Maurizio Galimberti. Italyscapes
Dal 23 Gennaio 2014 al 02 Febbraio 2014
Bologna
Luogo: Frassinagodiciotto
Indirizzo: via Frassinago 18
Orari: da martedì a giovedì 15-19; venerdì 10-13/ 15-19; sabato 10-13
Telefono per informazioni: +39 051 222837
E-Mail info: info@artistocratic.com
Sito ufficiale: http://www.artistocratic.com
La galleria Artistocratic presenta, in occasione di Arte Fiera 2014, due appuntamenti con la grande fotografia italiana. La mostra fuori salone Italyscapes di Maurizio Galimberti, allestita nello spazio di Frassinagodiciotto a Bologna – dal 23 gennaio al 2 febbraio 2014 – e, in contemporanea, nello stand di Artistocratic all’interno dei padiglioni della fiera (padiglione 26 – stand 8), gli scatti di Galimberti insieme alle opere di Gian Paolo Barbieri e Mario Giacomelli.
Il Grand Tour di Galimberti, partito da Venezia fa ora tappa a Bologna, dopo il grande successo di pubblico e di critica per l’esposizione Paesaggio Italia, a Palazzo Franchetti – prodotta dalla Casa dei Tre Oci e Civita Tre Venezie, con la collaborazione di GiArt. Le opere presentate, tutti pezzi unici, sono raccolte nel nuovo volume “Paesaggio Italia”, edito da Marsilio nel 2013 – a cura di Benedetta Donato – con testi di Denis Curti, Nicola Piovani, Michele De Lucchi e Giuseppe Mastromatteo, disponibile durante la mostra e presso lo stand di Artistocratic ad Arte Fiera.
«Il termine che si usa per la scrittura musicale è ‘comporre’, cioè mettere insieme, assemblare con organicità e struttura elementi che si contrappongono e si coniugano in senso espressivo. L’arte dell’assemblaggio delle immagini fotografiche percorre una strada per molti versi tecnicamente simile a quella che approda alla ‘partitura’. Porre-insieme, com-porre dei suoni, o delle immagini come le fotografie…». Per Nicola Piovani l’arte di Maurizio Galimberti è una fotografia musicale, un concetto caro anche al fotografo surrealista Rodney Smith «Penso che la composizione in fotografia sia molto simile al ritmo in musica. Se si dispone di grande ritmo si ha anche un grande senso della composizione». E allo stesso Galimberti piace immedesimarsi in un musicista che usa le sue Polaroid come note musicali creando vere e proprie partiture, dove ogni istantanea serve a comporre un paesaggio, un volto, un’idea.
La sua arte è musica e poesia, è una narrazione guidata dalle emozioni, dal sentire e dall’istinto, dove il ritmo delle sue opere porta al dinamismo, al movimento. In ogni sua scomposizione della realtà vi è, infatti, una contaminazione tra il futurismo di Boccioni e il movimento cinetico esasperato di Duchamp. Galimberti, con spirito ludico e creativo, sperimenta e gioca come un dadaista. È l’Instant Dada Artist per eccellenza, che con la sua genialità immediata e spontanea, sorprende sempre sia con le tecniche del mosaico e del ready-made, sia nelle foto singole o nelle incisioni delle Polaroid.
In mostra il suo viaggio lungo tutta la penisola, dove l’artista coglie gli scorci più nascosti o gli angoli più conosciuti delle città, passando da Venezia, Milano, Bologna, Roma, gli scenari e il mare del Sud. «Con questo nuovo e sorprendente “viaggio in Italia” – come scrive Denis Curti – Maurizio Galimberti prosegue la ricerca fotografica dedicata a luoghi, spazi, paesaggi e orizzonti. Tra le diverse traiettorie possibili, Maurizio cerca l’astrazione ma deve fare i conti con il senso di appartenenza, con i punti fermi e riconoscibili delle architetture, con il fascino delle piazze, con la forza abbagliante della luce della Puglia, con la patina di commozione della pianura, con l’orgoglio barocco della Sicilia. Con Milano, la sua città». Benedetta Donato descrive questo nuovo progetto fotografico come «un’esperienza exta-ordinaria, al di fuori della sfera del prevedibile, perché il narratore, consapevole di trovarsi di fronte a una realtà complessa, tanto strabordante da non poter rientrare in quel limbo di parzialità che è l’inquadratura, reinterpreta anche quello che apparentemente rimane al di fuori dell’impressione visiva, perché ormai, lui, lì ci è entrato dentro, se ne è appropriato».
