1969: l’anno in cui tutto è cambiato
Andrew Maclear John and Yoko leaving court
Dal 16 Febbraio 2012 al 12 Aprile 2012
Bologna
Luogo: ONO Arte Contemporanea
Indirizzo: via Santa Margherita 10
Orari: dal martedì al sabato 10-13/ 15-21.30
Telefono per informazioni: +39 051 262465
E-Mail info: info@culturaliart.com
Sito ufficiale: http://www.culturaliart.com
Giovedì 16 febbraio 2012 alle ore 18.00 sarà inaugurata a Bologna la mostra “1969: l’anno in cui tutto è cambiato”, ideata, realizzata e promossa da ONO Arte Contemporanea con il patrocinio del Comune di Bologna e la collaborazione della Fondazione Cineteca di Bologna.
La mostra, una raccolta di ottanta rare fotografie d’autore, è lente di ingrandimento su quell’anno in cui tutto cambiò, il 1969; un momento decisivo, che segnò il passaggio tra due decenni particolari, rappresentati dagli anni 50 e 60, sinonimi di boom economico, rock’n’roll, amore libero, droghe, antimilitarismo, lotta per i diritti civili e indipendenza, e gli incombenti anni di piombo, il rovesciamento in negativo di benessere e spensieratezza.
Fu’ un anno storico, sia per l’Europa che per l’America, un anno in cui si videro realizzati i sogni del decennio precedente, ma allo stesso tempo il momento in cui si avvertì lo sgretolarsi delle certezze che erano maturate poco prima.
Il percorso visivo e concettuale della mostra documenterà i fatti accaduti su due diversi fronti: Europa e Usa, ovvero gli epicentri culturali, politici, artistici e musicali di questo anno di fermento.Gli otto artisti in mostra sono Andrew Maclear, Baron Wolman, Tom Hanley, Barrie Wentzell, Tazio Secchiaroli, Bill Owens, Robert Altmann, Lisa Law che documentano con fotografie e testimonianze dirette le esperienze e vicende vissute in quell’epoca.
Oltre a ricordare il 1969 come l'anno dell'uomo sulla luna, della nascita di internet, della strage di Charles Manson in cui morì la moglie incinta di Roman Polanski, del primo volo del Concorde, di Pompidou al potere in Francia, Gheddafi in Libia o Hi Chi Min in Vietnam, non bisogna dimenticare il ruolo fondamentale che ha avuto quest’anno per la musica.
Il 1969 fu infatti il momento clou per i grandi raduni musicali che fecero la storia come Woodstock, Altamont Free Concert, Isola di Wight, ma anche l'anno in cui i Beatles decisero di dividere le loro strade, non prima però di registrare i loro ultimi due dischi Let it Be e Abbey Road. I Beatles suonarono il loro ultimo concerto dal vivo sul tetto a Savile Row, John Lennon e Yoko Ono si sposarono e il gruppo si sciolse definitivamente.
Fu un anno di passaggio anche per i Rolling Stones: morì Brian Jones, uno dei fondatori del gruppo, e il concerto di Altamont si trasformò in tragedia. Fu però anche l’anno della pubblicazione di Let it Bleed e del storico concerto storico a Hyde Park. Elvis pubblicò il suo ultimo numero uno in classifica, Suspicious mind, gli Who Tommy, Dylan pubblicò Nashville Skyline, i Led Zeppelin I e II e i Pink Floyd Ummagumma.
La cinematografia americana intanto faceva i conti con Easy Rider, uno dei primi successi fuori dagli schemi hollywoodiani; un viaggio nell’America paranoica e impaurita in cui il “sogno” americano cominciò a svanire.
L’esposizione sarà arricchita, durante il periodo di mostra, da due updates; il primo, previsto per l’8 di marzo, con la presentazione del libro di Ken Regan, All access, edito dalla casa editrice Panini, che raccoglie i migliori scatti del fotografo americano. In quell’occasione sarà anche presente XL Magazine che ha dedicato al libro di Regan un importante servizio nel numero di febbraio.
La seconda sezione sarà inserita il 15 marzo, con opere di Eddie Kramer, colui che documentò il concerto dei Rolling Stones al Madison Square Garden di New York.
