Il Giardino della Memoria
Dal 27 Giugno 2014 al 10 Agosto 2014
Bologna
Luogo: Parco della Zucca
Indirizzo: via di Saliceto 3/22
Curatori: Daria Bonfietti
E-Mail info: ufficiostampamambo@comune.bologna.it
Sito ufficiale: http://www.ilgiardinodellamemoria.it
“C’È ANCORA BISOGNO DI VERITÀ SULLA STRAGE DI USTICA”
Lo ripeteremo in questo XXXIV anniversario della strage, sia nell’incontro ufficiale in Palazzo d’Accursio, quando il sindaco di Bologna, Virginio Merola, incontrerà i parenti delle vittime, sia durante l’arco di tutte le iniziative attorno al Museo, nel Giardino della Memoria. Perché se è vero che la Magistratura, con le sentenze definitive della Cassazione, ci ha confermato l’importante verità che il DC9 Itavia è stato abbattuto e che i Ministeri dei trasporti e della difesa sono responsabili per non aver saputo difendere la vita di innocenti cittadini e per aver ostacolato in ogni modo il raggiungimento della verità, rimane la necessità di delineare il quadro completo, le responsabilità primarie, di quanto è accaduto in cielo. In quella notte non solo si sono spezzate le vite di 81 innocenti cittadini ma si sono violati i confini e i diritti del nostro Paese e nessuno ci ha dato spiegazioni! E ricordiamo che fino ad ora non sono stati adeguati né l’impegno degli Esecutivi italiani nel chiedere né la disponibilità alla collaborazione degli altri Stati. Saremo dunque nel Giardino della Memoria, attorno al Museo, che con l’installazione di Boltanski ricorda i nostri cari, nella consapevolezza che “il Museo non è solo un luogo per piangere ma per lottare, per capire altre cose, per vivere insieme”. Soprattutto per fare memoria, e la memoria non è statica, non è una lapide che si deteriora e diventa illeggibile: la memoria si fa ogni giorno ricordando e parlando la lingua del presente. Per questo gli spettacoli che, con l’aiuto di Cristina Valenti, presenteremo sono un esauriente spaccato di quanto il giovane teatro contemporaneo ci offre: teatro di giovani che interpretano le esigenze e i problemi del loro tempo. E nella serata della poesia Niva Lorenzini accompagnerà quel verso di Pascoli “San Lorenzo, io lo so...” che tanto ci colpisce e ci unisce alla tragedia, con le voci di altri poeti dei giorni nostri. Il 27 giugno, proprio nelle stesse ore della strage, saranno l’invenzione e la musica di Franck Krawczyk, che completa una trilogia che ci ha accompagnato in questi anni, a congiungere il Museo, il relitto del DC9 e le voci dell’installazione, con il Giardino e i sentimenti degli spettatori. Tutte emozioni per ricordare le vittime innocenti e chiedere ancora verità e giustizia.
DEI TEATRI, DELLA MEMORIA
Cristina Valenti
direzione artistica
Teatri e memorie. Gli spettacoli ospitati nel Giardino di Ustica disegnano un percorso che da Bologna porta a Palermo, con deviazioni nel tempo e nello spazio, a comporre una mappa di storie che ha come coordinate la memoria e il presente. Al centro protagoniste femminili d’eccezione, giovani artisti e collettivi teatrali capaci di coniugare lo sguardo sul passato, lontano e recente, con l’impegno civile, la denuncia, la consapevolezza delle radici. Apre la rassegna Sonia Bergamasco, una delle più intense attrici contemporanee, con Salmo della gioventù, inedito concerto di versi da Amelia Rosselli, con la drammaturgia sonora del percussionista Rodolfo Rossi. La scrittura poetica come domanda sul mondo, “visione adolescenziale” e al tempo stesso “esperimento doloroso e irriverente”: la lingua della poetessa si fa “partitura di suoni e silenzi” per restituire l’avventura poetica e umana di una grande testimone del nostro tempo.
