I programmi dal 7 al 13 aprile
La settimana dell’arte in tv, da Cimabue a Van Gogh
Da Van Gogh, i colori dell'eternità: Vincent van Gogh (1853 - 1890), Notte stellata sul Rodano, 1888, Olio su tela, 92 x 72.5 cm, Parigi, Musée d'Orsay | Foto: © RMN-Grand Palais (musée d'Orsay) / Hervé Lewandowski
Francesca Grego
07/04/2025
Debutta con Van Gogh la nuova stagione di Ulisse con Alberto Angela
Torna su Rai 1 con quattro episodi nuovi di zecca il programma di Alberto Angela Ulisse, il piacere della scoperta. Protagonista del primo appuntamento, lunedì 7 aprile alle 21.30, è uno degli artisti più amati dal pubblico contemporaneo. Van Gogh, i colori dell’eternità è un lungo viaggio nella vita e l’arte del pittore olandese attraverso i luoghi che hanno ispirato i suoi quadri più celebri e fatto da sfondo alla sua dolorosa vicenda umana. La puntata indagherà su come siano nate le opere di Van Gogh e sulle origini del suo inconfondibile linguaggio, fatto di energiche pennellate, luce e colore.
La nuova serie di Ulisse proseguirà con altri tre speciali dedicati a grandi personaggi del passato e alla storia di luoghi unici al mondo. Tra le prossime tappe, il racconto di Londra sulle ali della musica e un inatteso viaggio a Istanbul sulle tracce di una dama europea controversa e misteriosa, Lucrezia Borgia.
Il mistero degli autoritratti: su Rai 5 un viaggio nel mondo di Albrecht Dürer
Eclettico e geniale come Picasso, eccentrico come Salvador Dalì, Istrionico come Andy Warhol, intraprendente come Jeff Koons. Cinque secoli prima di tutti loro, Albrecht Dürer ha interpretato i diversi ruoli dell’artista moderno, mettendosi al centro della scena attraverso una serie eccezionale di autoritratti. Parte da qui il documentario Albrecht Dürer, il mistero degli autoritratti, dedicato da Frédéric Ramade al maestro del Rinascimento nordico.
In onda martedì 8 aprile alle 19.30, il racconto di Ramade indaga su un apparente mistero: come ha fatto il figlio di un orafo di Norimberga a diventare il maestro indiscusso del Rinascimento tedesco? Le sue capacità sono evidenti già a 13 anni quando realizza il primo autoritratto, correggendo con innata abilità la distorsione indotta dagli specchi di allora, leggermente convessi. Lavora a punta d'argento, una tecnica da virtuosi che non ammette errori o pentimenti. Fin da allora il destino Dürer sembra segnato. Si indirizza verso l'incisione, una tecnica inventata appena cinquant'anni prima, che permette di riprodurre facilmente le opere e farle viaggiare. In questo modo i suoi capolavori attraverseranno l’Europa appena uscita dal Medioevo tra epidemie, turbolenze politiche e cambiamenti religiosi.
Dai Musei di Norimberga all'Albertina di Vienna, dall'Alte Pinakothek di Monaco all'Università di Zurigo, nel documentario eminenti specialisti di Dürer commentano con passione opere capaci di affascinarci con la loro strana bellezza, oggi come allora.
La storia di Mondrian in un docufilm
“Cosa voglio esprimere con la mia opera? Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l’armonia tramite l’equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo più nitido e più forte” scriveva Mondrian nel manifesto del Neoplasticismo del 1918. Eppure il suo stile apparve radicalmente rivoluzionario ai contemporanei, e ancora oggi è impossibile confonderlo con altri. In che modo il maestro olandese arrivò a metterlo a punto? Lo scopriremo mercoledì 9 aprile grazie al documentario Nello studio di Mondrian, in onda su Rai 5 alle 19.20. Scritto da Stéphane e François Levy-Kuentz nel 2024 in occasione degli 80 anni dalla morte dell’artista, il docufilm ne restituisce il ritratto e l’eredità.
