Mario Vespasiani. Sì Sì Lì

Mario Vespasiani, Sì Sì Lì, tecnica mista su cotone, 2016, d. 40 cm.

 

Dal 14 Dicembre 2016 al 22 Gennaio 2017

Catania

Luogo: Catania Art Gallery

Indirizzo: via Caronda 48

Telefono per informazioni: +39 095 315047

E-Mail info: cataniaartgallery@libero.it

Sito ufficiale: http://www.mariovespasiani.com/site/



Sì, sono partito da un punto,
da un cerchio che dovevo attraversare
circondato da un mare specchio del presente
che accoglie e respinge, solleva e sprofonda.

Lì, un lembo di terra e un picco vulcanico
segnano l'orientamento prossimo del Continente e di questi dipinti,
che non parlano di rappresentazioni naturali ma di opere di natura,
perché composte dalle stesse sostanze di rocce e fiori.

Sì, sono ritornato al punto,
dove non esiste né dualismo né conflitto
oltrepassando l'elemento naturale del caso
e quello umano del controllo.

Lì, senza meta e contesa i sensi possono dirsi ricettivi
e aprirsi al mistero, di fronte a visioni fuggevoli
che come sassi tornano all'acqua
e generano onde nell'interiorità dell'osservatore. MV

La Catania Art Gallery ha il piacere di invitare alla mostra Sì Sì Lì di Mario Vespasiani, che sarà inaugurata nella nuova sede, mercoledì 14 dicembre alle ore 19.

