Peter Halley. Not yet titled
![Peter Halley. Not yet titled, Banca Popolare di Bergamo Peter Halley. Not yet titled, Banca Popolare di Bergamo](http://www.arte.it/foto/600x450/23/26129-10_peter_halley_hd_copia.jpg)
Peter Halley. Not yet titled, Banca Popolare di Bergamo
Dal 20 Ottobre 2014 al 14 Novembre 2014
Bergamo
Luogo: Banca Popolare di Bergamo
Indirizzo: piazza Vittorio Veneto 8
Orari: da lunedì a venerdì 8.20-13.20 / 14.40-16.10
Curatori: Enrico De Pascale
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 035 392111
E-Mail info: chiara.zambotti@ubibanca.it
Sito ufficiale: http://www.ubibanca.it/
“Sono lieto di rinnovare l’invito della Banca Popolare di Bergamo al decimo appuntamento del Progetto Art Up, ideato per consentire ai nostri clienti e a tutti gli appassionati d’arte di conoscere da vicino, con un invito mirato e guidato da apposite schede descrittive, le opere della collezione d’arte antica e contemporanea della nostra Banca.
Proseguendo nel suo programma di valorizzazione del proprio patrimonio artistico, la Banca, con la collaborazione del curatore della raccolta, lo storico dell’arte Enrico De Pascale, espone a partire dal 20 ottobre p.v., nella Sede di Bergamo, un lavoro del celebre
artista Peter Halley (New York 1953) prestigioso esponente della Post-Astrazione geometrica internazionale. L’opera qui esposta, un grande dipinto eseguito con materiali industriali, è rappresentativa della sua pluriennale ricerca sul linguaggio non-figurativo, secondo una poetica che rinverdisce la gloriosa tradizione iniziata nel primo Novecento da Kandinsky e Malevic e proseguita da Mondrian, Albers, Stella, Judd, Newman ecc.
Confidando che l’iniziativa possa costituire un ulteriore ed efficace contributo alla comprensione degli orientamenti più interessanti del panorama artistico contemporaneo, auguro a tutti una buona visione e una buona lettura”.
Osvaldo Ranica, Direttore Generale di Banca Popolare di Bergamo S.p.A.
Con le loro griglie rigidamente geometriche composte da quadrati, rettangoli, linee regolari e superfici campite con colori piatti e brillanti, le opere di Halley sono simulazioni parodistiche e ironiche della grande tradizione costruttivista e astrattista novecentesca, da Mondrian a Judd. Tale atteggiamento critico,
tipico della cultura postmoderna che ha caratterizzato gli anni Ottanta, si riscontra a diversi livelli. Innanzitutto nella soppressione diogni tratto soggettivo derivante sia dall’utilizzo di vernici industriali e fluorescenti sia
dalla rinuncia all’uso del pennello, che “tradirebbe” l’emotività del pittore tramite il gesto che depone la traccia di colore sulla tela; in secondo luogo nella negazione dell’assunto essenziale di qualsiasi tipo di astrazione, cioè la sua conclamata indipendenza dal mondo delle forme reali.
Al di là delle apparenze infatti il mondo figurativo di Halley rinvia a un universo “concentrazionario” di forme codificate e ad alta referenzialità quali i circuiti elettronici e i microprocessori dei computer, i disegni a strutture cellulari, le piante delle autostrade o degli aeroporti, le forme urbanistiche delle metropoli contemporanee. Con questa parodia smaccatamente allegra e vacua dell’astrattismo, Halley chiarisce in realtà il significato e Il ruolo egemonico che la modellazione di tipo matematico ha assunto nei vari settori sociali e produttivi della società contemporanea.
Peter Halley (New York 1953)
Pittore e raffinato saggista d’arte, Halley si è formato sui testi dello strutturalismo e del post-strutturalismo, da Baudrillard a Derrida. Fino al 1987 ha fatto parte con Bickerton, Koons e Vaisman della Gallery International with
Monument, ove è nato il movimento cosidetto Neo Geo (o Simulazionismo).