Dopo aver sperimentato stili diversi, Mondrian è passato alla storia per aver inventato un linguaggio destinato a fare scuola: i suoi colori e le sue geometrie anticipavano di decenni quella che sarebbe stata l’estetica degli anni Sessanta. Girato nella replica esatta dell’atelier dell’artista al 26 di rue du Départ nel quartiere parigino di Montparnasse, il documentario ne ricostruisce l’evoluzione dal realismo iniziale agli anni mistici, dalle prime opere di ispirazione impressionista allo sviluppo della sua originale versione dell’Astrattismo con il movimento De Stijl, fino al trasferimento a New York dove, a soli due anni dalla morte, ottenne finalmente i meritati riconoscimenti. In primo piano le idee sull’arte, gli interessi e la dimensione umana di un vero pioniere, tra la vita solitaria e tutt’altro che bohémien nella Parigi delle avanguardie e la passione per la danza e per il jazz.
Cimabue, un genio da riscoprire in prima tv
Pioniere della pittura naturalista, Cimabue è stato tra i primi a rappresentare il mondo nel suo aspetto reale, abbandonando le convenzioni del passato per restituire finalmente all'occhio spazi e volumi a tre dimensioni, corpi ed emozioni autenticamente umane. Lo racconta in prima visione il documentario Da Cimabue a Giotto, in onda mercoledì 9 aprile su Rai 5 alle 21.15 nell’ambito del programma Art Night. Il viaggio prende le mosse dalle sale del Louvre, dove una grande mostra sta celebrando il restauro della Maestà - “l’atto fondativo della pittura occidentale”, secondo alcuni storici - e l’acquisizione della tavola del Cristo deriso, rinvenuta in Francia nel 2019 e mai esposta prima d’ora. Nel vivace contesto della pittura toscana a metà del Duecento, Da Cimabue a Giotto racconta la rivoluzione di Cimabue e indaga sui suoi rapporti con il celebre allievo che ne ha a lungo oscurato la fama, esplorando infine l’influenza del maestro sui grandi artisti del Rinascimento, da Leonardo a Michelangelo e Raffaello.
Arte, natura, emozione: Edvard Munch si racconta sullo schermo
Protagonista fino al 2 giugno di una grande mostra a Roma, Munch sbarca in tv per raccontare i segreti della sua vita e della sua arte. Appuntamento dunque per giovedì 10 aprile alle 19.20 su Rai 5: partendo dall’iconico Urlo, il documentario Edvard Munch. Un grido nella natura ci condurrà alla scoperta dell’universo emotivo del pittore norvegese, indagando su come le maestose foreste, i fiordi e le distese di neve del profondo Nord si specchino prima nella sua anima e poi nei suoi quadri.
Pittore delle emozioni per eccellenza, Munch attinge dalle proprie esperienze personali per inventare una pittura altamente soggettiva, capace di esprimere sentimenti intensi e talvolta anche violenti, specie di fronte alla morte e all’amore. Spesso lo fa proprio attraverso i colori e le forme della natura, come la linea ondulata di una spiaggia o la luce del sole al tramonto. Giocando sui diversi significati della parola “natura”, il docufilm ne ripercorre il viaggio artistico ed esistenziale, prima osservando la natura visibile, poi puntando alla natura profonda dei sentimenti umani.
L'ultimo Van Gogh, un enigma in onda su Rai 5
Per oltre 130 anni Radici d'albero di Van Gogh ha suscitato domande su possibili simboli nascosti, su dove e in quali circostanze sia stato dipinto. Nell’estate del 2020 uno dei migliori specialisti del pittore, il franco-olandese Wouter van der Veen, ritrova fortunosamente il paesaggio che ha ispirato il quadro, realizzato probabilmente proprio nel giorno del suicidio del suo autore. Una storia da scoprire venerdì 11 aprile nel documentario Il mistero dell'ultimo Van Gogh, in onda su Rai 5 alle 18.50.
Diretto da Mathilde Deschamps Lotthe e prodotto da Arte France con Christie Molia, il film è un’indagine fatta di piccoli indizi e grandi coincidenze, con la partecipazione di alcuni dei massimi esperti di Van Gogh. Punto di partenza, una scoperta casuale: “Stavo archiviando una vecchia cartolina”, racconta van der Veen, “quando il mio sguardo è stato attratto da un dettaglio che ritrae esattamente gli stessi tronchi e le stesse radici rappresentate nel quadro". La cartolina di inizio Novecento ritrae un paesaggio di Auvers-sur-Oise, a pochi passi dalla pensione in cui il pittore trascorse le sue ultime settimane. "Van Gogh non dipingeva mai nulla senza voler dire chiaramente qualcosa. Come in un libro aperto, qui ha quindi scritto il suo ultimo messaggio", argomenta ancora lo studioso. E se Radici d'albero fosse un’opera-testamento? Un dipinto atipico, quasi astratto, capace di raccontare meglio di qualsiasi narrazione le ultime ore di vita di questo artista geniale e tormentato?
