Balla coloratissimo e luminosissimo. I collage 1914-1925

Balla coloratissimo e luminosissimo. I collage 1914-1925
Dal 6 April 2013 al 1 June 2013
Bologna
Luogo: Galleria d’Arte Cinquantasei
Indirizzo: via Mascarella 59/b
Orari: da martedì a sabato 10-13/ 16-19; domenica e lunedì 16-19
Curatori: Elena Gigli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per prevendita: +39 051 250885
Telefono per informazioni: +39 059 347027/ 339 3885913
E-Mail info: stampa@mediamentecomunicazione.it
Sito ufficiale: http://www.galleria56.it
Da sabato 6 aprile a sabato 1 giugno la Galleria d’Arte Cinquantasei di Bologna ospita oltre il 50% dei collage conosciuti di Giacomo Balla. Le opere di questo genere del grande artista futurista ritrovate e classificate nel mondo sono solo una sessantina: si tratta quindi di un’anteprima mondiale assoluta
“Nel periodo della guerra, Balla sperimenta una nuova tecnica: il collage di carte colorate. La tecnica si presta a creare dipinti di tono assolutamente “astratto”. Così il critico Maurizio Fagiolo dell’Arco scrive di Balla nel suo catalogo “Pittura di carta” per spiegare cosa significasse questa tecnica innovativa per l’artista.
La mostra “Balla coloratissimo e luminosissimo. I collage 1914-1925” presenta una selezione con ben 35 collage di Giacomo Balla. Si tratta di una novità assoluta, in quanto i suoi collage ritrovati e classificati nel mondo sono solo una sessantina: non sono mai stati esposti, neppure a livello museale, più della metà dei collage dell’artista. La maggior parte delle opere proviene da enti e da prestigiose collezioni private dell'intero territorio nazionale. La rassegna, a ingresso gratuito e a cura di Elena Gigli, è allestita presso la Galleria d’Arte Cinquantasei di Bologna (via Mascarella 59/b) e sarà aperta al pubblico a partire da sabato 6 aprile fino a sabato 1 giugno.
La mostra è completata dalla sezione “Giacomo Balla”, a cura di Claudio Spadoni - dedicata all’uomo e all’artista - con circa 25 opere dal 1904 agli anni ’50. Il comitato scientifico della mostra, composto daElena Gigli, Claudio Spadoni ed Estemio Serri, ha deciso di crearla per far comprendere meglio al visitatore l’opera del grande maestro nel suo complesso. L’opera “Colpo di fucile” fa da collegamento tra le due sezioni.
Spiega Fagiolo dell’Arco a proposito dei collage: “Si potrà anche pensare a una carenza dei materiali pittorici tradizionali (olio, tela), date le difficoltà belliche. Il collage è stato sempre impiegato dai futuristi a Milano (Boccioni, Carrà) e a Parigi (Severini)… Balla arriva a una proposta nuova (e freschissima) che ha certamente pochi precedenti in Europa… L’inserimento di carte colorate riesce a proporsi come un allargamento del discorso pittorico e, allo stesso tempo, prevede l’intervento d’un elemento antipittorico. Le vivaci carte impiegate nel collage sono quindi connesse all’operazione stessa dell’invenzione e dell’effetto finale: non sono mai usate in senso soltanto “estetico” come avviene nel cubismo (ma anche in Boccioni). E insomma, per dirla con termini recenti, il medium diventa il messaggio”.
Giacomo Balla (1971-1958) nasce a Torino nel 1871 e si forma nell’ambito della pittura paesistica dell’Ottocento piemontese. Nel 1895 si trasferisce a Roma dove fa conoscere l’opera dei pittori divisionisti Previati e Pellizza da Volpedo di cui condivide tematiche e linguaggio pittorico. Nel 1900, rientrato a Roma dopo aver trascorso qualche mese a Parigi, riunisce nel suo studio di porta Pinciana alcuni giovani pittori desiderosi di uscire dalle strettoie dell’Accademia. Lo studio del colore e della luce, che caratterizza la sua opera divisionista, costituisce per Balla l’inizio di una linea di percorso che approda alle conquiste dinamiche del Futurismo che condivide col suo allievo e amico Boccioni. Nel 1910 sottoscrive i manifesti del movimento. La sua posizione nell’ambito del Futurismo è emergente, ma al tempo stesso autonoma per la visione pittorica totalmente astratta e geometrizzante, con quadrati, triangoli, trapezi, combinazioni di linee e fasce luminose, diagrammi fantastici che registrano le vibrazioni del colore e della luce. Nel 1929 firma il Manifesto dell’aeropittura. Nella seconda metà degli anni trenta ritorna a una produzione esclusivamente figurativa, a volte di tono intimista. Muore a Roma nel 1958.