Sorto in contrapposizione alle dominanti correnti di radice neo-espressionista, al movimento Neo Geo (abbreviazione di neo geometric conceptualism) aderiscono artisti come Alan McCollum e Ross Bleckner. Come altri neo-stili degli anni Ottanta anche i Neo Geo si ispirano a linguaggi e forme di periodi precedenti: in paricolare all’astrazione geometrica di maestri quali Mondrian, Stella, Kelly. Le variopinte composizioni di Halley sono caratterizzate da colori fluorescenti (Day-Glo) e da un intonaco sintetico (Rolla-a-Tex) che trasfigurano l’immagine conferendole una qualità sintetica, quasi da prodotto industriale, dove è bandita ogni traccia di soggettività. Nel 2003 ha esposto alla mostra Pittura da Rauschenberg a Murakami, 1964-2003 alla 50° Biennale d’Arte di Venezia.
Proseguendo nel suo programma di valorizzazione del proprio patrimonio artistico, la Banca, con la collaborazione del curatore della raccolta, lo storico dell’arte Enrico De Pascale, espone a partire dal 20 ottobre p.v., nella Sede di Bergamo, un lavoro del celebre
artista Peter Halley (New York 1953) prestigioso esponente della Post-Astrazione geometrica internazionale. L’opera qui esposta, un grande dipinto eseguito con materiali industriali, è rappresentativa della sua pluriennale ricerca sul linguaggio non-figurativo, secondo una poetica che rinverdisce la gloriosa tradizione iniziata nel primo Novecento da Kandinsky e Malevic e proseguita da Mondrian, Albers, Stella, Judd, Newman ecc.
Confidando che l’iniziativa possa costituire un ulteriore ed efficace contributo alla comprensione degli orientamenti più interessanti del panorama artistico contemporaneo, auguro a tutti una buona visione e una buona lettura”.
Osvaldo Ranica, Direttore Generale di Banca Popolare di Bergamo S.p.A.
Con le loro griglie rigidamente geometriche composte da quadrati, rettangoli, linee regolari e superfici campite con colori piatti e brillanti, le opere di Halley sono simulazioni parodistiche e ironiche della grande tradizione costruttivista e astrattista novecentesca, da Mondrian a Judd. Tale atteggiamento critico,
tipico della cultura postmoderna che ha caratterizzato gli anni Ottanta, si riscontra a diversi livelli. Innanzitutto nella soppressione diogni tratto soggettivo derivante sia dall’utilizzo di vernici industriali e fluorescenti sia
dalla rinuncia all’uso del pennello, che “tradirebbe” l’emotività del pittore tramite il gesto che depone la traccia di colore sulla tela; in secondo luogo nella negazione dell’assunto essenziale di qualsiasi tipo di astrazione, cioè la sua conclamata indipendenza dal mondo delle forme reali.
Al di là delle apparenze infatti il mondo figurativo di Halley rinvia a un universo “concentrazionario” di forme codificate e ad alta referenzialità quali i circuiti elettronici e i microprocessori dei computer, i disegni a strutture cellulari, le piante delle autostrade o degli aeroporti, le forme urbanistiche delle metropoli contemporanee. Con questa parodia smaccatamente allegra e vacua dell’astrattismo, Halley chiarisce in realtà il significato e Il ruolo egemonico che la modellazione di tipo matematico ha assunto nei vari settori sociali e produttivi della società contemporanea.
Peter Halley (New York 1953)
Pittore e raffinato saggista d’arte, Halley si è formato sui testi dello strutturalismo e del post-strutturalismo, da Baudrillard a Derrida. Fino al 1987 ha fatto parte con Bickerton, Koons e Vaisman della Gallery International with
Monument, ove è nato il movimento cosidetto Neo Geo (o Simulazionismo).
Sorto in contrapposizione alle dominanti correnti di radice neo-espressionista, al movimento Neo Geo (abbreviazione di neo geometric conceptualism) aderiscono artisti come Alan McCollum e Ross Bleckner. Come altri neo-stili degli anni Ottanta anche i Neo Geo si ispirano a linguaggi e forme di periodi precedenti: in paricolare all’astrazione geometrica di maestri quali Mondrian, Stella, Kelly. Le variopinte composizioni di Halley sono caratterizzate da colori fluorescenti (Day-Glo) e da un intonaco sintetico (Rolla-a-Tex) che trasfigurano l’immagine conferendole una qualità sintetica, quasi da prodotto industriale, dove è bandita ogni traccia di soggettività. Nel 2003 ha esposto alla mostra Pittura da Rauschenberg a Murakami, 1964-2003 alla 50° Biennale d’Arte di Venezia.
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