Sì Sì Lì
 è un suono, un preciso luogo d'incanto. Un racconto fatto d'immagini che si riallaccia alla precedente esposizione di Mario Vespasiani denominata L'arte alchemica, in cui la pittura tendente all'informale riportava i segni del tempo, sulle orme della regina Sibilla sul territorio appenninico. Ora il titolo diventa un'indicazione geografica, una traduzione fonetica rintracciabile nei vertici di quel triangolo posto al centro del Mediterraneo e in un vulcano che ne fa da signore. Presenza inquieta e manifestazione terribile della natura, l'Etna oltre ad intimorire attrae ed il cerchio del suo cratere delimita il perimetro di ciascuna tela, quasi fosse il simbolo che guida alla scoperta di un mondo fluido e incandescente. 
Vespasiani ha preso spunto dal vulcano, dalla sua attività incessante capace di modificare l'ambiente circostante come la vita degli uomini, per sottolineare l'attuale fase artistica che accenna la forma senza svelarla, per condurre lo spettatore ad immedesimarsi con le forze che governano il pianeta. Nella superficie circolare delle tele, il rimando interno-esterno, i vapori e le ceneri danno vita a delle presenze da scorgere nelle varie sfumature di colori, che riprendono le tinte del posto, la leggerezza dei panni stesi e il tratto marcato del suolo, come i volti scavati dalla salsedine. In questa mostra la componente umana si fonde al sentimento sacro, del rispetto dei luoghi inaccessibili agli impuri.
Il punto di partenza si trova nella grande carta geografica posta la centro della galleria, dal cerchio tracciato al suo interno che collega i mappamondi azzurri ai dipinti a parete. L'isola grande del Mediterraneo, luogo di approdi e naufragi assume per l'artista la chiave di lettura del presente, capace di alternare asprezza a semplicità, forza selvaggia all'attesa. Le opere sono anche una sintesi dell'intero percorso artistico di Vespasiani, il quale rimane uno scoglio a sé nel mare agitato dell'arte contemporanea e che, senza temere gli assalti esterni, negli anni ha saputo evolversi costantemente.
Sì Sì Lì è un'indicazione a cercare qualcosa ma è anche un'eco diretto ad Oriente, dove l'arte diventa leggerezza e segno deciso che abbozza la forma senza ritocchi, è una riflessione sulla bellezza effimera che traspare dalla natura e dalla vita umana, che ha nel mutamento la sua unica costante. Mario Vespasiani coniugando le filosofie orientali con la spiritualità cristiana, ci ricorda l'importanza dell'osservazione concentrata, del recupero del senso di raffinatezza e lo fa portando gli spettatori a cercare la bellezza, la forza e la fragilità in quelle che non sono altro che rivelazioni di un istante, mostrandoci come l'immortalità risieda nel percorso compiuto quando la forma svanisce e cede commossa, mentre i contenuti rimangono. 
La sua ricerca sta nella consapevolezza di uno sguardo auto-cosciente sul mondo e nella disciplina quotidiana, che sa liberare piuttosto che racchiudere. Le sue opere possono allora essere considerate bandiere al vento, poesie e meditazioni proprio perché intensificano una sensibilità che è religiosa e filosofica oltre che artistica, perciò l'autore invita a raffinare il gusto, a preferire la spontaneità alla decorazione e l'essenzialità all'opulenza visiva. La potenza di cui ci parla, sta nel principio creativo che non si esaurisce nelle tele in questione e così lui stesso diventa una sorta di alchimista perché consapevole più che del talento esecutivo, della potenza che l'ha prodotta, indicandoci una direzione che alberga in quella spinta vulcanica, dentro e fuori di noi.
Mario Vespasiani nasce nel 1978, vive e lavora a Ripatransone e nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti. La sua ricerca espande il concetto di pittura in varie modalità espressive: indaga lo studio della componente luminosa del colore e predilige esporre in spazi inusuali, che esulano dalle tendenze e dalle proposte tradizionali, per purificare la percezione del lavoro e far emergere la sua natura contemplativa. Fin dall'esordio ha adottato un linguaggio simbolico, rivolgendosi ad un più vasto itinerario dell'anima, incentrandosi sul mistero della creazione e sulla trasmissione dei moti dello spirito di un sentire che unisce il sapere occidentale alle filosofie orientali.
Espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse e a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d'Autore. Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato “La quarta dimensione” attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo avvenne nel 2008 con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura. Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini, in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali. Nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45° Biennale di Venezia, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia dedicato ai più interessanti artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell'Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Sulla linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto, il quale oltre ad essere uno dei più autorevoli interpreti è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e la mostra ha focalizzato l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde. Tra i primissimi artisti italiani ad espandere l'impronta pittorica ai nuovi materiali e alle tecnologie, viene inviato nello stesso anno dall'Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L'essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all'iPad e nello stesso anno con le opere realizzate mediante l'iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli. Nel 2013 intraprende un lungo viaggio che lo porterà ad approfondire la ricerca nella pittura intesa come pratica di vita e con un simile atteggiamento, vicino alle tradizioni d'Oriente, la sua tecnica assume le caratteristiche di un'arte marziale, che coinvolge la mente come il corpo. Si dedica così allo studio di una certa calligrafia, alle pratiche di meditazione e gli insegnamenti che coniugano i gesti quotidiani con le tensioni spirituali. A seguito di ciò si astiene per tutto il 2013 dalle mostre, documentando l'esperienza nella pubblicazione del libro Moto Perpetuo.
Dal 2013 si dedica al progetto Mara as Muse sottolineando, in piena controtendenza, il ruolo di una Musa quale figura ispiratrice dell'atto creativo e delle sue molteplici forme espressive. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli di un'arte che torna ed essere simbolo e immagine di un'identità ben precisa e che va oltre le classiche modalità espositive per mostrarsi in una performance nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, in un happening con le opere disposte al vento sulla cima di un'antica torre e al 48° Premio Vasto. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro di scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell'Assunta e contemporaneamente presenta la personale Empireo. La città di Santa Vittoria in Matenano, luogo dove espose non appena diplomato, gli dedica la mostra che raccoglie per la prima volta una selezione di opere dagli esordi ad oggi ed una importante pubblicazione generale. Nel 2015 il gallerista Pio Monti presenta la mostra La quarta dimensione nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani dove le sue immagini fotografiche si specchiano nei riflessi comuni e nello sguardo appassionato di uno dei fotografi più incisivi del '900. Nel mese di novembre la rivista Panorama.it gli dedica un importante articolo dal titolo: Mario Vespasiani. La nuova generazione dell'arte italiana.
Nel 2016 espone nella pinacoteca di Montefortino le sue opere inedite in dialogo con i capolavori presenti al suo interno, in un progetto che mette in evidenza l'aspetto più misterioso della pittura che dall'informale si apre a visioni figurative. Nello stesso periodo il suo progetto ispira il primo festival del pensiero contemporaneo "La Sibilla e i nuovi visionari" a cui partecipa con la relazione "Dall'immagine infranta alla ricostruzione della forma" seguita da quella tenuta all'Accademia Internazionale Malibran" di Altidona dal titolo "Dalla distruzione della forma al fondamento spirituale". Il 10 luglio presso il Duomo di Fermo si unisce in matrimonio con la sua musa Mara e dopo la cerimonia religiosa insieme agli invitati danno vita alla performance "Matrimonio del Cielo e della Terra"  che presenta la coppia alla natura come parte di un unico corpo. Nello stesso mese a San Severino Marche in occasione dell'anno della Divina Misericordia con Vittorio Sgarbi e Walter Scotucci inaugura la mostra "I pilastri della terra" con opere di grande formato realizzate in vari periodi, dedicate all'iconografia di alcuni santi. Nel mese di dicembre presenta a Catania "Sì Sì Lì" la nuova serie di opere, tutte di forma circolare insieme ad alcuni mappamondi, che fanno eco alla condizione centrale e contraddittoria che riveste ancora oggi la Sicilia nel Mediterraneo.
Dal 1998 le sue mostre personali sono state documentate con altrettanti volumi, arricchiti da testi critici, interviste e da testimonianze trasversali. Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Del suo lavoro se ne sono occupati oltre agli storici e ai critici d'arte, anche filosofi, scrittori, antropologi e teologi.

Orari e giorni di apertura:  dal lunedì al sabato 16,30 - 20,30; mattina su appuntamento  

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