Giovanni Battista Frescura e il sito di Lagole

Scavi a Lagole (Giovanni Battista Frescura primo a sinistra)

 

Dal 13 Agosto 2021 al 30 Ottobre 2021

Calalzo di Cadore | Belluno

Luogo: Municipio di Calalzo di Cadore

Indirizzo: Piazza IV Novembre 12

Orari: Dal 16 agosto al 3 settembre da lunedì a venerdì, ore 10.00 – 12.00 e 16.00 – 19.00. Dal 6 settembre al 30 ottobre da lunedì a venerdì, ore 10.00 – 12.00

Enti promotori:

  • Magnifica Comunità di Cadore
  • Comune di Calalzo di Cadore
  • Gruppo Archeologico Cadorino

Costo del biglietto: Ingresso gratuito, è necessario esibire il Green Pass

Telefono per informazioni: +39 0435 32262

E-Mail info: info@magnificacomunitadicadore.it

Sito ufficiale: http://www.magnificacomunitadicadore.it


La Magnifica Comunità di Cadore, il Comune di Calalzo di Cadore e il Gruppo Archeologico Cadorino rendono omaggio a Giovanni Battista Frescura (Calalzo di Cadore, 8 giugno 1921 – Padova, 25 giugno 1993), nel centenario della sua nascita, con lamostra Giovanni Battista Frescura e il sito di Lagole, che sarà inaugurata venerdì 13 agosto alle 18.00 al Municipio di Calalzo di Cadore.
Giovanni Battista Frescura è stato meritatamente definito lo “Schliemann cadorino” per la sua formazione autodidatta e per le sue grandi scoperte archeologiche, tra le quali spicca tra il 1949 e il 1952 quella del sito di Lagole, uno dei più importanti santuari preromani del Veneto e di tutto l'arco alpino.
Supportato da notizie di ritrovamenti fortuiti che si susseguivano nei primi decenni del Novecento, con la collaborazione di Enrico De Lotto, nell’aprile 1949 Frescura effettuò la prima campagna di scavo: emersero dal suolo delle statuette in bronzo di tipo paleoveneto e una serie di manici di simpulum con iscrizioni votive. Si era così scoperto l’antico santuario di Làgole, situato in una delle zone più belle del Cadore centrale, ricca di sorgenti solforose che davano all’acqua delle qualità medicamentose. Gli scavi proseguirono, a fasi alterne, nel corso degli anni Cinquanta, grazie anche all’interesse della Magnifica Comunità di Cadore che partecipò finanziando le operazioni. Nella varia tipologia dei luoghi di culto veneti, Làgole si presenta con caratteristiche sue proprie, risultando un santuario comunitario, come dimostrano una serie di iscrizioni sui manici di simpula in cui ricorre il termine teuta (comunità), un centro di ampia frequentazione non legato ad un unico villaggio ma luogo di incontro di genti diverse.

Sostenuto dalla passione per la storia greca e romana sin da bambino, iniziò a lavorare come operaio nelle fabbriche della zona e completò la propria istruzione durante il servizio militare a Roma, seguendo corsi serali e per corrispondenza. Tornato a Calalzo, durante la Resistenza si unì ai partigiani delle Brigate Garibaldi, per poi, finita la Seconda Guerra Mondiale, lavorare nell’occhialeria Lozza.
Influenzato dagli scritti del presbitero e storico Giuseppe Ciani e del professor Giovanni Fabbiani, eminente storico cadorino, iniziò ad approfondire da autodidatta la ricerca archeologica nell’area di Lagole di Calalzo, già interessata da numerosi rinvenimenti, dedicando incessantemente agli scavi ogni momento libero dopo il lavoro e nei fine settimana. La sua passione e dedizione lo portarono a scoprire, il 3 aprile 1949, due statuine di bronzo e un manico di simpulum, mestolo usato per libagioni, con iscrizione in antico venetico, reperti che gli permisero di individuare e indagare, tra il 1949 ed il 1952, uno dei più importanti santuari preromani del Veneto e di tutto l'arco alpino. La scoperta ebbe grande risonanza e mobilitò illustri studiosi italiani e internazionali. Frescura condusse nell’area varie campagne di scavo, con il consenso della Soprintendenza di Padova, nell’aprile 1949 (con la collaborazione di Enrico De Lotto) e nella primavera - estate 1950. Seguì la successiva campagna di agosto - settembre 1951 come assistente capo agli scavi della Soprintendenza stessa, da cui era stato assunto, titolo conseguito dopo aver superato concorsi nazionali a Roma. Trasferitosi a Padova nel 1952, condusse nuovi scavi archeologici a Lagole dal 5 al 20 settembre 1952, dal 10 agosto al 15 settembre 1953 e infine dal 16 agosto al 16 settembre 1956. Fino al 1963, si occupò di interventi di scavo e tutela nel territorio atestino con Giulia Fogolari, direttrice del Museo Nazionale Atestino e già Soprintendente alle Antichità delle Venezie.
In qualità di assistente capo condusse con passione e grande competenza numerosi scavi, sempre con metodologie proprie della moderna ricerca archeologica (quali il metodo stratigrafico), in tutto il Triveneto, fino al luglio 1982, quando andò in pensione.
 