Come di consueto la ONO offre un ricco programma di eventi collaterali ad ingresso gratuito, tra i quali spicca la proiezione di un video inedito del fotografo del Guardian Eamonn McCabe che documenta l’Altamont Free Concert in California organizzato dai Rolling Stones il 6 dicembre 1969; erano passati solo quattro mesi da Woodstock, ma l’atmosfera non era più la stessa, la morte violenta di quattro ragazzi durante il concerto chiuse in modo brutale il doppio decennio e la stagione dell’amore, sancendo definitivamente la fine dell’illusione
La mostra, una raccolta di ottanta rare fotografie d’autore, è lente di ingrandimento su quell’anno in cui tutto cambiò, il 1969; un momento decisivo, che segnò il passaggio tra due decenni particolari, rappresentati dagli anni 50 e 60, sinonimi di boom economico, rock’n’roll, amore libero, droghe, antimilitarismo, lotta per i diritti civili e indipendenza, e gli incombenti anni di piombo, il rovesciamento in negativo di benessere e spensieratezza.
Fu’ un anno storico, sia per l’Europa che per l’America, un anno in cui si videro realizzati i sogni del decennio precedente, ma allo stesso tempo il momento in cui si avvertì lo sgretolarsi delle certezze che erano maturate poco prima.
Il percorso visivo e concettuale della mostra documenterà i fatti accaduti su due diversi fronti: Europa e Usa, ovvero gli epicentri culturali, politici, artistici e musicali di questo anno di fermento.Gli otto artisti in mostra sono Andrew Maclear, Baron Wolman, Tom Hanley, Barrie Wentzell, Tazio Secchiaroli, Bill Owens, Robert Altmann, Lisa Law che documentano con fotografie e testimonianze dirette le esperienze e vicende vissute in quell’epoca.
Oltre a ricordare il 1969 come l'anno dell'uomo sulla luna, della nascita di internet, della strage di Charles Manson in cui morì la moglie incinta di Roman Polanski, del primo volo del Concorde, di Pompidou al potere in Francia, Gheddafi in Libia o Hi Chi Min in Vietnam, non bisogna dimenticare il ruolo fondamentale che ha avuto quest’anno per la musica.
Il 1969 fu infatti il momento clou per i grandi raduni musicali che fecero la storia come Woodstock, Altamont Free Concert, Isola di Wight, ma anche l'anno in cui i Beatles decisero di dividere le loro strade, non prima però di registrare i loro ultimi due dischi Let it Be e Abbey Road. I Beatles suonarono il loro ultimo concerto dal vivo sul tetto a Savile Row, John Lennon e Yoko Ono si sposarono e il gruppo si sciolse definitivamente.
Fu un anno di passaggio anche per i Rolling Stones: morì Brian Jones, uno dei fondatori del gruppo, e il concerto di Altamont si trasformò in tragedia. Fu però anche l’anno della pubblicazione di Let it Bleed e del storico concerto storico a Hyde Park. Elvis pubblicò il suo ultimo numero uno in classifica, Suspicious mind, gli Who Tommy, Dylan pubblicò Nashville Skyline, i Led Zeppelin I e II e i Pink Floyd Ummagumma.
La cinematografia americana intanto faceva i conti con Easy Rider, uno dei primi successi fuori dagli schemi hollywoodiani; un viaggio nell’America paranoica e impaurita in cui il “sogno” americano cominciò a svanire.
L’esposizione sarà arricchita, durante il periodo di mostra, da due updates; il primo, previsto per l’8 di marzo, con la presentazione del libro di Ken Regan, All access, edito dalla casa editrice Panini, che raccoglie i migliori scatti del fotografo americano. In quell’occasione sarà anche presente XL Magazine che ha dedicato al libro di Regan un importante servizio nel numero di febbraio.
La seconda sezione sarà inserita il 15 marzo, con opere di Eddie Kramer, colui che documentò il concerto dei Rolling Stones al Madison Square Garden di New York.
Come di consueto la ONO offre un ricco programma di eventi collaterali ad ingresso gratuito, tra i quali spicca la proiezione di un video inedito del fotografo del Guardian Eamonn McCabe che documenta l’Altamont Free Concert in California organizzato dai Rolling Stones il 6 dicembre 1969; erano passati solo quattro mesi da Woodstock, ma l’atmosfera non era più la stessa, la morte violenta di quattro ragazzi durante il concerto chiuse in modo brutale il doppio decennio e la stagione dell’amore, sancendo definitivamente la fine dell’illusione
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Giudizio della redazione:
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