Led Zeppelin – 1968, Windmill Str. Fotografie di Dick Barnatt
Dal 20 Maggio 2021 al 19 Giugno 2021
Bologna
Luogo: ONO arte contemporanea
Indirizzo: Via Urbana 6 c/d
Telefono per informazioni: +39 051 262465
Sito ufficiale: http://www.onoarte.com
ONO arte è lieta di presentare la mostra “Led Zeppelin – 1968, Windmill Str. Fotografie di Dick Barnatt” una personale del fotografo Dick Barnatt dedicata ad una delle band più amate della storia della musica Rock, i Led Zeppelin.
James Patrick Page, in arte Jimmy Page, nasce a Londra il 9 gennaio del 1944. Come gran parte dei cittadini britannici nati durante, o subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, deve affrontare nell’immediato dopoguerra un periodo di ristrettezze economiche e grandi disagi sociali. La sua fu però anche la generazione in qualche modo benedetta dall’arrivo del Rock and Roll americano. Prima Bill Haley and His Comets e poi ovviamente Elvis. Quei primi 45 giri di musica ‘mai sentita prima’ cambiarono per sempre il panorama culturale britannico e mondiale.
La gioventù britannica riuscirà a far sua quella musica a tal punto da divenire, con gruppi come Beatles, Rolling Stones, Who e Kinks, una delle maggiori fonti di entrata del fisco di Sua Maestà la Regina Elisetta II. Se i Beatles furono la punta di diamante di un fenomeno socioculturale che stava conquistando il mondo, Londra era il centro di quel mondo e i gruppi musicali che ambivano a replicare il successo dei Fab Four nascevano pressoché ogni giorno soprattutto nella Capitale. La Swinging London attraeva i giovani e dava loro lavoro nella nuova e fiorente industria musicale e Jimmy Page, prima di divenire chitarrista di uno dei gruppi più rispettati e influenti della scena londinese – The Yardbirds – fu uno dei turnisti più ricercati e apprezzati negli studi di registrazione locali. Come ci racconta Michelangelo Antonioni nel suo film di culto Blow Up – film nel quale suonano dal vivo in un cameo proprio gli Yardbirds di Jimmy Page – la Swinging London stava volgendo al termine e anche la musica sarebbe cambiata radicalmente.
Jimmy Page dichiara chiusa l’esperienza con gli Yardbirds e fonda i Led Zeppelin nel 1968 andando a reclutare un altro turnista di Londra, John Paul Jones, ma soprattutto due giovanissimi e ancora grezzi musicisti delle Midlands ovvero Robert Plant e John Bonham. Quella che sembra una scelta azzardata si rivela una mossa vincente. Robert Plant, grande appassionato di blues, porterà il gruppo verso la musica nera americana mentre John Bonham, col suo stile unico e potente nel suonare la batteria, creerà uno spartiacque nel modo di suonare lo strumento, alzando letteralmente il volume del gruppo. Un’altra delle caratteristiche dei Led Zeppelin sarà infatti la potenza del suono la quale, unità alla produzione musicale ricca di evergreen, conquisterà immediatamente il pubblico americano dove tuttora sono considerati tra i gruppi di maggior successo di sempre.
La mostra racconta, attraverso gli scatti di Dick Barnatt, un giorno di fine ottobre del 1968. Nulla di straordinario: quattro ragazzi di venti anni e poco più, semi-sconosciuti che sorridono in uno studio fotografico. Dick Barnatt racconta che non sapeva chi fossero in quanto il lavoro gli fu commissionato dalla Warner Bros ma grazie al loro look - avevano tutti i capelli lunghi a parte Bonham – sembrano già essere un giovane gruppo di successo in procinto di cambiare la musica e la cultura pop per sempre. La sessione poi continua nella strada antistante lo studio dove è parcheggiata la Jaguar di Jimmy Page. I quattro sono usciti per fumare una sigaretta e Dick li segue per fare altri scatti mentre questi sono seduti sul cofano della macchina sportiva. Il music business è molto eccitante e facile all’epoca. Un giovane fotografo come Dick scatta fotografie ad un gruppo musicale che poi ha conquistato il mondo ma, in quel momento, per lui sono solo quattro giovani come tanti. La prima volta che sente alla radio Whole Lotta Love, Dick Barnatt non associa subito la musica allo shooting dell’ottobre del 1968. Quando scatta quelle foto, infatti, il gruppo ha già registrato il loro primo album, album che sarebbe stato pubblicato solo nel gennaio del 1969 diventando un instant classic, l’omonimo Led Zeppelin.