Da Picasso a Modigliani, i docufilm da vedere su Sky Arte
In questa seconda settimana di aprile la programmazione di Sky Arte è all’insegna dei maestri del Novecento. Dopo un salto nel passato martedì 8 con sei episodi della serie Grand Tour - Viaggio in Italia (a partire dalle 20.45), la serata di giovedì 10 invita agli spettatori a una full immersion nel mondo di Pablo Picasso con i documentari Man Ray e Picasso - Viaggio in Costa Azzurra (20.10) e Picasso - Un ribelle a Parigi. Storia di una vita e di un museo (21.15). Alle 22.55, invece, andrà in onda Hopper: Una storia d’amore americana, per conoscere da vicino uno dei più celebri ed enigmatici pittori statunitensi.
Venerdì 11 aprile torniamo a Montparnasse con il docufilm Maledetto Modigliani, viaggio cinematografico nell’arte e nella vita di Modì girato nel 2020 per il centenario della sua scomparsa.
E per finire, un’esclusiva visita virtuale a una delle mostre più interessanti di questa stagione: nelle sale del Museo di San Domenico di Forlì il progetto espositivo Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie ripercorre la storia dell’autoritratto, un genere artistico di origine relativamente recente che nel Novecento ha avuto la sua stagione d’oro (venerdì 11 alle 17.45).
Leggi anche:
• L'Agenda dell'Arte - Al cinema
• Alle origini della pittura italiana. Dal Louvre un nuovo sguardo su Cimabue
• Il Grido Interiore di Munch arriva a Roma
• Dalla maschera al selfie. La storia dell'autoritratto in mostra a Forlì
Torna su Rai 1 con quattro episodi nuovi di zecca il programma di Alberto Angela Ulisse, il piacere della scoperta. Protagonista del primo appuntamento, lunedì 7 aprile alle 21.30, è uno degli artisti più amati dal pubblico contemporaneo. Van Gogh, i colori dell’eternità è un lungo viaggio nella vita e l’arte del pittore olandese attraverso i luoghi che hanno ispirato i suoi quadri più celebri e fatto da sfondo alla sua dolorosa vicenda umana. La puntata indagherà su come siano nate le opere di Van Gogh e sulle origini del suo inconfondibile linguaggio, fatto di energiche pennellate, luce e colore.
La nuova serie di Ulisse proseguirà con altri tre speciali dedicati a grandi personaggi del passato e alla storia di luoghi unici al mondo. Tra le prossime tappe, il racconto di Londra sulle ali della musica e un inatteso viaggio a Istanbul sulle tracce di una dama europea controversa e misteriosa, Lucrezia Borgia.
Il mistero degli autoritratti: su Rai 5 un viaggio nel mondo di Albrecht Dürer
Eclettico e geniale come Picasso, eccentrico come Salvador Dalì, Istrionico come Andy Warhol, intraprendente come Jeff Koons. Cinque secoli prima di tutti loro, Albrecht Dürer ha interpretato i diversi ruoli dell’artista moderno, mettendosi al centro della scena attraverso una serie eccezionale di autoritratti. Parte da qui il documentario Albrecht Dürer, il mistero degli autoritratti, dedicato da Frédéric Ramade al maestro del Rinascimento nordico.
In onda martedì 8 aprile alle 19.30, il racconto di Ramade indaga su un apparente mistero: come ha fatto il figlio di un orafo di Norimberga a diventare il maestro indiscusso del Rinascimento tedesco? Le sue capacità sono evidenti già a 13 anni quando realizza il primo autoritratto, correggendo con innata abilità la distorsione indotta dagli specchi di allora, leggermente convessi. Lavora a punta d'argento, una tecnica da virtuosi che non ammette errori o pentimenti. Fin da allora il destino Dürer sembra segnato. Si indirizza verso l'incisione, una tecnica inventata appena cinquant'anni prima, che permette di riprodurre facilmente le opere e farle viaggiare. In questo modo i suoi capolavori attraverseranno l’Europa appena uscita dal Medioevo tra epidemie, turbolenze politiche e cambiamenti religiosi.