Il viaggio di Galimberti continua, sempre a Bologna dal 24 al 27 gennaio 2014, all’interno del Padiglione di Fotografia di Arte Fiera, presso lo stand della galleria Artistocratic (padiglione 26 – stand 8), insieme alle opere vintage di Mario Giacomelli e Gian Paolo Barbieri. Un progetto artistico che si sviluppa attraverso lo sguardo di tre artisti, diversi tra loro per linguaggio, tecniche, background e periodo storico, ma ugualmente attratti dall’andare oltre la realtà rielaborandola a loro modo, per riconsegnarcela con un significato nuovo e originale.
Le opere fotografiche di Mario Giacomelli, appartenenti all’Archivio Mario Giacomelli di Sassoferrato – di cui Artistocratic è rappresentante esclusivo – e raccolte nel volume “Mario Giacomelli. Sotto la pelle del reale”, edito da 24 ORE Cultura, trattano il paesaggio, la natura come un corpo umano da indagare per accedere alla dimensione più intima e non stereotipata, dove ritrovare anche se stesso. Un Giacomelli inedito e visionario che, come spiega Achille Bonito Oliva nell’introduzione del libro, affronta i linguaggi dell’arte contemporanea quali la performance, la land art, l’astrattismo e l’informale.
Con le parole di Mario Giacomelli «Cambio la realtà per dare un senso al soggetto. Scompongo e ricompongo per significare…» anche Maurizio Galimberti, con stile e tecnica diversi, sia nei ritratti che nei paesaggi, la scompone in mille frammenti e perfette linee prospettiche. Poi, come per magia, crea mosaici di Polaroid, per ricomporre la sua realtà.
La realtà diventa artificial nelle opere di Gian Paolo Barbieri, l’artista che fin dagli anni Sessanta ha rivoluzionato la fotografia di moda, perché, come egli stesso ha affermato, «ho tolto la modella dalla pedana bianca e l’ho inserita in una scenografia». Per Arte Fiera, una selezione di scatti vintage (pezzi unici) che descrivono la raffinata eleganza di Audrey Hepburn, ritratta nel 1969 per un servizio di Valentino. Poi le fotografie per Vogue degli anni Settanta (Barbieri ha realizzato la prima copertina di Vogue Italia nel 1965), dove modelle diventano attrici in luoghi surreali.
Il Grand Tour di Galimberti, partito da Venezia fa ora tappa a Bologna, dopo il grande successo di pubblico e di critica per l’esposizione Paesaggio Italia, a Palazzo Franchetti – prodotta dalla Casa dei Tre Oci e Civita Tre Venezie, con la collaborazione di GiArt. Le opere presentate, tutti pezzi unici, sono raccolte nel nuovo volume “Paesaggio Italia”, edito da Marsilio nel 2013 – a cura di Benedetta Donato – con testi di Denis Curti, Nicola Piovani, Michele De Lucchi e Giuseppe Mastromatteo, disponibile durante la mostra e presso lo stand di Artistocratic ad Arte Fiera.
«Il termine che si usa per la scrittura musicale è ‘comporre’, cioè mettere insieme, assemblare con organicità e struttura elementi che si contrappongono e si coniugano in senso espressivo. L’arte dell’assemblaggio delle immagini fotografiche percorre una strada per molti versi tecnicamente simile a quella che approda alla ‘partitura’. Porre-insieme, com-porre dei suoni, o delle immagini come le fotografie…». Per Nicola Piovani l’arte di Maurizio Galimberti è una fotografia musicale, un concetto caro anche al fotografo surrealista Rodney Smith «Penso che la composizione in fotografia sia molto simile al ritmo in musica. Se si dispone di grande ritmo si ha anche un grande senso della composizione». E allo stesso Galimberti piace immedesimarsi in un musicista che usa le sue Polaroid come note musicali creando vere e proprie partiture, dove ogni istantanea serve a comporre un paesaggio, un volto, un’idea.