La mostra si compone di 20 scatti inediti per l’Italia.
Opening, giovedì 20 maggio ore 18.30
James Patrick Page, in arte Jimmy Page, nasce a Londra il 9 gennaio del 1944. Come gran parte dei cittadini britannici nati durante, o subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, deve affrontare nell’immediato dopoguerra un periodo di ristrettezze economiche e grandi disagi sociali. La sua fu però anche la generazione in qualche modo benedetta dall’arrivo del Rock and Roll americano. Prima Bill Haley and His Comets e poi ovviamente Elvis. Quei primi 45 giri di musica ‘mai sentita prima’ cambiarono per sempre il panorama culturale britannico e mondiale.
La gioventù britannica riuscirà a far sua quella musica a tal punto da divenire, con gruppi come Beatles, Rolling Stones, Who e Kinks, una delle maggiori fonti di entrata del fisco di Sua Maestà la Regina Elisetta II. Se i Beatles furono la punta di diamante di un fenomeno socioculturale che stava conquistando il mondo, Londra era il centro di quel mondo e i gruppi musicali che ambivano a replicare il successo dei Fab Four nascevano pressoché ogni giorno soprattutto nella Capitale. La Swinging London attraeva i giovani e dava loro lavoro nella nuova e fiorente industria musicale e Jimmy Page, prima di divenire chitarrista di uno dei gruppi più rispettati e influenti della scena londinese – The Yardbirds – fu uno dei turnisti più ricercati e apprezzati negli studi di registrazione locali. Come ci racconta Michelangelo Antonioni nel suo film di culto Blow Up – film nel quale suonano dal vivo in un cameo proprio gli Yardbirds di Jimmy Page – la Swinging London stava volgendo al termine e anche la musica sarebbe cambiata radicalmente.
Jimmy Page dichiara chiusa l’esperienza con gli Yardbirds e fonda i Led Zeppelin nel 1968 andando a reclutare un altro turnista di Londra, John Paul Jones, ma soprattutto due giovanissimi e ancora grezzi musicisti delle Midlands ovvero Robert Plant e John Bonham. Quella che sembra una scelta azzardata si rivela una mossa vincente. Robert Plant, grande appassionato di blues, porterà il gruppo verso la musica nera americana mentre John Bonham, col suo stile unico e potente nel suonare la batteria, creerà uno spartiacque nel modo di suonare lo strumento, alzando letteralmente il volume del gruppo. Un’altra delle caratteristiche dei Led Zeppelin sarà infatti la potenza del suono la quale, unità alla produzione musicale ricca di evergreen, conquisterà immediatamente il pubblico americano dove tuttora sono considerati tra i gruppi di maggior successo di sempre.
La mostra racconta, attraverso gli scatti di Dick Barnatt, un giorno di fine ottobre del 1968. Nulla di straordinario: quattro ragazzi di venti anni e poco più, semi-sconosciuti che sorridono in uno studio fotografico. Dick Barnatt racconta che non sapeva chi fossero in quanto il lavoro gli fu commissionato dalla Warner Bros ma grazie al loro look - avevano tutti i capelli lunghi a parte Bonham – sembrano già essere un giovane gruppo di successo in procinto di cambiare la musica e la cultura pop per sempre. La sessione poi continua nella strada antistante lo studio dove è parcheggiata la Jaguar di Jimmy Page. I quattro sono usciti per fumare una sigaretta e Dick li segue per fare altri scatti mentre questi sono seduti sul cofano della macchina sportiva. Il music business è molto eccitante e facile all’epoca. Un giovane fotografo come Dick scatta fotografie ad un gruppo musicale che poi ha conquistato il mondo ma, in quel momento, per lui sono solo quattro giovani come tanti. La prima volta che sente alla radio Whole Lotta Love, Dick Barnatt non associa subito la musica allo shooting dell’ottobre del 1968. Quando scatta quelle foto, infatti, il gruppo ha già registrato il loro primo album, album che sarebbe stato pubblicato solo nel gennaio del 1969 diventando un instant classic, l’omonimo Led Zeppelin.
La mostra si compone di 20 scatti inediti per l’Italia.
Opening, giovedì 20 maggio ore 18.30
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