Dai Musei di Norimberga all'Albertina di Vienna, dall'Alte Pinakothek di Monaco all'Università di Zurigo, nel documentario eminenti specialisti di Dürer commentano con passione opere capaci di affascinarci con la loro strana bellezza, oggi come allora.
La storia di Mondrian in un docufilm
“Cosa voglio esprimere con la mia opera? Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l’armonia tramite l’equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo più nitido e più forte” scriveva Mondrian nel manifesto del Neoplasticismo del 1918. Eppure il suo stile apparve radicalmente rivoluzionario ai contemporanei, e ancora oggi è impossibile confonderlo con altri. In che modo il maestro olandese arrivò a metterlo a punto? Lo scopriremo mercoledì 9 aprile grazie al documentario Nello studio di Mondrian, in onda su Rai 5 alle 19.20. Scritto da Stéphane e François Levy-Kuentz nel 2024 in occasione degli 80 anni dalla morte dell’artista, il docufilm ne restituisce il ritratto e l’eredità.
Dopo aver sperimentato stili diversi, Mondrian è passato alla storia per aver inventato un linguaggio destinato a fare scuola: i suoi colori e le sue geometrie anticipavano di decenni quella che sarebbe stata l’estetica degli anni Sessanta. Girato nella replica esatta dell’atelier dell’artista al 26 di rue du Départ nel quartiere parigino di Montparnasse, il documentario ne ricostruisce l’evoluzione dal realismo iniziale agli anni mistici, dalle prime opere di ispirazione impressionista allo sviluppo della sua originale versione dell’Astrattismo con il movimento De Stijl, fino al trasferimento a New York dove, a soli due anni dalla morte, ottenne finalmente i meritati riconoscimenti. In primo piano le idee sull’arte, gli interessi e la dimensione umana di un vero pioniere, tra la vita solitaria e tutt’altro che bohémien nella Parigi delle avanguardie e la passione per la danza e per il jazz.
Cimabue, un genio da riscoprire in prima tv
Pioniere della pittura naturalista, Cimabue è stato tra i primi a rappresentare il mondo nel suo aspetto reale, abbandonando le convenzioni del passato per restituire finalmente all'occhio spazi e volumi a tre dimensioni, corpi ed emozioni autenticamente umane. Lo racconta in prima visione il documentario Da Cimabue a Giotto, in onda mercoledì 9 aprile su Rai 5 alle 21.15 nell’ambito del programma Art Night. Il viaggio prende le mosse dalle sale del Louvre, dove una grande mostra sta celebrando il restauro della Maestà - “l’atto fondativo della pittura occidentale”, secondo alcuni storici - e l’acquisizione della tavola del Cristo deriso, rinvenuta in Francia nel 2019 e mai esposta prima d’ora. Nel vivace contesto della pittura toscana a metà del Duecento, Da Cimabue a Giotto racconta la rivoluzione di Cimabue e indaga sui suoi rapporti con il celebre allievo che ne ha a lungo oscurato la fama, esplorando infine l’influenza del maestro sui grandi artisti del Rinascimento, da Leonardo a Michelangelo e Raffaello.
Arte, natura, emozione: Edvard Munch si racconta sullo schermo
Protagonista fino al 2 giugno di una grande mostra a Roma, Munch sbarca in tv per raccontare i segreti della sua vita e della sua arte. Appuntamento dunque per giovedì 10 aprile alle 19.20 su Rai 5: partendo dall’iconico Urlo, il documentario Edvard Munch. Un grido nella natura ci condurrà alla scoperta dell’universo emotivo del pittore norvegese, indagando su come le maestose foreste, i fiordi e le distese di neve del profondo Nord si specchino prima nella sua anima e poi nei suoi quadri.
Pittore delle emozioni per eccellenza, Munch attinge dalle proprie esperienze personali per inventare una pittura altamente soggettiva, capace di esprimere sentimenti intensi e talvolta anche violenti, specie di fronte alla morte e all’amore. Spesso lo fa proprio attraverso i colori e le forme della natura, come la linea ondulata di una spiaggia o la luce del sole al tramonto. Giocando sui diversi significati della parola “natura”, il docufilm ne ripercorre il viaggio artistico ed esistenziale, prima osservando la natura visibile, poi puntando alla natura profonda dei sentimenti umani.