La sua arte è musica e poesia, è una narrazione guidata dalle emozioni, dal sentire e dall’istinto, dove il ritmo delle sue opere porta al dinamismo, al movimento. In ogni sua scomposizione della realtà vi è, infatti, una contaminazione tra il futurismo di Boccioni e il movimento cinetico esasperato di Duchamp. Galimberti, con spirito ludico e creativo, sperimenta e gioca come un dadaista. È l’Instant Dada Artist per eccellenza, che con la sua genialità immediata e spontanea, sorprende sempre sia con le tecniche del mosaico e del ready-made, sia nelle foto singole o nelle incisioni delle Polaroid.
In mostra il suo viaggio lungo tutta la penisola, dove l’artista coglie gli scorci più nascosti o gli angoli più conosciuti delle città, passando da Venezia, Milano, Bologna, Roma, gli scenari e il mare del Sud. «Con questo nuovo e sorprendente “viaggio in Italia” – come scrive Denis Curti – Maurizio Galimberti prosegue la ricerca fotografica dedicata a luoghi, spazi, paesaggi e orizzonti. Tra le diverse traiettorie possibili, Maurizio cerca l’astrazione ma deve fare i conti con il senso di appartenenza, con i punti fermi e riconoscibili delle architetture, con il fascino delle piazze, con la forza abbagliante della luce della Puglia, con la patina di commozione della pianura, con l’orgoglio barocco della Sicilia. Con Milano, la sua città». Benedetta Donato descrive questo nuovo progetto fotografico come «un’esperienza exta-ordinaria, al di fuori della sfera del prevedibile, perché il narratore, consapevole di trovarsi di fronte a una realtà complessa, tanto strabordante da non poter rientrare in quel limbo di parzialità che è l’inquadratura, reinterpreta anche quello che apparentemente rimane al di fuori dell’impressione visiva, perché ormai, lui, lì ci è entrato dentro, se ne è appropriato».
Il viaggio di Galimberti continua, sempre a Bologna dal 24 al 27 gennaio 2014, all’interno del Padiglione di Fotografia di Arte Fiera, presso lo stand della galleria Artistocratic (padiglione 26 – stand 8), insieme alle opere vintage di Mario Giacomelli e Gian Paolo Barbieri. Un progetto artistico che si sviluppa attraverso lo sguardo di tre artisti, diversi tra loro per linguaggio, tecniche, background e periodo storico, ma ugualmente attratti dall’andare oltre la realtà rielaborandola a loro modo, per riconsegnarcela con un significato nuovo e originale.
Le opere fotografiche di Mario Giacomelli, appartenenti all’Archivio Mario Giacomelli di Sassoferrato – di cui Artistocratic è rappresentante esclusivo – e raccolte nel volume “Mario Giacomelli. Sotto la pelle del reale”, edito da 24 ORE Cultura, trattano il paesaggio, la natura come un corpo umano da indagare per accedere alla dimensione più intima e non stereotipata, dove ritrovare anche se stesso. Un Giacomelli inedito e visionario che, come spiega Achille Bonito Oliva nell’introduzione del libro, affronta i linguaggi dell’arte contemporanea quali la performance, la land art, l’astrattismo e l’informale.
Con le parole di Mario Giacomelli «Cambio la realtà per dare un senso al soggetto. Scompongo e ricompongo per significare…» anche Maurizio Galimberti, con stile e tecnica diversi, sia nei ritratti che nei paesaggi, la scompone in mille frammenti e perfette linee prospettiche. Poi, come per magia, crea mosaici di Polaroid, per ricomporre la sua realtà.
La realtà diventa artificial nelle opere di Gian Paolo Barbieri, l’artista che fin dagli anni Sessanta ha rivoluzionato la fotografia di moda, perché, come egli stesso ha affermato, «ho tolto la modella dalla pedana bianca e l’ho inserita in una scenografia». Per Arte Fiera, una selezione di scatti vintage (pezzi unici) che descrivono la raffinata eleganza di Audrey Hepburn, ritratta nel 1969 per un servizio di Valentino. Poi le fotografie per Vogue degli anni Settanta (Barbieri ha realizzato la prima copertina di Vogue Italia nel 1965), dove modelle diventano attrici in luoghi surreali.
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