Uliano Lucas. Archeologia del mio vissuto

© Uliano Lucas | Uliano Lucas, Mario Schifano, Bologna, 1984

 

Dal 07 Marzo 2017 al 03 Settembre 2017

Brescia

Luogo: Ma.Co.f (Centro Italiano di Fotografia)

Indirizzo: via Moretto 78

Curatori: Tatiana Agliani, Renato Corsini

Sito ufficiale: http://www.bresciaphotofestival.it/



La mostra Uliano Lucas. Archeologia del mio vissuto ricostruisce attraverso oltre 150 immagini percorsi tematici e stilistici, interessi, sensibilità, legami culturali di un protagonista della fotografia italiana, da cinquant'anni attento osservatore e narratore della società e delle sue contraddizioni. 
Racconta il debito di Lucas verso il mondo intellettuale della Milano della fine degli anni Cinquanta e l’influenza da esso esercitata sulla ricerca formale delle sue prime fotografie e sulla sua stessa scelta di dedicarsi alla fotogiornalismo. Segue la svolta rappresentata dai profondi cambiamenti sociali e di costume e dalle battaglie politiche e civili degli anni Sessanta e Settanta che portano alla nascita di un nuovo modo di raccontare del fotogiornalismo italiano. 
Nella ampia rassegna che Tatiana Agliani e Renato Corsini gli dedicano al Ma.Co.f (Centro Italiano di Fotografia) c’'è una sintesi, necessariamente parziale, di 50 anni di fotografia, impegno sociale e grandissimo giornalismo d’inchiesta condotto per immagini di Lucas. Dietro a queste immagine c’è anche tutta l’avventura di un uomo. 

Rivivono la Milano dell'immigrazione e del boom economico, il mondo degli “altri”: le carceri, gli ospedali psichiatrici, l’altra faccia del benessere. Le contestazioni del ‘68 vissute in presa diretta. Volti anonimi o già famosi o destinati a diventare tali in una città che “viveva” le sue contraddizioni.
Ma non solo Milano. l'Etiopia affamata e la nuova Cina alla scoperta del capitalismo e la tragedia di Sarajevo.  
I servizi di Lucas sui grandi periodici e sui quotidiani hanno aperto potenti finestre sull’attualità del mondo. Il suo personale impegno sociale lo ha portato sino agli ultimi degli ultimi in India, Corea, Etiopia, a contatto con bambini senza storia e senza futuro. 

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