di vetri raccontano l’eccezionale esperienza vissuta da Scarpa a Murano, dapprima lavorando con la vetreria M.VM. Cappellin (1926-31), quindi con la ditta di Paolo Venini, la terza tappa approfondisce un capitolo specifico del rapporto tra l’architetto e la Biennale. Ci saranno disegni autografi, finora inediti, a testimoniare lo sforzo progettuale da lui compiuto nel 1968 per allargare gli spazi espositivi del Padiglione Italia.

Carlo Scarpa, Decoro fenicio, M.V.M. Cappellin & C. Murano, 1928-1929 | Foto: © Lino Zanesco
La mostra offrirà anche lo spunto per ricordare la figura di Luciano Gemin la cui vicenda è legata a doppio filo alla storia del Museo Gypsotheca Antonio Canova, ma anche a quella di Carlo Scarpa, conosciuto durante gli anni di formazione allo IUAV di Venezia. L’amicizia tra i due, fiorita dalla prima metà degli anni Sessanta, divenne un rapporto lavorativo durato fino alla scomparsa del maestro, come testimonia anche l’impegno assunto da Gemin, nel 1978, per sviluppare e realizzare l'ultimo progetto condiviso con Scarpa per la Banca Popolare di Gemona. Da questo lavoro Luciano Gemin trasse ispirazione per la realizzazione dell’omonima Ala, ampliamento del Museo adiacente all’Ala realizzata da Scarpa tra il 1955 e il 1957, oggi sede di mostre temporanee.
Una mostra, curata da Mario Gemin e Orietta Lanzarini, documenta quanto questo sodalizio sia stato fondamentale nella sua storia professionale, al punto da orientare la ricerca progettuale e artistica del celebre architetto e designer veneziano. L’appuntamento con l’esposizione Carlo Scarpa e la arti alla Biennale Opere e vetri dalla Collezione Gemin è dal 22 giugno 2025 all'11 gennaio 2026 al Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno (Treviso), dove il legame tra una delle figure più autorevoli dell’architettura e dell’allestimento del Novecento e la Biennale di Venezia sarà raccontato attraverso una ricca selezione di dipinti, disegni e sculture di artisti illustri, da Gustav Klimt a Paul Klee, da Alberto Giacometti e Giorgio Morandi ad Arturo Martini.
Non mancheranno una ventina di vetri realizzati da Scarpa per Cappellin e Venini accanto ad alcuni suoi disegni autografi, finora inediti, e tre sculture. Tutte le opere esposte in mostra provengono dalla collezione dell’architetto trevigiano Luciano Gemin, allievo, amico e collaboratore di Scarpa.

Paul Klee, Angelo, 1937, penna e acquerello su carta, 19.5 x 26 cm | Foto: © Lino Zanesco
Il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni che hanno come filo conduttore la grande passione per le arti coltivata da Carlo Scarpa soprattutto nel contesto della Biennale.
La prima tappa ricostruisce una sorta di “geografia culturale” dei riferimenti impiegati dall’architetto all’interno della propria ricerca progettuale e artistica, come l’Angelo di Paul Klee del 1937, lo Studio per ritratto di Gustav Klimt (disegno su carta) del 1900, Angelo ribelle di Osvaldo Licini del 1950, Paesaggio di Giorgio Morandi del 1962.
Il Ritratto di Peggy Guggenheim di Alberto Giacometti ritrae la collezionista americana per la quale l’architetto curò un magistrale allestimento alla XXIV Biennale del 1948, mentre il Ritratto di Olgivanna Wright di Mario De Luigi, moglie di Frank Lloyd Wright, rievoca l’incontro di Scarpa con l’architetto americano a Venezia.
Se nella seconda sezione una ventina di vetri raccontano l’eccezionale esperienza vissuta da Scarpa a Murano, dapprima lavorando con la vetreria M.VM. Cappellin (1926-31), quindi con la ditta di Paolo Venini, la terza tappa approfondisce un capitolo specifico del rapporto tra l’architetto e la Biennale. Ci saranno disegni autografi, finora inediti, a testimoniare lo sforzo progettuale da lui compiuto nel 1968 per allargare gli spazi espositivi del Padiglione Italia.

Carlo Scarpa, Decoro fenicio, M.V.M. Cappellin & C. Murano, 1928-1929 | Foto: © Lino Zanesco
La mostra offrirà anche lo spunto per ricordare la figura di Luciano Gemin la cui vicenda è legata a doppio filo alla storia del Museo Gypsotheca Antonio Canova, ma anche a quella di Carlo Scarpa, conosciuto durante gli anni di formazione allo IUAV di Venezia. L’amicizia tra i due, fiorita dalla prima metà degli anni Sessanta, divenne un rapporto lavorativo durato fino alla scomparsa del maestro, come testimonia anche l’impegno assunto da Gemin, nel 1978, per sviluppare e realizzare l'ultimo progetto condiviso con Scarpa per la Banca Popolare di Gemona. Da questo lavoro Luciano Gemin trasse ispirazione per la realizzazione dell’omonima Ala, ampliamento del Museo adiacente all’Ala realizzata da Scarpa tra il 1955 e il 1957, oggi sede di mostre temporanee.
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