Emma Bonazzi. Retrospettiva

Emma Bonazzi. Retrospettiva, Accademia di Belle Arti di Bologna

 

Dal 16 Gennaio 2014 al 15 Febbraio 2014

Bologna

Luogo: Accademia di Belle Arti di Bologna

Indirizzo: via delle Belle Arti 54

Orari: da lunedì a venerdì 9-19; sabato 9-14

Curatori: Leda Sighinolfi

Enti promotori:

  • Regione Emilia Romagna
  • Provincia di Reggio Emilia
  • CGIL di Reggio Emilia
  • Liceo Artistico “Gaetano Chierici” di Reggio Emilia
  • Accademia di Belle Arti di Bologna

Telefono per informazioni: +39 051 4226411

E-Mail info: dipa.arti.visive@ababo.it

Sito ufficiale: http://www.ababo.it


L’Accademia di Belle Arti di Bologna ospiterà dal 16 gennaio 2014 la mostra retrospettiva di Emma Bonazzi, promossa nell’autunno scorso dalla Camera del Lavoro di Reggio Emilia in collaborazione con il Liceo Artistico Gaetano Chierici, presso il quale è stata allestita l’esposizione coordinata da Leda Sighinolfi, curatrice anche del catalogo. 
Con questa occasione espositiva bolognese Emma Bonazzi (Bologna 1881 -1959) ritorna in Accademia a cent’anni di distanza, nella scuola in cui ebbe la sua formazione artistica fra il 1910 e il 1913. Essendosi iscritta tardivamente, all’età di ventinove anni, al Corso speciale di Figura tenuto dal pittore Domenico Ferri, il suo percorso in Accademia si sviluppò accanto a quello di compagni assai più giovani, quali Giorgio Morandi e Sepo Pozzati. 
Vincitrice del Concorso Bevilacqua nel 1915 con l’opera Mater Dolorosa, tuttora conservata nelle collezioni dell’Accademia, Emma Bonazzi riuscì nell’arco di un decennio ad ottenere importanti riconoscimenti in campo pittorico con la partecipazione alla I Secessione Romana, all’Esposizione Internazionale di San Francisco, all’Esposizione Regionale Lombarda d’Arte Decorativa, alla mostra della Società Amatori e Cultori di Roma, per giungere nel 1920 alla Biennale di Venezia con il trittico “ Ciclo di vita”, del quale faceva parte il dipinto oggi conservato presso la sede della CGIL di Reggio Emilia, e nel 1922 fu di nuovo presente alla Biennale con due dipinti ad olio. 
Queste presenze alle maggiori esposizioni del tempo, la confermano come la più importante donna artista bolognese della sua generazione, quella attiva nella prima metà del Novecento. 
Impegnata anche nel campo della grafica Emma Bonazzi esordisce nel 1916 sulla rivista “Bianco e Nero”, con una Salomè d’ispirazione klimtiana, e successivamente si cimenta con manifesti per la Croce Rossa, per l’acqua Litiosina, per il Gran premio Venezia per idrovolanti, per i Balli russi Leonidoff e per il Pastificio Barilla. 
Dal 1925 e fino all’inizio degli anni Quaranta mantiene l’incarico di consulente artistica per l’ideazione delle confezioni di lusso della ditta Perugina, attività che rivela una straordinaria capacità di proporre il suo linguaggio artistico, declinato tra influenze della Secessione viennese e stilizzazioni Art Decò, tramite l’accostamento di tecniche e materiali diversi, dalla tempera abbinata al ricamo su seta, all’incisione su placche metalliche, agli oggetti tridimensionali in legno e in ceramica. Una produzione raffinata, attentamente progettata nei dettagli, negli accostamenti di colori e materiali, come testimoniano i bozzetti tuttora conservati presso l’Archivio Perugina. 
Le scatole create da Emma Bonazzi erano esposte con rilievo nelle vetrine dei lussuosi negozi Perugina di Roma e Milano e destinate ad una selezionata clientela: tra i clienti del negozio romano figuravano diversi ambasciatori e diplomatici che destinavano le preziose confezioni come omaggi ai governanti dei rispettivi Paesi. 
La rivalutazione e il riconoscimento di questa singolare figura d’artista iniziò nel 1974 dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, con la pubblicazione negli “Atti e Memorie dell’Accademia Clementina di Bologna” del saggio di Antonio Storelli “Emma Bonazzi: un’artista tra liberty e Art decò″. La multiforme attività di Emma Bonazzi è documentata in mostra da dipinti, disegni, locandine, manifesti e numerose creazioni per la Perugina. La maggior parte delle opere esposte sono provenienti da collezioni e archivi privati.

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