“Nel periodo della guerra, Balla sperimenta una nuova tecnica: il collage di carte colorate. La tecnica si presta a creare dipinti di tono assolutamente “astratto”. Così il critico Maurizio Fagiolo dell’Arco scrive di Balla nel suo catalogo “Pittura di carta” per spiegare cosa significasse questa tecnica innovativa per l’artista.
La mostra “Balla coloratissimo e luminosissimo. I collage 1914-1925” presenta una selezione con ben 35 collage di Giacomo Balla. Si tratta di una novità assoluta, in quanto i suoi collage ritrovati e classificati nel mondo sono solo una sessantina: non sono mai stati esposti, neppure a livello museale, più della metà dei collage dell’artista. La maggior parte delle opere proviene da enti e da prestigiose collezioni private dell'intero territorio nazionale. La rassegna, a ingresso gratuito e a cura di Elena Gigli, è allestita presso la Galleria d’Arte Cinquantasei di Bologna (via Mascarella 59/b) e sarà aperta al pubblico a partire da sabato 6 aprile fino a sabato 1 giugno.
La mostra è completata dalla sezione “Giacomo Balla”, a cura di Claudio Spadoni - dedicata all’uomo e all’artista - con circa 25 opere dal 1904 agli anni ’50. Il comitato scientifico della mostra, composto daElena Gigli, Claudio Spadoni ed Estemio Serri, ha deciso di crearla per far comprendere meglio al visitatore l’opera del grande maestro nel suo complesso. L’opera “Colpo di fucile” fa da collegamento tra le due sezioni.
Spiega Fagiolo dell’Arco a proposito dei collage: “Si potrà anche pensare a una carenza dei materiali pittorici tradizionali (olio, tela), date le difficoltà belliche. Il collage è stato sempre impiegato dai futuristi a Milano (Boccioni, Carrà) e a Parigi (Severini)… Balla arriva a una proposta nuova (e freschissima) che ha certamente pochi precedenti in Europa… L’inserimento di carte colorate riesce a proporsi come un allargamento del discorso pittorico e, allo stesso tempo, prevede l’intervento d’un elemento antipittorico. Le vivaci carte impiegate nel collage sono quindi connesse all’operazione stessa dell’invenzione e dell’effetto finale: non sono mai usate in senso soltanto “estetico” come avviene nel cubismo (ma anche in Boccioni). E insomma, per dirla con termini recenti, il medium diventa il messaggio”.
Giacomo Balla (1971-1958) nasce a Torino nel 1871 e si forma nell’ambito della pittura paesistica dell’Ottocento piemontese. Nel 1895 si trasferisce a Roma dove fa conoscere l’opera dei pittori divisionisti Previati e Pellizza da Volpedo di cui condivide tematiche e linguaggio pittorico. Nel 1900, rientrato a Roma dopo aver trascorso qualche mese a Parigi, riunisce nel suo studio di porta Pinciana alcuni giovani pittori desiderosi di uscire dalle strettoie dell’Accademia. Lo studio del colore e della luce, che caratterizza la sua opera divisionista, costituisce per Balla l’inizio di una linea di percorso che approda alle conquiste dinamiche del Futurismo che condivide col suo allievo e amico Boccioni. Nel 1910 sottoscrive i manifesti del movimento. La sua posizione nell’ambito del Futurismo è emergente, ma al tempo stesso autonoma per la visione pittorica totalmente astratta e geometrizzante, con quadrati, triangoli, trapezi, combinazioni di linee e fasce luminose, diagrammi fantastici che registrano le vibrazioni del colore e della luce. Nel 1929 firma il Manifesto dell’aeropittura. Nella seconda metà degli anni trenta ritorna a una produzione esclusivamente figurativa, a volte di tono intimista. Muore a Roma nel 1958.
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