Programma spettacoli:
27 giugno alle 21
Plein Jour in collaborazione con Cronopios
RENDEZ-VOUS
di Franck Krawczyk
creazione originale per il Giardino della Memoria
La prima immagine che ho pensato è quella di un luogo restituito ai bambini e ai loro giochi, in questo giardino dove portano una calma insperata accanto alle tracce del dramma. Mi sono ispirato al Tristan und Isolde di Wagner e ho immaginato la musica degli spazi come differenti allegorie dell’attesa: quella dell’aeroplano al momento del dramma (nel museo) e quella dell’aeroporto di arrivo (nel giardino). Non c’è niente in Wagner che si opponga veramente all’amore di Tristano e Isotta, tranne il tempo, non potranno vivere insieme nello stesso spazio: uno muore troppo presto, l’altra gli sopravvive, il loro amore esiste soltanto nell’istante in cui si sono chiamati per nome. L’origine di Rendez-vous è in questo sfasamento. Il pubblico avrà quindi appuntamento alla stessa ora in luoghi diversi. Nel museo un quintetto di fiati (Ensemble Icarus) suonerà una musica distesa, rallentata dopo la morte di Isotta e interrotta da una voce di soprano (Leila Benhamza), mentre nel giardino i giovanissimi musicisti (allievi degli Istituti superiori di Bologna) si chiameranno l’un l’altro con i propri strumenti, come suonando su una mappa che dal cielo porta alla terra. La notte unirà gli spazi in una coda all’unisono di soffi, di ronzii e di sussurri. Tra tutti coloro che hanno reso possibile questa lunga storia e che vorrei ringraziare, mi rivolgo ai primi due, Daria e Andrea, con tutta la mia anima. È a loro che dedico questo lavoro, con una tenerezza senza fine.
Franck Krawczyk
3 luglio alle 21
Sonia Bergamasco
SALMO DELLA GIOVENTÙ
concerto di versi
creazione originale per il Giardino della Memoria
Il filo rosso della lingua come esperimento doloroso e irriverente. La vivisezione gioiosa e ardita nel corpo della poesia. La musica dei suoni della lingua come passo di danza obbligato, come destino. Credo che non si possa “stare” nella pagina di Amelia Rosselli se non con disagio, scompostamente. Pronti alla fuga. Pronti a un combattimento con elementi misteriosi. La purissima oscenità del suo canto è antica. Lontana, e nel contempo avvinghiata al cuore pulsante di immagini che emergono incessantemente dal profondo. La sua parola, così preziosa, cerca la semplicità attraverso il labirinto del male e incontra la vita nello sfregamento eccitato di candore e follia. Il musicista Rodolfo Rossi, con il suo set di percussioni, e Sonia Bergamasco compongono nel cerchio dello spazio scenico una partitura di suoni e di silenzi che cerca di dare corpo alla poesia di una grande testimone del nostro tempo.
10 luglio, ore 21:30
Collettivo InternoEnki
M.E.D.E.A. BIG OIL
Spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2013
M.E.D.E.A. è l’acronimo con cui è denominato il master in Management dell’Economia dell’Energia e dell’Ambiente organizzato e gestito dall’Eni. Da questa strana fatalità, nasce l’idea di raccontare il dramma della Basilicata devastata dalle trivellazioni petrolifere, giocando con graffiante ironia tra gli archetipi del mito. Ma al mito greco fa da contrappunto costante il mito locale, quello incarnato dalla Madonna Nera, venerata sul Monte Sacro di Viggiano, ai cui piedi brucia la fiamma perenne del Centro Oli della Val d’Agri. In questa terra, Dio Petrolio e Vergine Nera si fronteggiano da secoli in una sfida senza vincitori. Promesse elettorali e feste patronali, sogni di ricchezza e indulgenze plenarie, clientelismo e preghiere, slogan pubblicitari e canti popolari, continuano a raccontare una postmodernità senza tempo. Canti di prefiche, litanie contro il malocchio, suppliche e chiacchiere di paese si fondono in un coro barbaro, scomposto e travolgente, per raccontare uno dei più bizzarri e drammatici ossimori della nostra Italia: l’incredibile povertà della regione che possiede il più grande giacimento di petrolio su terraferma d’Europa.