L'ultimo Van Gogh, un enigma in onda su Rai 5
Per oltre 130 anni Radici d'albero di Van Gogh ha suscitato domande su possibili simboli nascosti, su dove e in quali circostanze sia stato dipinto. Nell’estate del 2020 uno dei migliori specialisti del pittore, il franco-olandese Wouter van der Veen, ritrova fortunosamente il paesaggio che ha ispirato il quadro, realizzato probabilmente proprio nel giorno del suicidio del suo autore. Una storia da scoprire venerdì 11 aprile nel documentario Il mistero dell'ultimo Van Gogh, in onda su Rai 5 alle 18.50.
Diretto da Mathilde Deschamps Lotthe e prodotto da Arte France con Christie Molia, il film è un’indagine fatta di piccoli indizi e grandi coincidenze, con la partecipazione di alcuni dei massimi esperti di Van Gogh. Punto di partenza, una scoperta casuale: “Stavo archiviando una vecchia cartolina”, racconta van der Veen, “quando il mio sguardo è stato attratto da un dettaglio che ritrae esattamente gli stessi tronchi e le stesse radici rappresentate nel quadro". La cartolina di inizio Novecento ritrae un paesaggio di Auvers-sur-Oise, a pochi passi dalla pensione in cui il pittore trascorse le sue ultime settimane. "Van Gogh non dipingeva mai nulla senza voler dire chiaramente qualcosa. Come in un libro aperto, qui ha quindi scritto il suo ultimo messaggio", argomenta ancora lo studioso. E se Radici d'albero fosse un’opera-testamento? Un dipinto atipico, quasi astratto, capace di raccontare meglio di qualsiasi narrazione le ultime ore di vita di questo artista geniale e tormentato?
Da Picasso a Modigliani, i docufilm da vedere su Sky Arte
In questa seconda settimana di aprile la programmazione di Sky Arte è all’insegna dei maestri del Novecento. Dopo un salto nel passato martedì 8 con sei episodi della serie Grand Tour - Viaggio in Italia (a partire dalle 20.45), la serata di giovedì 10 invita agli spettatori a una full immersion nel mondo di Pablo Picasso con i documentari Man Ray e Picasso - Viaggio in Costa Azzurra (20.10) e Picasso - Un ribelle a Parigi. Storia di una vita e di un museo (21.15). Alle 22.55, invece, andrà in onda Hopper: Una storia d’amore americana, per conoscere da vicino uno dei più celebri ed enigmatici pittori statunitensi.
Venerdì 11 aprile torniamo a Montparnasse con il docufilm Maledetto Modigliani, viaggio cinematografico nell’arte e nella vita di Modì girato nel 2020 per il centenario della sua scomparsa.
E per finire, un’esclusiva visita virtuale a una delle mostre più interessanti di questa stagione: nelle sale del Museo di San Domenico di Forlì il progetto espositivo Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie ripercorre la storia dell’autoritratto, un genere artistico di origine relativamente recente che nel Novecento ha avuto la sua stagione d’oro (venerdì 11 alle 17.45).
Leggi anche:
• L'Agenda dell'Arte - Al cinema
• Alle origini della pittura italiana. Dal Louvre un nuovo sguardo su Cimabue
• Il Grido Interiore di Munch arriva a Roma
• Dalla maschera al selfie. La storia dell'autoritratto in mostra a Forlì
giotto · cimabue · modigliani · picasso · mondrian · munch · van gogh · ulisse · art night · sky arte · alberto angela · rai cultura · arte in tv · rai 5 · rai 1 · documentari d’arte
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Firenze | Dal 16 marzo al 20 luglio
L’arte, il corpo e la malinconia. Tracey Emin a Palazzo Strozzi
-
Milano | A Milano dal 14 marzo all’11 maggio
L'Arlesiana di van Gogh ospite a Palazzo Citterio
-
I programmi dal 10 al 16 marzo
La settimana dell’arte in tv, dai divisionisti ad Anselm Kiefer
-
Sul piccolo schermo dal 17 al 23 marzo
La settimana dell'arte in tv, dal racconto di Milano a Felice Casorati
-
Venezia | Dal 19 aprile al 12 ottobre al JMuseo
Picasso e le donne: storia di una passione in una mostra a Jesolo
-
Perugia | Dal 18 aprile al 6 luglio a Palazzo della Penna – Centro per le Arti Contemporanee
A Perugia l'alfabeto senza parole di Afro, Burri, Capogrossi