Giuseppe Varotti e il Settecento bolognese
Dal 08 Febbraio 2014 al 10 Maggio 2014
Bologna
Luogo: Galleria de' Fusari
Indirizzo: via de' Fusari 7/a
Orari: 10-13 / 16-19
Curatori: Prof. Renato Roli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 223083
E-Mail info: info@galleriadefusari.com
Sito ufficiale: http://www.galleriadefusari.com
Pochi hanno avuto la possibilità di vederli e non sono mai stati esposti al pubblico, sono venticinque opere di dodici artisti del Settecento bolognese, per la prima volta insieme alla Galleria de’ Fusari di Bologna a partire dall’8 febbraio al 10 maggio, in una mostra curata dal professore Renato Roli, il celebre storico dell’arte autore della prima opera fondamentale sul periodo. Per la prima volta venticinque opere del Settecento bolognese, frutto di una ricerca durata cinque anni nelle collezioni private del territorio, e tra queste, spiccano dieci opere di Giuseppe Varotti (i715 – 1780), pittore il cui profilo è stato completamente ridisegnato dalle recenti ricerche. Le opere, grazie alla loro provenienza, cioè da storiche collezioni private, sono in ottimo stato di conservazione, molte posseggono ancora la tela originale e la cornice. In concomitanza con la mostra sull’età d’oro olandese presente in città a Palazzo Fava, la Galleria de’ Fusari ha voluto aggiungere al prezioso evento un ulteriore perla, quella bolognese dello stesso periodo affrontato dall’esposizione. Una possibilità irripetibile di ammirare quadri che non sono mai stati oggetti di un esposizione pubblica, alla luce del più grande esperto del periodo, Renato Roli. Renato Roli cura il catalogo di questa importante esposizione, dopo 35 anni di silenzio editoriale, lo storico dell’arte del quale ricordiamo l’opera fondamentale La pittura bolognese dal Cignani al Gandolfi pubblicato nel 1977, meglio conosciuta come Il Roli, ha deciso di rompere il lungo periodo di assenza, sottolineando così, lo straordinario evento espositivo. Tra le opere in mostra L’Adorazione dei Pastori del bolognese Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), la Natura Viva di Arcangelo Resani (1668-1742) celebre per le sue nature morte, due paesaggi di Carlo Lodi (1701-1765), il mirandolese Pietro Paltronieri (1673-1741) è presente con due architetture, Nicola Bertuzzi (1710-1777) e Domenico Pedrini (1728-1800) con bozzetti ad olio su carta, un singolare Angelo che dissuade Abramo dal sacrificare Isacco di Filippo Pedrini (1763-1856) figlio di Domenico, e ancora Vincenzo Martinelli (1737-1807) e dieci quadri di Giuseppe Varotti (1715-1780) allievo del padre Pier Paolo soltanto in anni recenti è stato oggetto di rivalutazione (Roli, Mazza, Damen, Naldi, Bergomi) che ha portato alla luce soprattutto le sue qualità di disegnatore e bozzettista in cui esprime un significativo linguaggio di barocchetto leggero che ha indotto ad accostare e persino a confondere i suoi modi espressivi con quelli di autori a lui precedenti come Francesco Monti, Bigari, Bertuzzi. Ardua è la ricostruzione del suo percorso attraverso i pochi agganci cronologici tra cui fondamentali sono i due disegni (1733 e 1740) presso l’Accademia Clementina, di notevole pregio qualitativo. Punti fermi per la sua pittura sono costituiti dalle tele di Pieve di Cento (1749), di Carpi (1756) e in San Bartolomeo (1766) e S. Maria di Fossolo (1773) in Bologna. Il divario qualitativo che vi si nota con il trascorrere degli anni tende chiaramente ad accentuarsi, evidenziando il declino che caratterizza l’ultima fase della sua attività. Ma nelle opere del periodo precedente Varotti consegna degni risultati, tali da rendere incomprensibile la sua esclusione dal terzo tomo della “Felsina Pittrice” redatto nel 1769 da Luigi Crespi, un’esclusione che peraltro lo trova in buona compagnia insieme al Bertuzzi e al Marchesi. Insomma, un occasione davvero unica per ammirare così tante opere dell’artista, che qui vengono presentate al pubblico per la prima volta. Contatti: Vincenzo Nascetti – 051.223083 www.galleriadefusari.com
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