24 luglio, ore 21:30
Proxima Res
ANTROPOLAROID
di e con Tindaro Granata
scene e costumi Margherita Baldoni e Guido Buganza
rielaborazioni musicali Daniele D’Angelo
suoni e luci Matteo Crespi
a trama: Francesco Granata nel 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore incurabile. Il figlio, Tindaro Granata, nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato dal noto Signor Badalamenti di Patti. Maria Casella nel 1944 si innamora di Tindaro e scappa con lui, facendo la “fuitina” e sottraendosi al matrimonio combinato dal padre. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Cresciuto, emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e, con l’aiuto del Signor Badalamenti, apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre 1978. Durante il sevizio militare si imbarca sulla nave Spica, e qui incontra il nipote di Badalamenti, Tino, che si confida con lui quando il padre è indagato per delitti di mafia. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare attore. Tino Badalamenti si suicida impiccandosi. Per questo spettacolo Tindaro Granata ha vinto il Premio Associazione Nazionale Critici Teatrali nel 2011, il Premio Fersen come attore creativo nel 2012, il Premio Mariangela Melato come migliore attore emergente nel 2013.
29 luglio alle 21.30
Teatro Due Mondi
CUORE
di Edmondo De Amicis
drammaturgia Gigi Bertoni
con Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Renato Valmori
direzione musicale Antonella Talamonti
consulenza alle scene e costumi Lucia Baldini
progetto luci Marcello D’Agostino
regia Alberto Grilli
Cuore di Edmondo De Amicis ha accompagnato l’infanzia di intere generazioni con la forza di una connotazione precisa: la manifestazione di un orgoglio nazionale. Il Risorgimento si è concluso, fatta l’unità politica occorre fare quella economica e occorre fare, soprattutto, l’Italiano. Nel diario dello studente Enrico Bottini entrano vicende famigliari e sociali, ma soprattutto emerge il progetto educativo della scuola pubblica, uguale perché gratuita e obbligatoria per tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, settentrionali e meridionali. De Amicis inventaria i caratteri positivi che pone alla base dell’Italia nascente: altruismo, generosità, coraggio, onestà. Nella scuola di oggi non c’è più spazio per Cuore . Noi lo riproponiamo, perché sentiamo l’esigenza di riflettere su una serie di domande: è nato l’italiano? I meridionali di ieri sono forse gli immigrati di oggi? Abbiamo voluto immergerci nella storia italiana e scoprirci attori nel presente, sentirci italiani e nello stesso modo riconoscerci cittadini del mondo.
31 luglio, ore 21:30
Sud Costa Occidentale
VERSO MEDEA
spettacolo-concerto
da Euripide
testo e regia Emma Dante
musiche e canti Fratelli Mancuso
luci Marcello D’Agostino
organizzazione Aldo Miguel Grompone, Roma
Medea compie un viaggio che è un’opera d’amore: la sua natura si plasma e si nutre della sua sofferenza. Sceglie la colpa! La sua storia lo esige, la sua indole. È una barbara che non riconosce altra autorità se non quella del proprio istinto. Per lei è rassicurante pensare di essere libera, di poter scegliere il proprio destino. La sua appartenenza a un gruppo famigliare o di classe o di nazione o di religione limita la sua libertà, perché Medea si sente straniera ovunque. La diversità di Medea ha a che fare col travaglio del parto, con la sua fertilità devastante e rigogliosa, con la sua capacità di generare e di perpetuare la specie in un paese abitato da un popolo maschile inadatto a sviluppare il seme. Giasone l’abbandona incinta e si fa re di una città sterile. Il vero delitto con cui Medea punirà Corinto sarà negargli i figli, partorendo aborti come eredi, decidendo il destino di una città nella quale senza di lei è impossibile perpetuare la specie. Immagino Medea attorniata da uomini che sono le donne di Corinto. Immagino che questi uomini si sognano pance gravide, vagiti di neonati, coccarde e corredi di figli attesi. I fratelli Mancuso canteranno l’amore e l’odio. Il travaglio è in atto: Medea sgrava la sua tragedia.
