Vincenzo Cosenza. Cacciatore di bolle
Dal 15 Marzo 2014 al 12 Aprile 2014
Benevento
Luogo: Casa di Schiele
Indirizzo: via San Gaetano 16
Orari: da lunedì a sabato 16-20 o su appuntamento
Curatori: Simona Barucco
Enti promotori:
- Galleria GiaMaArt studio
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 340 0551665 / 338 9565828
E-Mail info: info@giamaartstudio.it
Sito ufficiale: http://www.giamaartstudio.it
Dal 15 marzo al 12 aprile 2014 si terrà a Benevento, presso la Casa di Schiele, la mostra personale di Vincenzo Cosenza dal titolo “Cacciatore di bolle”, progetto ideato e prodotto dalla galleria GiaMaArt studio e curato da Simona Barucco.
L’asimmetria è ciò che determina l’unicità dell’individuo vivente, ne consente la stabilità e la rigenerazione. Un corpo, esteriormente asimmetrico, è come se lasciasse trasparire in superficie parte delle risorse interiori. E’ come se portasse all’esterno il grande messaggio della vita rendendolo visibile e non ignorabile.
Vincenzo Cosenza affronta questo tema con inquietante lucidità. L’uso di pigmenti in polvere e acquerello, olii su tela, carta e tavole ingessate producono uno straniamento nell’osservatore che guarda all’opera cercando una figurazione non ostile, ma restandone subito sconcertato. L’artista non omette ma al contrario esalta, in un continuo gioco di ombre, luci, riflessi, false trasparenze, apparenti cinetismi, le anatomie proiettate al futuro, non più condizionate dall’impossibilità dell’ordine, ma libere e già pronte al passo successivo. L’ibridazione tra naturale e artificiale è una realtà sempre più presente.
Ove non arriva l’uomo biologico, arriva l’uomo tecnologico: nei lavori questa dimensione è appena accennata. I piccoli oggetti che “arredano” gli spazi angusti e strettamente circoscritti nei quali gravita e si muove la figura, sono solo un indizio, in una chiave figurativa, di questi nuovi mondi estetici in cui realtà e finzione, artificiale e reale sono separati da un confine sempre più sottile, fino a confondersi in una totale perdita di differenza nella quale è sempre più difficile distinguere l'organico dal postorganico, l'originale dal clonato.
L’asimmetria è ciò che determina l’unicità dell’individuo vivente, ne consente la stabilità e la rigenerazione. Un corpo, esteriormente asimmetrico, è come se lasciasse trasparire in superficie parte delle risorse interiori. E’ come se portasse all’esterno il grande messaggio della vita rendendolo visibile e non ignorabile.
Vincenzo Cosenza affronta questo tema con inquietante lucidità. L’uso di pigmenti in polvere e acquerello, olii su tela, carta e tavole ingessate producono uno straniamento nell’osservatore che guarda all’opera cercando una figurazione non ostile, ma restandone subito sconcertato. L’artista non omette ma al contrario esalta, in un continuo gioco di ombre, luci, riflessi, false trasparenze, apparenti cinetismi, le anatomie proiettate al futuro, non più condizionate dall’impossibilità dell’ordine, ma libere e già pronte al passo successivo. L’ibridazione tra naturale e artificiale è una realtà sempre più presente.
Ove non arriva l’uomo biologico, arriva l’uomo tecnologico: nei lavori questa dimensione è appena accennata. I piccoli oggetti che “arredano” gli spazi angusti e strettamente circoscritti nei quali gravita e si muove la figura, sono solo un indizio, in una chiave figurativa, di questi nuovi mondi estetici in cui realtà e finzione, artificiale e reale sono separati da un confine sempre più sottile, fino a confondersi in una totale perdita di differenza nella quale è sempre più difficile distinguere l'organico dal postorganico, l'originale dal clonato.
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