Michael Fliri. My private fog
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Michael Fliri. My private fog, Ciasa de ra Regoles Museo d'Arte Moderna Mario Rimoldi, Cortina D'Ampezzo (BL)
Dal 29 Dicembre 2014 al 31 Gennaio 2015
Cortina d'Ampezzo | Belluno
Luogo: Ciasa de ra Regoles Museo d'Arte Moderna Mario Rimoldi
Indirizzo: corso Italia 69
Orari: 10-12.30 / 16-19.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0435 409903
E-Mail info: info@chiavidiaccesso.it
Sito ufficiale: http://www.chiavidiaccesso.it/it/
L’arte contemporanea come chiave di accesso al territorio della montagna e alle sue risorse ambientali, umane e storiche, per gettare su di esse uno sguardo rinnovato, che dialoga col passato e al tempo stesso costruisce percezioni e punti di vista inediti sulle comunità montanare.
Questo il cuore di Chiavi di Accesso, il progetto artistico promosso dal GAL Alto Bellunese, che mette al centro i musei tradizionali del territorio e li apre all’arte contemporanea, in un dialogo che diventa riflessione sul loro ruolo specifico, creatore di identità, in grado di indagare il presente e costruire nuove visioni del futuro.
Dal 20 dicembre 2014 al 31 gennaio 2015 tre giovani artisti contemporanei –Nicolò Degiorgis, Michael Fliri, Mario Tomè- entreranno con le loro opere, frutto di un percorso di avvicinamento al territorio, all’interno di tre realtà storiche del Bellunese: la Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi a Cortina d’Ampezzo e il Museo Etnografico “Al Pojat” di Zoppè di Cadore.
Ai tre artisti è stato chiesto di partire dagli spazi espositivi, dagli oggetti in essi contenuti e dai luoghi: un confronto tra sguardi nuovi e antichi, chiamati a dialogare per dare forme e significati al vivere in montagna.
Michael Fliri ha intrapreso un cammino verso il Cadore e l’Ampezzo, che lo ha portato a risiedere sul posto, a incontrare gli abitanti e a visitare e conoscere i luoghi, territori di montagna, che oggi vivono una conflittualità tra affermazioni forti e crisi di identità, tra difesa e conservazione del passato e fermento per la costruzione di un futuro che offra prospettive e qualità della vita ai residenti, anche per motivarli a restare.
La sua installazione fotografica all'interno del Museo d'Arte Moderna Mario Rimoldi si integra con le collezioni presenti, partendo dalla suggestione della favolosa metamorfosi della regione Dolomitica, dal mare tropicale di 300 milioni di anni fa alle montagne del presente, immaginando ciò che sarà tra altri trecento milioni di anni.
Questo il cuore di Chiavi di Accesso, il progetto artistico promosso dal GAL Alto Bellunese, che mette al centro i musei tradizionali del territorio e li apre all’arte contemporanea, in un dialogo che diventa riflessione sul loro ruolo specifico, creatore di identità, in grado di indagare il presente e costruire nuove visioni del futuro.
Dal 20 dicembre 2014 al 31 gennaio 2015 tre giovani artisti contemporanei –Nicolò Degiorgis, Michael Fliri, Mario Tomè- entreranno con le loro opere, frutto di un percorso di avvicinamento al territorio, all’interno di tre realtà storiche del Bellunese: la Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi a Cortina d’Ampezzo e il Museo Etnografico “Al Pojat” di Zoppè di Cadore.
Ai tre artisti è stato chiesto di partire dagli spazi espositivi, dagli oggetti in essi contenuti e dai luoghi: un confronto tra sguardi nuovi e antichi, chiamati a dialogare per dare forme e significati al vivere in montagna.
Michael Fliri ha intrapreso un cammino verso il Cadore e l’Ampezzo, che lo ha portato a risiedere sul posto, a incontrare gli abitanti e a visitare e conoscere i luoghi, territori di montagna, che oggi vivono una conflittualità tra affermazioni forti e crisi di identità, tra difesa e conservazione del passato e fermento per la costruzione di un futuro che offra prospettive e qualità della vita ai residenti, anche per motivarli a restare.
La sua installazione fotografica all'interno del Museo d'Arte Moderna Mario Rimoldi si integra con le collezioni presenti, partendo dalla suggestione della favolosa metamorfosi della regione Dolomitica, dal mare tropicale di 300 milioni di anni fa alle montagne del presente, immaginando ciò che sarà tra altri trecento milioni di anni.
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