Lo ripeteremo in questo XXXIV anniversario della strage, sia nell’incontro ufficiale in Palazzo d’Accursio, quando il sindaco di Bologna, Virginio Merola, incontrerà i parenti delle vittime, sia durante l’arco di tutte le iniziative attorno al Museo, nel Giardino della Memoria. Perché se è vero che la Magistratura, con le sentenze definitive della Cassazione, ci ha confermato l’importante verità che il DC9 Itavia è stato abbattuto e che i Ministeri dei trasporti e della difesa sono responsabili per non aver saputo difendere la vita di innocenti cittadini e per aver ostacolato in ogni modo il raggiungimento della verità, rimane la necessità di delineare il quadro completo, le responsabilità primarie, di quanto è accaduto in cielo. In quella notte non solo si sono spezzate le vite di 81 innocenti cittadini ma si sono violati i confini e i diritti del nostro Paese e nessuno ci ha dato spiegazioni! E ricordiamo che fino ad ora non sono stati adeguati né l’impegno degli Esecutivi italiani nel chiedere né la disponibilità alla collaborazione degli altri Stati. Saremo dunque nel Giardino della Memoria, attorno al Museo, che con l’installazione di Boltanski ricorda i nostri cari, nella consapevolezza che “il Museo non è solo un luogo per piangere ma per lottare, per capire altre cose, per vivere insieme”. Soprattutto per fare memoria, e la memoria non è statica, non è una lapide che si deteriora e diventa illeggibile: la memoria si fa ogni giorno ricordando e parlando la lingua del presente. Per questo gli spettacoli che, con l’aiuto di Cristina Valenti, presenteremo sono un esauriente spaccato di quanto il giovane teatro contemporaneo ci offre: teatro di giovani che interpretano le esigenze e i problemi del loro tempo. E nella serata della poesia Niva Lorenzini accompagnerà quel verso di Pascoli “San Lorenzo, io lo so...” che tanto ci colpisce e ci unisce alla tragedia, con le voci di altri poeti dei giorni nostri. Il 27 giugno, proprio nelle stesse ore della strage, saranno l’invenzione e la musica di Franck Krawczyk, che completa una trilogia che ci ha accompagnato in questi anni, a congiungere il Museo, il relitto del DC9 e le voci dell’installazione, con il Giardino e i sentimenti degli spettatori. Tutte emozioni per ricordare le vittime innocenti e chiedere ancora verità e giustizia.
DEI TEATRI, DELLA MEMORIA
Cristina Valenti
direzione artistica
Teatri e memorie. Gli spettacoli ospitati nel Giardino di Ustica disegnano un percorso che da Bologna porta a Palermo, con deviazioni nel tempo e nello spazio, a comporre una mappa di storie che ha come coordinate la memoria e il presente. Al centro protagoniste femminili d’eccezione, giovani artisti e collettivi teatrali capaci di coniugare lo sguardo sul passato, lontano e recente, con l’impegno civile, la denuncia, la consapevolezza delle radici. Apre la rassegna Sonia Bergamasco, una delle più intense attrici contemporanee, con Salmo della gioventù, inedito concerto di versi da Amelia Rosselli, con la drammaturgia sonora del percussionista Rodolfo Rossi. La scrittura poetica come domanda sul mondo, “visione adolescenziale” e al tempo stesso “esperimento doloroso e irriverente”: la lingua della poetessa si fa “partitura di suoni e silenzi” per restituire l’avventura poetica e umana di una grande testimone del nostro tempo.
