Vivian Maier. Una fotografa ritrovata

© Vivian Maier/Maloof Collection / Howard Greenberg Gallery, New York | Vivian Maier, Florida, 9 gennaio 1957

 

Dal 27 Ottobre 2017 al 18 Febbraio 2018

Catania

Luogo: Fondazione Puglisi Cosentino

Indirizzo: via Vittorio Emanuele II, 122

Orari: dal lunedì alla domenica 10.00 > 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima

Curatori: Anne Morin, Alessandra Mauro

Enti promotori:

  • Arthemisia
  • Contrasto
  • Di Chroma Photography
  • Patrocinio del Comune di Catania

Costo del biglietto: Intero 11 €, Ridotto 9 €. Gratuito bambini fino a 4 anni non compiuti; I giornalisti iscritti all’ordine previo accredito al fine di servizio; un accompagnatore per disabile, Le guide turistiche regolarmente autorizzate all’esercizio della professione; I membri dell’I.C.O.M. (International Council of Museum); 2 Insegnanti accompagnatori degli studenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado; 1 accompagnatore per gruppo, Possessori coupon invito e Arthemisia Vip Card

Telefono per informazioni: +39 095 883 791



Dopo il classicismo di Chagall e l’arte psichedelica di Escher, Arthemisia torna a Catania presentando l’artista che con la sua fotografia ha conquistato il mondo: Vivian Maier (New York, 1926 – Chicago, 2009).

Dal 27 ottobre gli spazi espositivi della Fondazione Puglisi Cosentino ospitano una delle più complete rassegne dedicate alla grande fotografa statunitense: con oltre 120 fotografie in bianco e nero realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta e alcuni filmati in super 8, la mostra Vivian Maier. Una fotografa ritrovata è un viaggio nelle opere e nella vita di un’artista che ha fatto del mistero il suo fascino.

La mostra, a cura di Anne Morin con Alessandra Mauro, vede il patrocinio del Comune di Catania ed è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia, Contrasto e diChroma Photography.

LA MOSTRA
Vivian Maier. Una fotografa ritrovata presenta al pubblico l’enigma di un’artista che in vita realizzò un enorme numero di immagini senza mai mostrarle a nessuno e che ha tentato di conservare come il bene più prezioso.
Tata di professione e fotografa per diletto, le fotografie della Maier non sono mai state esposte né pubblicate mentre era in vita, come se volesse fotografare per se stessa. Nonostante non abbandonasse mai la macchina fotografica, scattando compulsivamente con la sua Rolleiflex, la maggior parte dei suoi rullini non sono stati sviluppati fino al 2007 quando John Maloof (giovane produttore cinematografico all’epoca agente immobiliare), acquista durante un’asta parte dell’archivio della Maier confiscato per un mancato pagamento.
Da quel momento Maloof, riconoscendo il grande valore del tesoro ritrovato, non smetterà di cercare materiale riguardante questa misteriosa fotografa, arrivando ad archiviare oltre 150.000 negativi e 3.000 stampe.

Attraverso scorci e scene di New York e Chicago (città in cui visse la Maier), ma anche istantanee di piccoli dettagli, particolari e imperfezioni il grande pubblico ha così la possibilità di conoscere il carattere discreto seppur deciso e intransigente di un’artista unica.
Tra i suoi soggetti prediletti anche bambini e anziani; fugaci momenti di vita e di strada; città e abitanti in un momento di fervido cambiamento sociale e culturale. Immagini potenti, di una folgorante bellezza che rivelano una grande fotografa.

Osservando il suo imponente corpus fotografico spicca la presenza di numerosi autoritratti, quasi un possibile lascito nei confronti di un pubblico con cui non ha mai voluto o potuto avere a che fare. Il suo sguardo austero, riflesso nelle vetrine, nelle pozzanghere, la sua lunga ombra che incombe sul soggetto della fotografia diventano un tramite per avvicinarsi a questa misteriosa fotografa.

Come scrive Marvin Heifermann nell’introduzione al catalogo, Seppur scattate decenni or sono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. E in maniera profonda e inaspettata... Maier si dedicò alla fotografia anima e corpo, la praticò con disciplina e usò questo linguaggio per dare struttura e senso alla propria vita conservando però gelosamente le immagini che realizzava senza parlarne, condividerle o utilizzarle per comunicare con il prossimo. Proprio come Maier, noi oggi non stiamo semplicemente esplorando il nostro rapporto col produrre immagini ma, attraverso la fotografia, definiamo noi stessi”.    L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Contrasto. 

Vivian Dorothea Maier nasce il primo febbraio 1926 a New York, nel Bronx. È figlia di Maria Jaussaud, nata in Francia, e del marito Charles Maier, di origine austriaca. I genitori presto si separano e la figlia viene affidata alla madre, che si trasferisce presso un’amica francese, Jeanne Bertrand, fotografa professionista.
Negli anni Trenta le due donne e la piccola Vivian si recano in Francia, dove Vivian vive fino all’età di 12 anni. Nel 1938 torna a New York, città in cui inizierà la sua vita di governante e bambinaia. Il primo impiego è presso una famiglia a Southampton, nello stato di New York. Poi nel 1956, si traferisce a Chicago per lavorare con la famiglia Gensburg.
Verso la fine della sua vita si ritrova in gravi ristrettezze economiche e un giorno viene ricoverata per un banale incidente. Quel ricovero, che doveva essere passeggero, si rivela fatale. Muore il 21 aprile 2009. Nell’arco della sua vita realizza oltre centomila fotografie ma il suo lavoro rimane sconosciuto fino a quando John Maloof lo scopre per puro caso.   

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