The Golden Age
Massimo Kaufmann, The Golden Age, MAMbo, Bologna
Dal 25 Maggio 2012 al 02 Settembre 2012
Bologna
Luogo: MAMbo
Indirizzo: via Don Minzoni 14
Orari: mar. mer. e ven. 12-18; giov. sab. dom. e festivi 12-20
Costo del biglietto: intero 6 €; ridotto 4 €
Telefono per informazioni: +39 051 6496611
E-Mail info: info@mambo-bologna.org
Sito ufficiale: http://www.mambo-bologna.org
Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dedica a Massimo
Kaufmann (Milano, 1963) il secondo appuntamento del ciclo Prospettive.
Nuovi percorsi nelle Collezioni del MAMbo. Contrappunti con una mostra
intitolata The Golden Age, visibile dal 25 maggio al 2 settembre 2012.
Attraverso questo formato, inaugurato nel gennaio 2012 con un progetto di
Marco Gastini, il museo intende valorizzare la donazione di opere alla
propria Collezione Permanente attraverso un momento espositivo
focalizzato sulla contestualizzazione dell’artista e del suo lavoro in un più
ampio e articolato percorso di carattere scientifico e didattico.
La generosa donazione del trittico Cecità (olio su tela, 2009) conferma la
presenza di Massimo Kaufmann nelle Collezioni del MAMbo, in particolare
nella sezione Focus on Contemporary Art dedicata alle ultime
generazioni dell’arte italiana, per la quale nel 2008 era stata acquisita
l’opera The Golden Age, un dittico olio su tela realizzato a New York in cui
si dispiega una rilettura astratta del paesaggio urbano ispirata
dall’osservazione attraverso le grandi finestre dello studio dell’artista.
Dal titolo di questa opera, in cui si richiama ironicamente l'idea del
raggiungimento dello stato di grazia di una civiltà presagendone la sua
decadente trasformazione, mutua denominazione lo speciale
approfondimento con cui il MAMbo è lieto di presentare al pubblico il
trittico del 2009 unitamente a una selezione di lavori che documentano
gli esiti più recenti nella produzione dell’artista milanese.
Protagonista della scena artistica italiana già dalla seconda metà degli
anni ’80, dopo aver lavorato con i dispositivi linguistici della trasparenza e
del mimetismo in una continua e raffinata manipolazione della realtà,
nell’ultimo decennio Massimo Kaufmann orienta la propria ricerca verso
una dedizione a valori pittorici, ritrovando temi che nel passato erano
stati affrontati con materiali meno tradizionali, come i disegni di silicone
su tulle, i disegni con la macchina da scrivere.
L’artista sceglie di operare unicamente su supporti di diverse dimensioni,
superfici singole o composizioni articolate in dittici e trittici, agendo sulla
tela o sulla carta con pennellate da cui prendono vita forme cellulari di
colore pulsante, atomi nebulosi - talvolta più densi talaltra più radi -
disposti in modo calibrato, spesso secondo ordini geometrici da cui irradia
una luce iridescente che schiude l’occhio dello spettatore verso un
universo pulviscolare fatto di astrazione e ornamento decorativo.
Esigenze apparentemente opposte trovano mediazione in una pittura in
cui pensieri astratti e simboli si materializzano in forma tangibile
attraverso il veicolo emozionale del colore.
La dimensione cognitiva ed emotiva della sua pittura, distante da intenti
narrativi e didascalici, appare particolarmente evidente nel ciclo dei
lavori intitolato Cecità, cui appartiene il trittico donato al MAMbo,
caratterizzato dal rigetto assoluto per l’immagine iconica.
Si tratta di opere che l’artista descrive come “quadri ciechi” di consistenza
tattile, tracciati con una tecnica della punteggiatura che evoca l’alfabeto
Braille utilizzato dalle persone non vedenti. Il linguaggio allusivo di queste
immagini annulla ogni possibilità di identificare i soggetti, offrendo infinite
possibilità di interpretazione per punteggiature, mappe, reticoli, texture
che esplodono in un crescendo ritmico e musicale.
Proprio al tema del tempo come ritmo sembra ritornare incessantemente
la poetica di Massimo Kaufmann, fino a costituire la cifra artistica decisiva
della sua produzione realizzata nell’ultimo decennio, in cui si cimenta in
un estenuante esercizio della pittura dall’aspetto performativo sempre più
centrale.
La ripetizione del gesto minimale diviene una sorta di pratica mistica
rivolta a esaltare la bellezza di un tempo perso, ritrovato, scandito e
indagato in una raffinatissima riflessione formale e teorica. Alla
proliferazione molecolare del colore, l’artista affida infatti il tentativo di
tradurre sulla tela la condizione esistenziale del tempo liberamente
articolato come in una partitura musicale, alla ricerca di una coincidenza
possibile tra il ritmo compositivo dell'esecuzione e il tempo della
percezione.
In questi esiti, il gesto artistico di Massimo Kaufmann eccede lo specifico
pittorico insinuandosi nella profonda essenza della vita per approdare al
conseguimento di un piacere estetico puro come priorità stessa dell'atto
creativo.
Durante l’intero periodo di apertura della mostra, ogni seconda domenica
del mese alle h 18.00 il Dipartimento educativo MAMbo propone visite
guidate alla Collezione Permanente con un focus speciale dedicato a
Massimo Kaufmann.