Programma spettacoli:
27 giugno alle 21
Plein Jour in collaborazione con Cronopios
RENDEZ-VOUS
di Franck Krawczyk
creazione originale per il Giardino della Memoria
La prima immagine che ho pensato è quella di un luogo restituito ai bambini e ai loro giochi, in questo giardino dove portano una calma insperata accanto alle tracce del dramma. Mi sono ispirato al Tristan und Isolde di Wagner e ho immaginato la musica degli spazi come differenti allegorie dell’attesa: quella dell’aeroplano al momento del dramma (nel museo) e quella dell’aeroporto di arrivo (nel giardino). Non c’è niente in Wagner che si opponga veramente all’amore di Tristano e Isotta, tranne il tempo, non potranno vivere insieme nello stesso spazio: uno muore troppo presto, l’altra gli sopravvive, il loro amore esiste soltanto nell’istante in cui si sono chiamati per nome. L’origine di Rendez-vous è in questo sfasamento. Il pubblico avrà quindi appuntamento alla stessa ora in luoghi diversi. Nel museo un quintetto di fiati (Ensemble Icarus) suonerà una musica distesa, rallentata dopo la morte di Isotta e interrotta da una voce di soprano (Leila Benhamza), mentre nel giardino i giovanissimi musicisti (allievi degli Istituti superiori di Bologna) si chiameranno l’un l’altro con i propri strumenti, come suonando su una mappa che dal cielo porta alla terra. La notte unirà gli spazi in una coda all’unisono di soffi, di ronzii e di sussurri. Tra tutti coloro che hanno reso possibile questa lunga storia e che vorrei ringraziare, mi rivolgo ai primi due, Daria e Andrea, con tutta la mia anima. È a loro che dedico questo lavoro, con una tenerezza senza fine.
Franck Krawczyk
3 luglio alle 21
Sonia Bergamasco
SALMO DELLA GIOVENTÙ
concerto di versi
creazione originale per il Giardino della Memoria
Il filo rosso della lingua come esperimento doloroso e irriverente. La vivisezione gioiosa e ardita nel corpo della poesia. La musica dei suoni della lingua come passo di danza obbligato, come destino. Credo che non si possa “stare” nella pagina di Amelia Rosselli se non con disagio, scompostamente. Pronti alla fuga. Pronti a un combattimento con elementi misteriosi. La purissima oscenità del suo canto è antica. Lontana, e nel contempo avvinghiata al cuore pulsante di immagini che emergono incessantemente dal profondo. La sua parola, così preziosa, cerca la semplicità attraverso il labirinto del male e incontra la vita nello sfregamento eccitato di candore e follia. Il musicista Rodolfo Rossi, con il suo set di percussioni, e Sonia Bergamasco compongono nel cerchio dello spazio scenico una partitura di suoni e di silenzi che cerca di dare corpo alla poesia di una grande testimone del nostro tempo.
10 luglio, ore 21:30
Collettivo InternoEnki
M.E.D.E.A. BIG OIL
Spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2013
M.E.D.E.A. è l’acronimo con cui è denominato il master in Management dell’Economia dell’Energia e dell’Ambiente organizzato e gestito dall’Eni. Da questa strana fatalità, nasce l’idea di raccontare il dramma della Basilicata devastata dalle trivellazioni petrolifere, giocando con graffiante ironia tra gli archetipi del mito. Ma al mito greco fa da contrappunto costante il mito locale, quello incarnato dalla Madonna Nera, venerata sul Monte Sacro di Viggiano, ai cui piedi brucia la fiamma perenne del Centro Oli della Val d’Agri. In questa terra, Dio Petrolio e Vergine Nera si fronteggiano da secoli in una sfida senza vincitori. Promesse elettorali e feste patronali, sogni di ricchezza e indulgenze plenarie, clientelismo e preghiere, slogan pubblicitari e canti popolari, continuano a raccontare una postmodernità senza tempo. Canti di prefiche, litanie contro il malocchio, suppliche e chiacchiere di paese si fondono in un coro barbaro, scomposto e travolgente, per raccontare uno dei più bizzarri e drammatici ossimori della nostra Italia: l’incredibile povertà della regione che possiede il più grande giacimento di petrolio su terraferma d’Europa.