Tra le sue più celebri scoperte in Cadore e nel Bellunese si ricordano l’abitazione romana di epoca imperiale (fine I sec. d.C.  – metà III sec. d.C.) rinvenuta di fronte al Municipio di Pieve di Cadore nel 1952, la necropoli di epoca antico veneta nel giardino dell'Asilo Infantile di Mel dove sono state rinvenute 22 tombe venetiche sempre nel 1952, 80 tombe inserite all'interno di 7 circoli funerari durante le campagne di scavo nell’area della Necropoli di Mel, una delle più antiche della Valbelluna, utilizzata in modo continuativo dai Veneti Antichi per un arco di tempo dall'VIII al V secolo a.C., diverse strutture di costruzioni romane che mostravano pure resti di impianto di riscaldamento a ipocausto e frammenti d’affresco a Villa di Valle di Cadore tra l’autunno 1960 e il 1966. E ancora, ha partecipato ai lavori diretti dalla dottoressa Lopreato, che hanno portato a identificare parte dell’antico foro della città di Feltre negli anni Settanta.
Ha inoltre preso parte a campagne di scavo in tutto il Nordest (da Bolzano ad Aquileia ad Este) e anche internazionali: tra maggio e luglio 1967 partecipò a due missioni archeologiche dell'Università di Padova in Turchia, e a una in Cappadocia nel maggio - giugno 1968. Collaborò anche all’organizzazione di mostre e a scambi culturali in Lubiana, a Vienna e ad Helsinki.
Durante tutte le campagne a cui prese parte tenne sempre un “giornale di scavo” estremamente accurato, con ubicazione, planimetrie, data del recupero, schema stratigrafico del terreno, posizionamento dei reperti ritrovati, disegni dei reperti stessi e loro dimensioni, e trascrizione delle iscrizioni. Tali taccuini, scritti a mano e illustrati con grande precisione costituiscono preziose testimonianze della sua attività e dei rinvenimenti. I suoi giornali di scavo sono spesso in parte pubblicati negli articoli, negli studi e nelle monografie dedicati ai relativi scavi (almeno alcune parti), di cui talvolta costituiscono la base. Negli anni ha inoltre pubblicato articoli sugli scavi a cui ha preso parte e sui reperti da lui analizzati.
 
La mostra comprenderà la documentazione di scavo di Frescura degli anni Quaranta: diari, appunti, lettere provenienti dall’archivio della Magnifica Comunità di Cadore. Saranno poi esposte testimonianze dell’attività di scavo.
A contestualizzare i reperti ci saranno gli acquerelli – alcuni creati appositamente - di Fausto Tormen, illustratore bellunese che affianca il disegno agli interessi nel campo naturalistico, storico e archeologico. I suoi disegni di carattere archeologico, usati in oltre quaranta di pubblicazioni, sono stati esposti al MARC-Museo Archeologico Cadorino nel 2014 e al Museo Civico Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore nel 2016.
Negli ultimi anni si è dedicato sempre più spesso ai disegni di viaggio e ha esposto i propri lavori nel 2015, 2016 e 2017 a Matite in Viaggio. Nel 2017 è stato selezionato ed ha partecipato al 18° Rendez vous de carnet de voyage di Clermont-Ferrand e nel 2018 è stato invitato al 6° Diari di Viaggio Festival di Ferrara.
Infine, alcuni pannelli murali riporteranno l’elenco degli scavi di Frescura per offrire la panoramica della sua attività.


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