In occasione della mostra al MAMbo, Prearo Editore pubblica il volume
The Golden Age contenente un’intervista di Antonio Somaini a Massimo
Kaufmann, contributi di Gianfranco Maraniello e Riccardo Caldura, oltre a
un ampio apparato iconografico.
Kaufmann (Milano, 1963) il secondo appuntamento del ciclo Prospettive.
Nuovi percorsi nelle Collezioni del MAMbo. Contrappunti con una mostra
intitolata The Golden Age, visibile dal 25 maggio al 2 settembre 2012.
Attraverso questo formato, inaugurato nel gennaio 2012 con un progetto di
Marco Gastini, il museo intende valorizzare la donazione di opere alla
propria Collezione Permanente attraverso un momento espositivo
focalizzato sulla contestualizzazione dell’artista e del suo lavoro in un più
ampio e articolato percorso di carattere scientifico e didattico.
La generosa donazione del trittico Cecità (olio su tela, 2009) conferma la
presenza di Massimo Kaufmann nelle Collezioni del MAMbo, in particolare
nella sezione Focus on Contemporary Art dedicata alle ultime
generazioni dell’arte italiana, per la quale nel 2008 era stata acquisita
l’opera The Golden Age, un dittico olio su tela realizzato a New York in cui
si dispiega una rilettura astratta del paesaggio urbano ispirata
dall’osservazione attraverso le grandi finestre dello studio dell’artista.
Dal titolo di questa opera, in cui si richiama ironicamente l'idea del
raggiungimento dello stato di grazia di una civiltà presagendone la sua
decadente trasformazione, mutua denominazione lo speciale
approfondimento con cui il MAMbo è lieto di presentare al pubblico il
trittico del 2009 unitamente a una selezione di lavori che documentano
gli esiti più recenti nella produzione dell’artista milanese.
Protagonista della scena artistica italiana già dalla seconda metà degli
anni ’80, dopo aver lavorato con i dispositivi linguistici della trasparenza e
del mimetismo in una continua e raffinata manipolazione della realtà,
nell’ultimo decennio Massimo Kaufmann orienta la propria ricerca verso
una dedizione a valori pittorici, ritrovando temi che nel passato erano
stati affrontati con materiali meno tradizionali, come i disegni di silicone
su tulle, i disegni con la macchina da scrivere.
L’artista sceglie di operare unicamente su supporti di diverse dimensioni,
superfici singole o composizioni articolate in dittici e trittici, agendo sulla
tela o sulla carta con pennellate da cui prendono vita forme cellulari di
colore pulsante, atomi nebulosi - talvolta più densi talaltra più radi -
disposti in modo calibrato, spesso secondo ordini geometrici da cui irradia
una luce iridescente che schiude l’occhio dello spettatore verso un
universo pulviscolare fatto di astrazione e ornamento decorativo.
Esigenze apparentemente opposte trovano mediazione in una pittura in
cui pensieri astratti e simboli si materializzano in forma tangibile
attraverso il veicolo emozionale del colore.
La dimensione cognitiva ed emotiva della sua pittura, distante da intenti
narrativi e didascalici, appare particolarmente evidente nel ciclo dei
lavori intitolato Cecità, cui appartiene il trittico donato al MAMbo,
caratterizzato dal rigetto assoluto per l’immagine iconica.
Si tratta di opere che l’artista descrive come “quadri ciechi” di consistenza
tattile, tracciati con una tecnica della punteggiatura che evoca l’alfabeto
Braille utilizzato dalle persone non vedenti. Il linguaggio allusivo di queste
immagini annulla ogni possibilità di identificare i soggetti, offrendo infinite
possibilità di interpretazione per punteggiature, mappe, reticoli, texture
che esplodono in un crescendo ritmico e musicale.
Proprio al tema del tempo come ritmo sembra ritornare incessantemente
la poetica di Massimo Kaufmann, fino a costituire la cifra artistica decisiva
della sua produzione realizzata nell’ultimo decennio, in cui si cimenta in
un estenuante esercizio della pittura dall’aspetto performativo sempre più
centrale.
La ripetizione del gesto minimale diviene una sorta di pratica mistica
rivolta a esaltare la bellezza di un tempo perso, ritrovato, scandito e
indagato in una raffinatissima riflessione formale e teorica. Alla
proliferazione molecolare del colore, l’artista affida infatti il tentativo di
tradurre sulla tela la condizione esistenziale del tempo liberamente
articolato come in una partitura musicale, alla ricerca di una coincidenza
possibile tra il ritmo compositivo dell'esecuzione e il tempo della
percezione.
In questi esiti, il gesto artistico di Massimo Kaufmann eccede lo specifico
pittorico insinuandosi nella profonda essenza della vita per approdare al
conseguimento di un piacere estetico puro come priorità stessa dell'atto
creativo.
Durante l’intero periodo di apertura della mostra, ogni seconda domenica
del mese alle h 18.00 il Dipartimento educativo MAMbo propone visite
guidate alla Collezione Permanente con un focus speciale dedicato a
Massimo Kaufmann.
In occasione della mostra al MAMbo, Prearo Editore pubblica il volume
The Golden Age contenente un’intervista di Antonio Somaini a Massimo
Kaufmann, contributi di Gianfranco Maraniello e Riccardo Caldura, oltre a
un ampio apparato iconografico.
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