24 luglio, ore 21:30
Proxima Res
ANTROPOLAROID
di e con Tindaro Granata
scene e costumi Margherita Baldoni e Guido Buganza
rielaborazioni musicali Daniele D’Angelo
suoni e luci Matteo Crespi
a trama: Francesco Granata nel 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore incurabile. Il figlio, Tindaro Granata, nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato dal noto Signor Badalamenti di Patti. Maria Casella nel 1944 si innamora di Tindaro e scappa con lui, facendo la “fuitina” e sottraendosi al matrimonio combinato dal padre. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Cresciuto, emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e, con l’aiuto del Signor Badalamenti, apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre 1978. Durante il sevizio militare si imbarca sulla nave Spica, e qui incontra il nipote di Badalamenti, Tino, che si confida con lui quando il padre è indagato per delitti di mafia. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare attore. Tino Badalamenti si suicida impiccandosi. Per questo spettacolo Tindaro Granata ha vinto il Premio Associazione Nazionale Critici Teatrali nel 2011, il Premio Fersen come attore creativo nel 2012, il Premio Mariangela Melato come migliore attore emergente nel 2013.
29 luglio alle 21.30
Teatro Due Mondi
CUORE
di Edmondo De Amicis
drammaturgia Gigi Bertoni
con Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Renato Valmori
direzione musicale Antonella Talamonti
consulenza alle scene e costumi Lucia Baldini
progetto luci Marcello D’Agostino
regia Alberto Grilli
Cuore di Edmondo De Amicis ha accompagnato l’infanzia di intere generazioni con la forza di una connotazione precisa: la manifestazione di un orgoglio nazionale. Il Risorgimento si è concluso, fatta l’unità politica occorre fare quella economica e occorre fare, soprattutto, l’Italiano. Nel diario dello studente Enrico Bottini entrano vicende famigliari e sociali, ma soprattutto emerge il progetto educativo della scuola pubblica, uguale perché gratuita e obbligatoria per tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, settentrionali e meridionali. De Amicis inventaria i caratteri positivi che pone alla base dell’Italia nascente: altruismo, generosità, coraggio, onestà. Nella scuola di oggi non c’è più spazio per Cuore . Noi lo riproponiamo, perché sentiamo l’esigenza di riflettere su una serie di domande: è nato l’italiano? I meridionali di ieri sono forse gli immigrati di oggi? Abbiamo voluto immergerci nella storia italiana e scoprirci attori nel presente, sentirci italiani e nello stesso modo riconoscerci cittadini del mondo.
31 luglio, ore 21:30
Sud Costa Occidentale
VERSO MEDEA
spettacolo-concerto
da Euripide
testo e regia Emma Dante
musiche e canti Fratelli Mancuso
luci Marcello D’Agostino
organizzazione Aldo Miguel Grompone, Roma
Medea compie un viaggio che è un’opera d’amore: la sua natura si plasma e si nutre della sua sofferenza. Sceglie la colpa! La sua storia lo esige, la sua indole. È una barbara che non riconosce altra autorità se non quella del proprio istinto. Per lei è rassicurante pensare di essere libera, di poter scegliere il proprio destino. La sua appartenenza a un gruppo famigliare o di classe o di nazione o di religione limita la sua libertà, perché Medea si sente straniera ovunque. La diversità di Medea ha a che fare col travaglio del parto, con la sua fertilità devastante e rigogliosa, con la sua capacità di generare e di perpetuare la specie in un paese abitato da un popolo maschile inadatto a sviluppare il seme. Giasone l’abbandona incinta e si fa re di una città sterile. Il vero delitto con cui Medea punirà Corinto sarà negargli i figli, partorendo aborti come eredi, decidendo il destino di una città nella quale senza di lei è impossibile perpetuare la specie. Immagino Medea attorniata da uomini che sono le donne di Corinto. Immagino che questi uomini si sognano pance gravide, vagiti di neonati, coccarde e corredi di figli attesi. I fratelli Mancuso canteranno l’amore e l’odio. Il travaglio è in atto: Medea sgrava la sua tragedia.
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