At the point of subversion (constituting the new normal)
Dal 05 Dicembre 2020 al 05 Dicembre 2020
Merano | Bolzano
Luogo: Sito web Merano Arte
Indirizzo: online
Sito ufficiale: http://www.kunstmeranoarte.org
In occasione della 16 giornata del contemporaneo promossa da AMACI - Associazione dei Musei di Arte Contemporanea Italiani, che in questa occasione ha invitato i musei associati a riflettere sul significato del concetto di “community”, KUNST MERAN MERANO ARTE propone il progetto dell’artista Barbara Gamper in collaborazione con l’attivista femminista Nera Fouzia Wamaitha Kinyanjui At the point of subversion (constituting the new normal).
Alla base di questo lavoro si pone appunto l’intreccio tra pratica artistica e attivismo, così come il concetto di power sharing, attraverso un dialogo volto a sovvertire quelle dinamiche di potere attraverso cui si costituiscono ruoli e gerarchie: chi pone le domane e chi risponde? Come dare voce a quei soggetti a cui spesso è imposto un ruolo subalterno nello spazio pubblico, sociale, politico, economico e artistico?
Il “punto di sovversione (che costituisce la nuova normalità)” intende quindi innescare una riflessione negli spettatori rispetto ai propri privilegi e modelli comportamentali.
Questo confronto darà esito a un video in cui alla comunicazione verbale si accompagneranno forme non verbali: da una parte saranno proposte una serie di domande, risposte e citazioni in diverse lingue (tedesco, italiano, inglese, swahili e kikuyu), suscitando un senso di inclusione quanto di esclusione negli spettatori; da un’altra sarà sviluppato un linguaggio performativo, visivo e anche tattile, attraverso l’uso di materiali tessili. Barbara Gamper ha infatti svolto diverse ricerche sul significato storico e simbolico che essi veicolano, rifacendosi ad esempio all’archeologa e linguista Marija Gimbutas, alla biologa e femminista Donna Haraway, alla sociologa Riane Eisler e alla filosofa Gayatri Spivak.
Il video, pubblicato sul sito di Kunst Meran Merano Arte in occasione della Giornata del Contemporaneo di sabato 5 dicembre 2020, costituirà il punto di partenza di un progetto più ampio che intende svilupparsi in una forma aperta e partecipativa, ponendo al centro una riflessione critica sui concetti di comunità, individualità, diritti e “accountability” (responsabilizzazione).
La ricerca di Barbara Gamper si colloca nel punto di intersezione tra lavoro somatico sul benessere del corpo, performance, video e tessitura. Il corpo - con il suo archivio di esperienze, emozioni e sensazioni - ha un ruolo centrale nel suo processo creativo. Il movimento e la partecipazione sono gli strumenti che utilizza maggiormente per unire fisicamente le persone, spesso usando oggetti tessili che definisce “tessuti sociali” o “abiti performativi”. Descrive la sua pratica come un’incarnazione della propria politica e delle proprie esperienze, in cui la maternità queer è diventata un modo per mettere in crisi le pratiche (etero)normative in ambito familiare e culturale al fine di sostenere la crescita di strutture collettive e di uguaglianza anziché di dominazione e oppressione.
Barbara Gamper si è laureata in Fine Arts all’Università Goldsmith di Londra. Tra le sue mostre recenti si possono ricordare Unlearning Categories, Museion Bolzano (2020); Run the World (girls), Galleria Doris Ghetta, Pontives (2019); Womb to Web (human / nonhuman entanglements #2), Kelder Projects Londra (2019); At the level of the bone, Chalton Gallery, Londra (2018); Cellular Breathing (toward fluid bodies and autotelic experience, Galerie Andreas Schmidt, Berlino (2018) e We Move in Her Way’ with Sonia Boyce, ICA, Londra (2016).
Fouzia Wamaitha Kinyanjui descrive la sua vita e la sua attività come un libro con molti capitoli. Da attivista Nera femminista organizza programmi di empowerment per persone Nere e programmi/progetti di sensibilizzazione contro le discriminazioni per persone bianche, in prospettiva intersezionale. Ha realizzato progetti con varie associazioni/organizzazioni ed è stata invitata come esperta e panel speaker in Alto Adige e oltre (p.ex. Festival Goes DiverCity – Milano, PaiDeina – Innsbruck).
Nell’anno 2018 era parte del gruppo di fondazione e coordinamento della rete contro il razzismo Stop Racism BZ. Oggi coordina uno spazio di sensibilizzazione contro il razzismo promosso dall’associazione HRI – Human Rights International gestendo incontri settimanali online.
Fouzia Wamaitha Kinyanjui è associated expert member dell’associazione Il Razzismo È Una Brutta Storia.
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