Uno strano sogno
Dal 22 Maggio 2014 al 08 Giugno 2014
Cagliari
Luogo: S'Umbra
Indirizzo: via S. Giuseppe 17
Orari: martedì e giovedì 18 - 21; sabato e domenica 18 - 20
Curatori: Emanuela Falqui
Telefono per informazioni: +39 340 0676075
E-Mail info: galleria@sumbrafotografia.it
Sito ufficiale: http://www.sumbrafotografia.it
Sovrapposizioni di realtà, scheletri urbani, angolature inquietanti di linee e di confini ridisegnano il ritratto di una città simbolica. L'atmosfera è sospesa, silenziosa, a tratti metafisica, non importa il dove o il quando.
Immagini di paesaggi urbani ridotti all'osso in cui il vuoto del mondo prende la parola, in bilico tra un confine fisico e mentale.
Un vuoto presente “con tutto il suo lirismo, con tutta la sua forza, con tutta la sua umanizzante capacità di comunicare, perché il vuoto in architettura è parte integrante, persino strutturale del suo essere”.*
Di fronte a totem ingombranti il pensiero rimbalza sui muri e la presenza umana stratifica i piani creando nuovi sfondi di esistenze spesso non curanti dell'intorno, poiché impegnate ad inseguire la vita.
Una città poco attraente ma la fotografia ha la grande colpa e il pregio di trasfigurare la realtà rendendola accattivante, così la superficie assume l'aspetto di uno strano sogno ambiguo.
In questo senso il fotografo interpreta il suo ruolo, come direbbe Gabriele Basilico, pensa “fotograficamente” interpretando ciò che gli sta di fronte in relazione al principio e all'esperienza estetica della “visione”.
Questo non significa, naturalmente, fare uno sconto al paesaggio.
Emanuela Falqui
*Architetture, città, visioni. Riflessioni sulla fotografia, Gabriele Basilico
Artisti:
Erik Chevalier Massimo Congiu Chiara Coppola Luca De Melis Laura Farneti Silvia Locci Paolo Marchi Federico Verani
Immagini di paesaggi urbani ridotti all'osso in cui il vuoto del mondo prende la parola, in bilico tra un confine fisico e mentale.
Un vuoto presente “con tutto il suo lirismo, con tutta la sua forza, con tutta la sua umanizzante capacità di comunicare, perché il vuoto in architettura è parte integrante, persino strutturale del suo essere”.*
Di fronte a totem ingombranti il pensiero rimbalza sui muri e la presenza umana stratifica i piani creando nuovi sfondi di esistenze spesso non curanti dell'intorno, poiché impegnate ad inseguire la vita.
Una città poco attraente ma la fotografia ha la grande colpa e il pregio di trasfigurare la realtà rendendola accattivante, così la superficie assume l'aspetto di uno strano sogno ambiguo.
In questo senso il fotografo interpreta il suo ruolo, come direbbe Gabriele Basilico, pensa “fotograficamente” interpretando ciò che gli sta di fronte in relazione al principio e all'esperienza estetica della “visione”.
Questo non significa, naturalmente, fare uno sconto al paesaggio.
Emanuela Falqui
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